SICILIA, 'PIÙ VIOLENTI' I REATI DEGLI ADOLESCENTI
IN AUMENTO FURTI, RAPINE, ESTORSIONI, VIOLENZA SESSUALE, SPACCIO
(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 4 mar. - Furti, rapine,
estorsioni, violenza sessuale, spaccio: sono 1791 le misure
penali applicate a minori nella giurisdizione della Sicilia
occidentale (che comprende Palermo, Agrigento e Trapani) nel
2008; 1165 i ragazzi segnalati all'Ufficio di servizio sociale
per i minorenni, di cui circa 800 di Palermo. Il trend e' in
crescita e aumenta la gravita' dei reati. Redattore Sociale ha
incontrato la direttrice dell'Ussm Rosalba Salierno. "Ci
occupiamo di ragazzi adolescenti che compiono reati. - spiega -
Nella gran parte dei casi si tratta di reati contro il patrimonio
e per una parte minima di reati piu' gravi, come l'abuso sessuale
nei confronti di altri minori e lo spaccio di stupefacenti. Nel
tempo sono peggiorate le modalita' di commissione del reato,
contraddistinte da una maggiore violenza, frutto di un
progressivo aggravamento delle condizioni economiche e sociali
delle famiglie di origine. In molti quartieri di Palermo la
poverta' avanza e con essa il degrado e la rabbia contro uno
Stato, che attiva una risposta istituzionale troppo lontana dai
veri bisogni dei cittadini e che risulta assente in termini di
presidio ed intervento sul territorio" .
"Per recuperare il ragazzo ad una dimensione educativa ed
evitare che questi una volta concluso il percorso possa
ritrovarsi solo e con gli stessi problemi di prima, cerchiamo di
portare avanti molti interventi di promozione e sviluppo del
territorio finalizzati al pieno reinserimento sociale del
giovane", sottolinea. Dal 1998 ad oggi l'Ussm ha partecipato a
cento progetti, molti di queste promosse e gestite insieme al
privato sociale. "Un aspetto importante e' la costruzione dei
percorsi sistematici - dice Rosalba Salierno - attraverso cui
riusciamo ad adeguare le risposte delle istituzioni ai bisogni
dei minori, sia sul piano formativo-educativo che professionale e
socio-lavorativo".
Anche per questo sono nate le Reti interistituzionali
territoriali. La prima nel 2003 nei quartieri Zisa-Noce a cui
hanno fatto seguito altre quattro: nel 2005 nel quartiere San
Filippo Neri (ex Zen), nel 2007 in quello di San Giovanni
apostolo), nel 2008 e' nata la Rete dei centri di aggregazione
giovanile del distretto 42, nel 2009 quella della I
Circoscrizione. Oggi 2 marzo presso la scuola Falcone dello Zen
verra' presentato il progetto della rete interistituzionale
territoriale "Ingrana la VII" in cui verra' esposto il lavoro
operato a favore di 196 giovani di eta' compresa tra i 12 e i 15
anni, iscritti alle scuole Falcone e Sciascia. E' ancora in
corso, invece, il progetto "G.Zen.Net" finanziato dalla
Fondazione per il Sud in cui collaborano 34 enti tra pubblici e
privati che lavorano nel quartiere Zen anche per la
riqualificazione urbana del territorio attraverso la creazione di
infrastrutture a favore dei giovani.
L'impegno di recupero e l'organizzazione delle attivita' passa
attraverso una forte convinzione di base: il bene comune. "Credo
che in Sicilia quella che manchi sia una vera ed autentica
controinformazione positiva. - sottolinea la direttrice - Quando
23 anni fa sono arrivata a Palermo, con grandi difficolta' ho
iniziato a lavorare per il 'bene comune', in un contesto dove
questo esisteva poco. Oggi dopo tanto lavoro, grazie ad un gruppo
di professionisti, continuamente formati ed aggiornati ma,
soprattutto motivati, riusciamo ad avere buoni risultati. In
questi ultimi anni, infatti, siamo stati promotori a Palermo di
una cultura sociale nuova fatta di buone notizie che sta dando i
suoi frutti sebbene sia poco all'attenzione dei media. Lo scopo
e' quello di fare conoscere quanto di positivo c'e' affinche' si
dia speranza alle fasce sociali piu' deboli e fragili della
realta' siciliana".
Per la direttrice dell'Ussm manca tuttavia un aspetto
importante del lavoro: il monitoraggio. "Non e' stata mai fatta
fino a questo momento una valutazione complessiva dell'evoluzione
del cammino compiuto nell'ambito dell'intervento sociale a
Palermo - conclude -. Nessuno si e' mai posto il problema di
verificare se in tutti questi anni c'e' stata una crescita sulle
modalita' nuove d'intervento sul territorio nei confronti dei
problemi sociali della citta'. Vorremmo essere aiutati a
continuare per la nostra strada perche' siamo convinti che, se un
certo ambiente diviene piu' equilibrato ed organizzato, questo
stesso puo' a lungo andare metabolizzare i problemi consistenti,
sciogliendoli lentamente affinche' essi non esistono piu',
sebbene nessuno possa farsi vanto di averli risolti".
(Wel/ Dire)
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