IL DOCUMENTO CHE HA INTRODOTTO IL REATO DI ADESCAMENTO ON LINE.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 7 feb. - Il governo Monti
inserisca la protezione dei minori tra gli obiettivi della cabina
di regia dei cinque ministri che dovranno sviluppare l'Italia
digitale, e ratifichi la convenzione di Lanzarote per
l'introduzione del reato di adescamento online. A chiederlo, in
occasione della celebrazione del "Safer Internet Day", e' Save
the Children, che sottolinea i dati allarmanti dei rischi in rete
per i minori e chiede che famiglie, scuola, istituzioni e aziende
facciano rete per prevenire l'abuso on line. A sette anni
dall'istituzione della giornata, resta ancora alto il livello di
rischio connesso all'utilizzo del web per la mancata percezione
dei pericoli da parte dei ragazzi: il 31% dei ragazzi tra i 16 e
17 anni - fa sapere Save the Children - ammette di avere avuto
incontri, anche intimi, con persone conosciute in rete. Sul
fronte della pedopornografia il 78% delle vittime ha meno di 12
anni, il 4% meno di 3-4 anni. Rimuovere un sito pedopornografico
richiede in media 719 ore, contro le 3,5/4,5 per i siti dediti ad
operazione finanziarie illegali.
"Un bambino che utilizza il web privo degli strumenti per
capire e gestire un mezzo che ha molte potenzialita' ma
altrettanti rischi - afferma Valerio Neri, direttore generale di
Save the Children Italia - e' un bambino che e' potenzialmente
sottoposto a rischio di abuso, e i fatti di cronaca sono densi di
episodi lo attestano". "Puo' apparire banale - continua - che il
32% di teen ager dia il suo numero di cellulare a qualcuno
conosciuto online, ma questo implica che potenzialmente il
rapporto virtuale possa proseguire off line: non a caso il
10,5%dei ragazzi tra i 12 e i 13 anni si da' appuntamento con una
persona incontrata in rete, percentuale che cresce fino al 31 %
fra i 16 e i 17 anni. E ben il 6,5% dei primi e 16% dei secondi
invia video e immagini di se' nudi". I dati arrivano dalla
ricerca "Sessualita' e Internet: i comportamenti dei teenager
italiani", Save the Children, 2011.
Neri afferma che "non basta scandalizzarsi di fronte a questi
dati" ma che va incrementata "la sensibilizzazione dei ragazzi
per un utilizzo consapevole dei nuovi media". In questo compito
"i genitori non possono essere lasciati da soli" ma devono essere
affiancati dalla scuola ("inserendo nel curriculum degli studi la
Media Education", e dalle aziende produttrici dei servizi, che
"dovrebbero fare di piu'", ad iniziare dalle "valutazioni di
impatto sui rischi per i piu' giovani quando progettano nuovi
strumenti tecnologici".
Ce n'e' anche per il governo, pero', con la richiesta "al
governo Monti e in particolare al ministro Profumo e alla task
force di ministri che lavorera' all'Agenda Digitale del Paese, di
inserire la protezione dei minori tra gli obiettivi della stessa,
al fine di dare ai ragazzi gli strumenti per far si' che i nuovi
media siano piu' un'opportunita' che un rischio". "Ricordiamo -
afferma Neri - la necessita' che la Convenzione di Lanzarote
deliberata nel 2007 dal Consiglio d'Europa, che ha introdotto il
reato di adescamento online, venga immediatamente ratificata dal
Parlamento: e' dal 2010 che attende con tanto di disegno di legge
depositato". Neri ricorda anche che "occorre rimuovere alla
fonte, anche se in paesi extra Ue, i siti pedopornografici" e che
"non bisogna dimenticare l'importanza del lavoro svolto in questi
anni dalla Polizia Postale, punto di riferimento per l'attivita'
di prevenzione, sensibilizzazione e soprattutto formazione degli
addetti ai lavori, che deve essere dotata degli adeguati
strumenti, cosi' come occorre rendere operative le funzionalita'
dell'Osservatorio contro la pedofilia,che potrebbe svolgere un
ruolo molto importante perche' il fenomeno degli abusi on line
cambia e si trasforma rapidamente ed e' fondamentale avere un
monitoraggio accurato dei fenomeni, e rendere interoperabili le
banche dati". Infine - sottolinea Neri - "non si dimentichi mai
che oggi solo incredibilmente pochi i bambini vittime di abuso
pedopornografico che vengono identificate e dunque aiutate; basti
pensare che secondo i dati forniti dall'Interpol nel 2011, su
600.000 immagini pedopornografiche presenti nel loro database,
sono 2.500 i minori identificati dal 2001 ad oggi in 40 paesi".
(Gas/ Dire)