(DIRE - Notiziario Minori) Roma, 25 nov. - "Abbiamo finito di registrare e fotosegnalare gli abitanti del campo di via di Salone per il permesso di soggiorno rilasciato per motivi umanitari, a breve saranno il prefetto e il Comune a individuare il prossimo campo su cui opereremo". A dirlo e' il dirigente dell'Ufficio Immigrazione della questura di Roma, Maurizio Improta. A gruppi di trenta persone al giorno, dallo scorso 3 novembre, i rom del campo di Salone sono stati accompagnati in questura dal personale dell'assessorato alle Politiche sociali del Campidoglio e da agenti della polizia municipale. Adulti e minori, per nuclei familiari e moduli abitativi. Il permesso umanitario di soggiorno servira' a sanare la posizione degli irregolari, ad esempio coloro che provengono dalla ex-Jugoslavia, dissoltasi con la guerra a meta' degli anni Novanta, e i loro figli, spesso nati in Italia da genitori irregolari. "In questi casi alcune persone fanno l'iter per chiedere l'asilo politico- spiega Improta- le domande vengono trasferite alla commissione territoriale competente del ministero dell'Interno e la richiesta puo' andare a buon fine oppure, in caso contrario, al questore viene data la possibilita' di decidere se rilasciare il permesso di soggiorno per motivi umanitari". Sono esclusi coloro che hanno precedenti penali gravissimi e reiterati, per i quali il questore emana un ordine d'arresto e scatta il rimpatrio nei paesi d'origine. I reati in questione sono "quelli puniti con l'arresto obbligatorio come il traffico di stupefacenti, la rapina aggravata, violenze, omicidi, reiterazione dei crimini- continua il dirigente della questura- per cui ci sia almeno una sentenza passata in giudicato, quindi non nel caso di una condanna in primo grado appellata". Conta anche la data in cui e' stato commesso l'ultimo reato. C'e' maggiore tolleranza per chi ha avuto guai con la legge in eta' giovanile ma ha condotto una vita onesta dopo essersi formato una famiglia. Un elemento sfavorevole e', invece, l'evasione scolastica dei figli. "Per capire la situazione di ognuno, con un'attivita' di registrazione o censimento, stiamo valutando la posizione penale di tutti e se ci sono precedenti ordini di espulsione- specifica il responsabile dell'Ufficio Immigrazione- facciamo una scheda completa tenendo conto anche della presenza di minori e della loro scolarizzazione". Su circa 250 capifamiglia esaminati, soltanto sei persone avevano un precedente decreto di espulsione e sono state mandate al Cie di Ponte Galeria. "Di queste alcune hanno fatto richiesta di asilo- dice Improta- e potrebbero essere rilasciate anche prima di sapere l'esito della domanda. Molti altri stanno presentando al tribunale dei minori la domanda di permesso di soggiorno per la tutela dei minori". Quest'ultimo viene concesso, a discrezione del magistrato, anche in presenza di reati penali, ma non di maltrattamenti in famiglia. A decidere e' il giudice minorile. Per quanto riguarda il reato di clandestinita', non si puo' contestare a chi era stato espulso prima dell'entrata in vigore del pacchetto sicurezza ed e' rimasto sul territorio della Repubblica. "Chi non ha obbedito al foglio di via- spiega il dirigente della questura- puo' essere accusato solo di inottemperanza all'espulsione". Pochi casi finora. "Emerge che molti rom hanno permessi di soggiorno per motivi di lavoro- continua Improta- per attivita' autonome come le ditte individuali di recupero dei metalli oppure per impieghi subordinati da mediatori culturali o dipendenti delle associazioni che gestiscono i progetti di scolarizzazione nei campi". Il permesso umanitario di soggiorno permette di stare sul territorio italiano e agevola la ricerca di un lavoro. Dopo l'aggiunta nel codice penale del reato di clandestinita', sanare le posizioni degli irregolari e' un'operazione che deve necessariamente precedere la consegna dei Dast, i documenti annunciati dal Campidoglio la scorsa primavera che autorizzano la sosta nei campi nomadi. E la distribuzione del Dast dovra' essere concomitante al piano nomadi per la ricollocazione nelle 13 strutture previste dal prefetto Giuseppe Pecoraro dei rom presenti nei campi e nelle baraccopoli da smantellare, come il Casilino 900. A rallentare le procedure e' la composizione variegata delle comunita' rom, sia sotto il profilo delle diverse nazionalita', sia sotto quello della posizione giuridica legata a richieste di asilo politico o apolidia. Ci sono poi bambini invisibili, minori ancora da iscrivere all'anagrafe, che si sta provvedendo a inserire nei registri capitolini. Infine, nel caso delle borseggiatrici con a carico molte sentenze e condanne, e' complesso risalire alla loro vera identita'. "Dalle impronte digitali scopriamo che sono persone che a ogni arresto hanno dato generalita' differenti e di conseguenza hanno fino a 20 identita' differenti", conclude Improta. "I rom sono soddisfatti di poter avere la documentazione in regola che gli consenta la presenza sul territorio" e' il commento di Salvo Di Maggio, presidente della cooperativa Ermes che gestisce il campo di via di Salone. (Wel/ Dire)