NEWS:

VIDEO | Strage di Pylos, Alarm Phone: “La Grecia ha avuto ore per salvarli, Italia e Malta non sono assolti”

La denuncia di Alarm Phone: "Se nessun paese assume il coordinamento del salvataggio, tutti i Paesi infrmati restano responsabili. Il dovere di salvare permane"

Pubblicato:15-06-2023 19:51
Ultimo aggiornamento:16-06-2023 15:24

naufragio grecia (foto quotidiano Efimerida ton Sintakton)
FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

(L’immagine di copertina è tratta dal quotidiano Efimerida ton Sintakton)

ROMA – Non è possibile pensare che ci sia stato un fraintendimento con la Guardia costiera greca: l’allarme di Alarm Phone è partito moltissime ore prima della tragedia, ecco perchè parlare di incomprensioni non sta in piedi. Torna a parlare della strage di Pylos Alarm Phone, l’organizzazione che monitora le barche di migranti nel mar Mediterraneo, e lo fa attraverso le parole di Chiara Denaro, operatrice di Watch the Med- Alarm Phone. Che non solo esclude la possibilità di “fraintedimenti” con la Guardia costiera della Grecia, ma manda un messaggio chiaro anche a tutti gli altri paesi che erano stati coinvolti nella vicenda, e quindi Malta e Italia: se nessun paese si assume il comando del salvataggio, la responsabilità resta di tutti. “Il dovere di salvare permane”.

LEGGI ANCHE: Unicef: “Morte decine e decine di bambini chiusi nella stiva, questo è troppo”


“NON CI SONO STATI FRAINTENDIMENTI”

“Non è possibile che tra noi e la Guardia costiera greca ci siano state incomprensioni sul peschereccio affondato ieri nei pressi di Pylos“, dice Chiara Denaro, operatrice di Watch the Med- Alamr phone, che oltre a monitorare le navi si preoccupa anche di allertare coloro che possono intervenire: navi delle ong e mercantili, ma soprattutto i governi, che per legge sono obbligati a prestare soccorso con il supporto dell’agenzia europea per il controllo delle frontiere, Frontex. Prosegue Denaro: “Siamo stati contattati dall’imbarcazione che ci ha fornito la posizione Gps e ci ha comunicato di essere in pericolo e sovraffollata. Dopodiché abbiamo immediatamente allertato le autorità greche. Non c’è stato nessun fraintendimento“.

LEGGI ANCHE: Naufragio nell’Egeo, Alarm Phone: “A bordo 780 persone, Atene allertata subito”

L’organizzazione, all’indomani della tragedia, ha lanciato l’allarme sul fatto che le persone a bordo del peschereccio, stando alle parole dei migranti che si sono salvati, potevano essere 750: ad oggi, nonostante in Grecia proseguano le ricerche dei dispersi, sono stati trovati soltanto 78 corpi. I superstiti sono invece 104. A conti fatti i dispersi potrebbero dunque essere oltre 560. E più passa il tempo più si affievoliscono le speranze di trovarli in vita.

“CONTATTI COL PESCHERECCIO PERSI A MEZZANOTTE MA ALLARME LANCIATO ALLE 14”

È da ieri che Alarm Phone diffonde comunicazioni in cui ricostruisce la catena delle comunicazioni, ricordando di aver allertato anche le autorità di Italia e Malta a partire dalle 14.17 di martedì 13 giugno, di aver ottenuto le coordinate Gps alle 16.13 e di aver inviato una e-mail a Guardia costiera, Frontex e Unhcr Grecia alle 16.53. I contatti col natante sono andati persi dopo la mezzanotte e ciò apre all’ipotesi di una finestra di almeno otto-dieci ore per lanciare l’operazione di salvataggio.

LA GUARDIA COSTIERA SAPEVA CHE A BORDO NON C’ERANO PIÙ ACQUA E CIBO”

Ma da Atene smentiscono e oggi la Guardia costiera greca ha detto che dal peschereccio avrebbero rifiutato i soccorsi. “Sarebbe bastato tener conto delle informazioni che avevamo dato per far scattare l’operazione in tempo” denuncia Denaro. “Sapevano anche che lì le persone avevano finito acqua e cibo“. Sotto coperta, ha raccontato un superstite, ci sarebbero stati un centinaio di bambini.

L’esperta aggiunge ancora: “Teniamo presente che la Grecia respinge sistematicamente i migranti, quindi è plausibile che le persone abbiano avuto paura che, una volta salvate, le autorità le avrebbero riportate nei Paesi da cui stavano fuggendo”.

“SE NESSUN PAESE SI INCARICA DEL SALVATAGGIO, LA RESPONSABILITÀ RESTA DI TUTTI”

Quello che Alarm Phone invece non può confermare è se ci siano stati problemi nella catena di comunicazioni tra le diverse Guardie costiere e Frontex. Un passaggio che l’esponente dell’ong definisce “fondamentale, dato che da essa dipende l’assunzione del coordinamento da parte di un determinato Stato”. Se nessuno lo assume però, chiarisce subito Denaro, “tutti gli altri Paesi restano responsabili, essendo stati informati. Il dovere di salvare permane“.

L’attivista poi solleva il nodo della trasparenza: “Negli anni varie associazioni di legali e giuristi hanno cercato di capire come funziona la catena di comunicazione tra le varie autorità, ma almeno per l’Italia non è stato possibile perché sui documenti permane il segreto di Stato e l’interesse a tutelare le relazioni internazionali”. Impossibile inoltre dire se i due mercantili che Alarm Phone sapeva essere nei pressi del peschereccio in pericolo “abbiano ricevuto l’ordine dalle autorità di intervenire o non intervenire”. Per la legge del mare, il natante più prossimo a quello in difficoltà deve salvare e uno Stato può incaricarne uno privato di supplire. Ma al largo di Pylos, conclude l’attivista, ieri “abbiamo visto, di nuovo, che la priorità dei governi è sorvegliare le frontiere e non trarre in salvo le persone”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it


California Consumer Privacy Act (CCPA) Opt-Out IconLe tue preferenze relative alla privacy