(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 19 apr. - E' sempre piu' allarme alcol tra i giovani. L'ultima moda si chiama 'binge-drinking' che, piu' o meno, equivale a una 'abbufata' alcolica dove si bevono cinque o sei bicchieri di sostanze alcoliche in un arco di tempo molto breve, in modo da arrivare direttamente all'ubriachezza e alla perdita del controllo. Lo denuncia il quotidiano 'Alto Adige', che riporta la ricerca sul consumo e abuso di alcol relativo all'anno 2012 condotta dall'Istituto provinciale di statistica della Provincia autonoma di Bolzano Alto Adige (Astat) che lancia cosi' l'allarme nella regione. I dati che ne emergono sono allarmanti, soprattutto perche' a pagarne le conseguenze sono soprattutto i giovanissimi: lo studio evidenzia, infatti, che dai 14 anni in su un altesino su due afferma di consumare piu' o meno abitualmente alcol al di fuori dei pasti, preferendo il vino alla birra.
La questione del 'binge-drinkikg' e' molto seria e non va dunque sottovalutata, in una provincia in cui il Pil dipende in larga parte dalla produzione di bevande alcoliche. Lo sballo alcolico, cosi' provocato, procura gravi e pesanti danni all'organismo che si riflettono anche a lungo termine. Si puo' fare, pero', qualcosa per arginare questo triste fenomeno. Il primo passo deve compierlo la famiglia. Occorre un'educazione "fatta di buoni modelli e non solo di parole: troppo spesso abituiamo in nostri figli a festeggiare con allegre bevute, facendo in modo che associno la socialita' e il divertimento all'uso di alcolici, per poi puntare il dito dicendo che non si deve fare". Cosi' ha affermato Giuseppe Maiolo, specialista in problemi dell'eta' evolutiva e formazione dei genitori. A confondere ancora di piu' i ragazzi e le ragazze e'- secondo lo specialista- la pubblicita', che con i suoi messaggi contrastanti da un alto rappresenta e osanna il 'modello del giovane bevitore' e poi lo critica e rimprovera. Occorre, dunque, accanto a una maggiore educazione anche una piu' efficace comunicazione istituzionale con campagne di sensibilizzazione che, anziche' far leva sul terrore "se lo fai stai male" punti a toni positivi che evidenzino il concetto "si sta bene anche senza".
(Wel/ Dire)