ALUNNI IMMIGRATI, LI ISTRUIAMO POCO E MALE
RAPPORTO MIPEX: INTEGRAZIONE, ITALIA 19^ IN EUROPA
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 1 mar. - Le politiche italiane
per l'integrazione dei migranti sono nel complesso un po' meglio
della media europea, anche se si registra un passo indietro,
seppure contenuto, rispetto ai risultati registrati nel 2007,
anno della seconda edizione del rapporto Mipex. Giunto quest'anno
alla terza edizione, il rapporto Mipex colloca l'Italia al decimo
posto nella classifica generale sulle politiche per
l'integrazione in 31 paesi tra europei e nordamericani, ma
registra la perdita in un anno di un punto complessivo nella
media dei vari indicatori monitorati: in una scala di valori
percentuali da 0 a 100, l'Italia ottiene il punteggio di 60 e
viene superata dalla Spagna, che invece rispetto all'edizione
precedente ha 3 punti in piu', "per via del suo ininterrotto
impegno verso l'integrazione economica, famigliare e sociale
nonostante la recessione - si legge nel rapporto - Le nuove
politiche dell'Italia, in particolare la legge per la sicurezza,
hanno reso le condizioni nel paese leggermente meno favorevoli
all'integrazione".
Nello specifico, l'Italia ottiene il punteggio piu' alto (74)
per quanto riguarda il ricongiungimento familiare (anche se
comunque piu' basso rispetto all'anno scorso: 78), posizionandosi
al 6^ posto nella classifica dei 31 Paesi, anche se si segnalano
alcune difficolta': i soggiornanti "devono soddisfare requisiti
sproporzionatamente elevati di reddito e alloggio per
ricongiungere le loro famiglie", inoltre si segnala che i costi
amministrativi per l'edempimento delle pratiche "sono balzati da
80 a 200 euro; il 50% copre tutti i costi della procedura e
l'altro 50% copre i costi dell'espulsione di altri immigrati".
Invece il punteggio piu' basso e' quello relativo
all'istruzione (41), che corrisponde al 19esimo posto e rientra
appena nella fascia di punteggio considerata "in via di
miglioramento" (dai 41 ai 59 punti). Un risultato non brillante
ottenuto perche' "a parte i progetti della societa' civile, il
sistema di istruzione italiano non sostiene attivamente nuove
opportunita' e un'istruzione interculturale", tanto che
"L'istruzione di alunni immigrati e' un'area di debolezza per
l'Italia". Per la partecipazione politica l'Italia e' al 14esimo
posto (con un punteggio stabile a 50), mentre sulle politiche
antidiscriminazione e' al 15esimo (punteggio stabile a 62), anche
se tra i singoli indicatori si segnala il pessimo punteggio
ottenuto sulle politiche di parita' (11), il che vuol dire che
"l'accesso alla giustizia puo' essere negato dal momento che il
punteggio delle politiche di parita' e' di 35 punti al di sotto
della media europea". Appena poco piu' alto il punteggio
sull'accesso alla cittadinanza (63, con una perdita di due punti
rispetto al precedente rapporto), un risultato che posiziona
l'Italia al 7° posto nella classifica, ma che non e' considerato
brillante: "Gli immigrati e i loro discendenti nati in Italia
sono esclusi da molte aree della vita perche' l'Italia non ha
ancora riformato le leggi sulla cittadinanza, diversamente da
altri nuovi paesi di immigrazione", anche se si segnalano buone
potenzialita' per il futuro: "L'alto punteggio del paese mostra
che, con una riforma dell'idoneita' alla cittadinanza, sussistono
le basi per una cittadinanza sicura e paritaria". L'Italia perde
punti anche sugli indicatori per il soggiorno di lungo periodo
(66, rispetto ai 69 del 2007), posizionandosi all'ottavo posto,
mentre per la mobilita' lavorativa l'Italia e' al decimo posto
(punteggio stabile a 69) "L'Italia permette ai lavoratori non
comunitari legali e alle loro famiglie di integrarsi
nell'economia generale, con tutti i suoi punti di forza e
debolezza, mentre ignora la loro specifica situazione all'interno
di essa", si legge.
(Wel/ Dire)
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