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Ode di Cesare Cremonini alla Garisenda ‘malata’: poetica e ‘storta’ come noi bolognesi

Il cantautore dedica un post al caso della torre a rischio crollo, mentre in città infuria la lite politica sulle responsabilità sulle condizioni del monumento. "Stringiamoci senza polemica alla nostra Garisenda", scrive il musicista

Pubblicato:17-11-2023 16:46
Ultimo aggiornamento:17-11-2023 16:46
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BOLOGNA- Ode alla Garisenda. “Resti il simbolo della nostra vita così poetica, speciale, un po’ storta e diversa, di questa città tanto amata in tutta Italia”. Sono le parole di un bolognese innamorato della sua città quelle dedicate da Cesare Cremonini alla torre pendente della (e sulla) via Emilia, che vive uno dei momenti più difficili della sua storia centenaria. “Stringiamoci con dolcezza e senza polemiche intorno alla nostra Garisenda”, scrive in un lungo post su Facebook dedicato al monumento.

QUANDO BOLOGNA ERA COME NEW YORK

“Cosa vuol dire Bologna ‘la città turrita’? Vuol dire che nel medioevo visse di uno splendore unico al mondo. Era uno dei centri culturali più importanti del suo tempo. La sua vista offriva ai visitatori un panorama urbano che non aveva nulla da invidiare alla New York di oggi“, ricorda il cantautore bolognese. “Le cento torri che si alzavano oltre le sue mura erano, come lo sono ora nelle grandi metropoli, in qualche modo il simbolo del ‘celodurismo’ del tempo, del potere militare, economico e di prestigio di quelle che ora vengono chiamate società, multinazionali e con altri nomi incomprensibili, ma che un tempo erano semplicemente ‘famiglie'”, si legge nell’excursus social sulla storia della torre, raccontata ai tanti fans dal musicista.

PENDENTE DA SUBITO, CONQUISTÒ DANTE

“Le famiglie proprietarie: nel medioevo hai voglia a dire che le dimensioni non contavano. E qui veniamo a noi, perché una delle più caratterizzanti di quel periodo era quella detta ‘della Garisenda’, cioè la torre della famiglia dei Garisendi. Già poco dopo la sua costruzione fu abbassata da sessanta a quarantotto metri (pensa per i Garisendi il dispiacere!) ma questo non bastò ad evitare la sua inclinazione causata dal cedimento del terreno”, prosegue Cremonini. “Una pendenza che la rese così famosa da attirare persino i versi di Dante Alighieri nella Divina Commedia. Cercateli, sono bellissimi“, invita.


24 SORELLE DA PROTEGGERE

Non dobbiamo sconfortarci se la storia (o la smania del potere dentro essa) prima o poi rischia di crollare– conclude- delle cento torri del Medioevo oggi ne rimangono solo ventiquattro. Ventiquattro sorelle da proteggere”.

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