LA STORIA H.K., RESPINTO IN GRECIA A 11 ANNI
NASCOSTO SOTTO UN CAMION, E' RIUSCITO A IMBARCARSI DA PATRASSO.
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 8 feb. - Per la maggior parte
hanno tra i 13 e i 17 anni, ma alcuni sono anche piu' piccoli:
ancora bambini tentano il viaggio verso l'Europa. Sono
giovanissimi afgani che tentano di arrivare in Europa affidandosi
ai trafficanti, a cui devono pagare diverse migliaia di euro per
poi finire in Grecia, a tentare di sfuggire alla polizia greca
per riuscire a imbarcarsi su qualche nave diretta in Italia.
Secondo i dati e le testimonianze raccolte da una delegazione
dell'associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII che a fine
gennaio ha visitato i porti di Atene e Patrasso, molti di questi
ragazzi pagano ai trafficanti fino a 8000 euro, con "tariffe" che
variano secondo il tipo di passaggio sui monti turchi: per fare
il tragitto a piedi ci vogliono 3000 euro, ma per fare tratte in
auto servono almeno 4000-6000 euro. Arrivano in Grecia che non
sanno esattamente dove sono, non conoscono la lingua, pochissimi
quelli che conoscono un po' di inglese. E li' comincia il
confronto con la polizia e la trafila dei respingimenti dai porti
italiani, anche se spesso sono ragazzi minorenni o bambini.
È quello che e' successo a H.K., 11 anni, respinto una decina di
giorni prima di incontrare i delegati dell'associazione, a cui e'
apparso molto turbato, in evidente stato confusionale, impaurito.
Appostato a un semaforo era riuscito ad aggrapparsi a un tir.
Poi, nascosto sotto il camion, e' entrato nel porto di Patrasso,
non e' stato scoperto, e e' riuscito a partire. In quel modo ha
raggiunto un porto italiano senza capire quale, forse quello di
Venezia, secondo gli altri ragazzini che hanno visto il camion
imbarcarsi. Lui non e' riuscito nemmeno a mettere il naso fuori
dalla nave: la polizia italiana, perlustrando con le torce, lo ha
scoperto e lo ha rispedito in Grecia senza chiedergli nulla, e
senza picchiarlo. Ma le botte gli sono toccate appena tornato
indietro, dalla polizia greca, che gli ha anche rubato tutto
quello che aveva.
J.B. e' invece un po' piu' grande, ha 17 anni, e' arrivato a
Patrasso circa cinque mesi fa dall'Afghanistan. Ha gia' due
tentativi di entrare in Italia alle spalle, l'ultimo risale a un
mese fa. Si e' arrampicato sui cavi che tengono ferma la nave e
si e' buttato dentro nascondendosi sotto un container. Gli agenti
di sicurezza della nave lo hanno scovato e rinchiuso in una
stanza della nave. Al porto di Venezia la polizia gli ha chiesto
le sue generalita', dove voleva andare e poi l'ha rispedito
indietro. Al rientro a Patrasso la polizia lo ha picchiato, gli
ha preso il cellulare e i soldi che aveva.
Altri minori hanno raccontato storie simili, i delegati hanno
lasciato dei contatti telefonici a diversi piccoli azari, e hanno
preso i numeri di quelli che hanno un cellulare. Tutti hanno
dichiarato che continueranno a tentare di imbarcarsi.
Secondo quanto ricostruito dall'associazione, gli afgani passano
per l'Iran per arrivare in Turchia, e da li' cercano di
raggiungere la Grecia. Durante questo tragitto molti restano
giorni senza bere e mangiare, solo chi ha ancora qualche soldo,
oltre a quelli per il viaggio, riesce a procurarsi cibo e acqua.
La via piu' usata per passare dalla Turchia alla Grecia e' via
mare (ma alcuni raccontano di essere passati anche sui camion)
sbarcando nelle prime isole greche del Mar Egeo: isola di Lesvos,
Rhodes, Leros e altre piu' piccole. Ma con i controlli Frontex
(la forza militare europea) questa rotta e' sempre meno
utilizzata. Oggi si passa soprattutto a piedi attraversando il
fiume Evros che divide Turchia da Grecia.
(Wel/ Dire)
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