MINORI. Save the children: In regioni Sud più povertà educativa
"Prima la Campania, poi Calabria, Puglia e Sicilia"
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 16 mag. - E' la Campania, seguita da Calabria, Puglia, (ex equo) e Sicilia, la regione con la maggiore "povertà educativa", cioè dove più scarsa e inadeguata è l'offerta di servizi e opportunità educative e formative per bambini e adolescenti: largamente insufficienti gli asili e le scuole a tempo pieno, pochissimi i libri, lo sport, l'arte e perfino internet a occupare il tempo libero, alto e allarmante il tasso di dispersione scolastica. Una deprivazione educativa che si somma alla povertà economica che colpisce più duramente proprio i bambini del Sud e riguarda ormai oltre 1 milione di minori in tutta Italia, mentre 3 milioni e 500 mila sono a rischio di povertà ed esclusione.
Al polo opposto della classifica è il Friuli Venezia Giulia, seguito da Lombardia ed Emilia Romagna, le regioni italiane più "ricche" di servizi e opportunità educative per bambini e adolescenti. Una "ricchezza" che perde però di smalto al confronto con l'Europa: nessuna regione italiana è in linea con alcuni obiettivi europei quali, per esempio, la copertura degli asili nido che dovrebbe essere del 33% (nella fascia di età 0-2 anni), ma arriva a stento al 26,5% con l'Emilia Romagna, mentre la Calabria, con il 2,5%, dista quasi 31 punti percentuali dal target europeo. E obiettivo mancato, anche nella maggior parte dello stivale, la riduzione della dispersione scolastica sotto il 10%, con numeri altissimi in Sicilia (25,8%) ma anche in regioni del Nord come la Valle d'Aosta (19%).
Sono alcune delle principali evidenze del rapporto "La Lampada di Aladino - L'Indice di Save the Children per misurare le povertà educative e illuminare il futuro dei bambini in Italia", elaborato per la prima volta da Save the Children, l'Organizzazione che dal 1919 lotta per salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti, con il contributo di un comitato scientifico[5] e reso noto oggi, in contemporanea con il lancio della campagna "Illuminiamo il Futuro": 3 settimane di sensibilizzazione e raccolta fondi fino al 1° giugno e l'avvio di un intervento programmatico sul territorio con l'apertura in 5 città (Palermo, Catania, Gioiosa Ionica (RC), Bari, Genova) dei primi Punti Luce, per rispondere concretamente alla deprivazione educativa e culturale di tanti minori e dare loro la possibilità di conoscere e coltivare i propri talenti.
I Punti Luce sono centri gestiti in collaborazione con una rete di organizzazioni partner ben radicate sul territorio (Associazione Mama Happy, CSI-Centro Sportivo Italiano-Catania, Associazione Inventare Insieme onlus, Associazione don Milani-Libera, UISP-Unione Italiana Sport per Tutti-Genova) e si trovano in aree caratterizzate dalla scarsità di servizi. Presso questi centri "ad alta densità educativa" bambini e adolescenti possono studiare, giocare, avere accesso ad attività sportive, culturali e creative. Inoltre i bambini e gli adolescenti in condizioni accertate di povertà, saranno sostenuti da una Dote Educativa, un piano formativo personalizzato che consentirà ad esempio l'acquisto di libri e materiale scolastico, l'iscrizione a un corso di musica o sportivo, la partecipazione ad un campo estivo o altre attività educative individuate sulla base anche delle inclinazioni e talenti del singolo bambino. Entro fine 2014 Save the Children prevede di arrivare a 10 Punti Luce - con aperture a Napoli, Roma (2), Torino, Milano (2) - e di assegnare 1.500 doti educative.
"Finora ci si è occupati soprattutto della povertà economica dei bambini e adolescenti, partendo dal dato eclatante di un milione di minori che vivono in povertà assoluta. Ma esiste una povertà altrettanto insidiosa e sottovalutata che è la povertà educativa, su cui Save the Children vuole portare l'attenzione di tutti con la campagna Illuminiamo il Futuro", spiega Valerio Neri direttore generale Save the Children Italia. "La povertà educativa è la privazione per un bambino e un adolescente della possibilità di apprendere, di sperimentare le proprie capacità, di sviluppare e far fiorire liberamente i propri talenti e aspirazioni. E' una deprivazione che spesso si salda con quella economica e che può compromettere pesantemente non solo il presente ma anche il futuro di un bambino, a rischio di ritrovarsi, una volta adulto, ai margini della società e del mondo del lavoro. Per questo come Save the Children riteniamo che i bisogni educativi di ogni bambino siano da considerarsi, a tutti gli effetti, come bisogni primari e che la lotta alla povertà educativa debba divenire una priorità".
La Campania è in cima alla lista delle regioni italiane per povertà educativa in relazione all'intensità e ampiezza del deficit dell'offerta e disponibilità di servizi/opportunità educative per bambini e adolescenti, documenta il nuovo Indice di Povertà Educativa (IPE) di Save the Children. 11 indicatori su 14 in particolare, sono di segno molto negativo: grave per esempio la penuria dei servizi per la prima infanzia: appena 2,8 bambini su 100 (nella fascia di età 0-2 anni) quelli presi in carico dagli asili pubblici campani; un dato che scende ulteriormente in Calabria (2,5%) e che registra valori bassi anche in Puglia (4,5%), Sicilia (5,3%), Basilicata (7,3%), Abruzzo (9,5%): bene a distanza quindi dall'Emilia Romagna (26,5%) e ancor più dall'obiettivo del 33% stabilito dalla Ue.
