(DIRE - Notiziario Minori) Rimini, 31 ott. - Secondo un gruppo di ricercatori dell'Università di Montreal, il cyberbullismo sta diventando un'emergenza: da una loro ricerca, risulta che ne è vittima 1 adolescente su 5. La situazione non migliora se ci avviciniamo all'Europa: secondo Eurispes e Telefono Azzurro un ragazzo su 4 ha trovato online pettegolezzi, falsità o fotografie che lo hanno imbarazzato. Con ripercussioni, in molti casi, su vita sociale, prestazioni scolastiche e umore. Alcuni, non trovando altre soluzioni o conforto tra gli amici o gli adulti fidati, arrivano a togliersi la vita.
L'associazione 'Stop al bullismo' conferma che il 60% degli studenti italiani tra gli 11 e i 14 anni ritiene che per un bullo sia più facile attaccare attraverso web o social network. La Rete è, infatti, un ambiente in cui i giovani si muovono liberamente, esponendosi anche a rischi. Il cyberbullismo è uno dei temi al centro di 'Supereroi fragili. Adolescenti a scuola tra vecchi e nuovi disagi', il convegno organizzato dal Centro Studi Erickson che si apre oggi al PalaCongressi di Rimini in cui si parlerà anche di abbandono scolastico, disturbi alimentari e comportamenti a rischio. "Le ferite del cyberbullying sono terribilmente profonde e dolorose in questo mondo digitale che noi adulti crediamo solo virtuale- afferma Serena Valorzi, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale- ma che è del tutto reale per i nostri ragazzi, che siano vittime, persecutori o osservatori partecipanti".
Valorzi sarà la relatrice di uno dei 2 workshop dedicati a questo tema, 'Dal bullismo al cyberbullying: le avventure nella giungla digitale' che si tiene il 25 ottobre alle 9. Ma di bullismo si parlerà anche nella plenaria che si è aperta questa mattina con l'intervento di Teresa Manes, mamma di Andrea che nel 2012 si è tolto la vita a causa degli insulti di alcuni compagni che avevano creato una pagina Facebook per prenderlo di mira.
Comportamenti a rischio, disturbi alimentari e abbandono scolastico sono alcuni tra i temi trattati alla due giorni riminese. Accanto al binge drinking (il consumo di grandi quantità di alcol in poche ore), praticato da 1 adolescente su 4, si affiancano altri comportamenti estremi come l'eyeballing, che consiste nel versare superalcolici ad altissima gradazione negli occhi, il balconing, in cui i ragazzi si sfidano a saltare nel vuoto da un balcone all'altro o il car surfing dove l'automobile si trasforma in un mezzo per lo sballo, abbandonando lo sterzo lanciati a forte velocità. Cosa spinge i giovani verso il rischio e la ricerca di sensazioni forti? "Quando gli adolescenti prendono una decisione- spiega Cristina Faliva, psicologa e psicoterapeuta dell'Asl di Roma, che gestirà il workshop dedicato alle 'emozioni forti' (24 ottobre, alle 14)- sono condizionati da un'immaturità legata non solo all'età, ma anche a uno stadio di sviluppo di alcune parti del cervello che riduce molte capacità tipiche delle attività adulte. A questo si aggiunge il rapporto adolescente-rischio, dominato dalla ricerca della ricompensa e di un piacere immediato".
L'Italia è tra le peggiori d'Europa per gli abbandoni scolastici: nel nostro Paese lasciano la scuola superiore e la formazione professionale prima del tempo il 17,6% degli alunni (la media Ue è del 12,7%), ancora lontano dall'obiettivo di scendere sotto il 10% che l'Europa ha imposto per il 2020.
Secondo Tuttoscuola, negli ultimi 15 anni l'uscita prima del tempo dall'istruzione ha riguardato circa 3 milioni di giovani italiani, il 31,9% di coloro che dopo la terza media si sono iscritti a una scuola secondaria superiore o alla formazione professionale.
Ancora, secondo il rapporto Ocse 'Education at glance 2014' nel 2012 in Italia un giovane su 3 (31,5%) tra i 20 e i 24 anni non lavorava e non studiava. Il tema sarà trattato da Marco Rossi-Doria, il 'maestro di strada' ed ex sottosegretario all'Istruzione, nel workshop 'Il peso dell'abbandono scolastico' (25 ottobre, alle 11.30). In Italia circa 3 milioni di persone soffrono di disturbi del comportamento alimentare. Anche se il picco si riscontra tra i 13 e i 17 ani, l'età si sta abbassando arrivando fino agli 8 anni. Anoressia e bulimia sono disturbi molto complessi, spesso chi ne soffre non ammette di avere un problema e quando lo fa non sempre sceglie di affidarsi alle cure. Secondo le ultime stime del Centro italiano disturbi alimentari psicogeni, solo il 40% delle ragazze anoressiche o bulimiche ne è consapevole e ammette di avere un cattivo rapporto con il cibo, di queste solo il 5% decide di iniziare un percorso terapeutico.
(Dire - Redattore Sociale) (Wel/ Dire)