Numeri impressionanti anche quelli sul tempo pieno a scuola, garantito solo nel 6,5% delle scuole primarie della Campania e nel 15,3% di quelle secondarie di primo grado; situazione molto critica anche in Puglia (11,7% e 12,3%), Sicilia (7,1% e 22%) e in Molise, fanalino di coda (5,4% e 5,1%). Si segnalano invece per migliori "performance" la Basilicata, con il 43,4% e 40,5% di tempo pieno alle elementari e medie e la Sardegna (31,3% e 36,3%). In generale è la Lombardia che fa registrare le percentuali più alte di tempo pieno alle elementari (47%) che, tuttavia, non raggiunge in nessuna regione italiana la soglia del 50%.
Rimanendo nell'ambito scuola, la Campania si segnala ancora per una bassa presenza del servizio mensa nei principali istituti (la hanno il 49% circa di essi a fronte del 73% in Lombardia), per l'inferiore numero di scuole con collegamento internet (52,6% a fronte del 77, 5% in Basilicata e del 75,7% nelle Marche) ma soprattutto per il notevole tasso di dispersione scolastica (22%); un problema molto grave anche in Sicilia (con il 25,8%) e in Sardegna (24,7%) ma che non risparmia anche regioni del Nord, come la Valle d'Aosta (19,1%) e la provincia autonoma di Bolzano (16,7%), tenendo l'Italia ancora molto lontana dalla soglia europea del 10%.
Ma la deprivazione educativa non si limita solo alla scuola e riguarda anche gli altri ambiti di vita dei minori: meno di 1/4 i bambini e gli adolescenti in Campania che fa sport continuativamente, il 31,2% in Puglia, il 32% circa in Calabria e Sicilia, a fronte del 61,6% in Valle d'Aosta; appena il 16% dei minori campani ha visitato un monumento nell'ultimo anno, e ancora meno ragazzi in Calabria - il 12% - ha provato l'emozione dell'incontro con il nostro patrimonio storico-monumentale; colpisce che nel paese che primeggia nel mondo per opere d'arte, nessuna regione italiana veda almeno il 50% dei suoi minori visitare un monumento nel corso di un anno (al massimo si arriva al 43,4% della provincia autonoma di Trento mentre il Lazio si ferma al 33,8% e la Toscana al 27,4%).
Il Friuli Venezia Giulia - che secondo l'Indice di povertà educativa di Save the Children è la regione con la più "ricca" offerta di servizi e opportunità di fomazione per i minori - si segnala per numero di bambini che legge (il 75,7% ha letto almeno un libro nell'ultimo anno), che fa sport (il 56%, poco meno della Valle d'Aosta), per livelli di dispersione scolastica (11,4%) vicini alla soglia della media Ue, edifici scolastici mediamente in buone condizioni (il 73,2% delle scuole ha certificato di agibilità); una buona diffusione del servizio di mensa si registra in Lombardia (il 73% dei principali istituti garantisce il servizio, anche se si rilevano gravi criticità in alcuni comuni) insieme al tempo pieno che viene assicurato nel 47% delle scuole primarie; e 11 volte tra le migliori cinque regioni è l'Emilia Romagna, prima per copertura di nidi pubblici (26,5%) e tra le prime per partecipazione al teatro dei ragazzi (ci sono stati nell'ultimo anno il 38,7%) e pratica sportiva (57,8%).
"Save the Children per la prima volta ha misurato la povertà educativa redigendo un Indice. Una fotografia su base regionale che conferma una situazione grave, in cui i servizi e le agenzie educative risultano incapaci di offrire ai bambini - in particolare a quelli che provengono da contesti difficili - competenze ed esperienze indispensabili per la loro crescita. Ne consegue che lo svantaggio si trasmette di generazione in generazione e i problemi si amplificano, come attestano le percentuali estremamente elevate di dispersione scolastica soprattutto nelle regioni del Sud", spiega Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa Save the Children.
"E' necessario spezzare il circolo vizioso delle povertà, rinforzando la qualità e quantità di servizi e opportunità educative destinati ai bambini e creando delle comunità educanti", prosegue. "Save the Children ha deciso di raccogliere la sfida e, con la collaborazione di associazioni partner, ha inaugurato i primi Punti Luce a Bari, Gioiosa Ionica, Catania, Palermo e Genova. Sono spazi ad alta densità educativa, che sorgono in quartieri svantaggiati e all'interno dei quali i bambini possono rafforzare le proprie competenze e conoscenze ma anche scoprire le proprie inclinazioni e il proprio potenziale, attraverso il gioco, laboratori artistici e musicali, uso delle nuove tecnologie. Il Punto Luce opera in sinergia con i servizi sociali e le scuole del territorio che contribuiranno a individuare i bambini a cui verrà assegnata la Dote Educativa".
"Un punto fondamentale del nostro programma è anche la collaborazione con i Comuni", prosegue Raffaela Milano. "In un momento di crisi come quello che l'Italia attraversa è fondamentale mettersi in rete e lavorare insieme su obiettivi condivisi, in un quadro di welfare comunitario. Ad esempio, a Roma, uno dei punti luce sorgerà a Torre Maura, in un nuovo Centro polivalente, messo a disposizione per la realizzazione del progetto dall'Assessorato comunale alle periferie, dove intendiamo far sorgere, in collaborazione con tutte le realtà locali, un polo di eccellenza per l'infanzia e l'adolescenza. A Torino stiamo collaborando con l'Assessorato ai servizi sociali e con la V Circoscrizione per attivare un Punto Luce presso una struttura oggi totalmente abbandonata che sorge nel quartiere Le Vallette e che, grazie al programma, potrà essere riqualificata e restituita ai bambini e ai ragazzi del territorio".
(Wel/ Dire)
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