ROMA – Solo il sostegno alla “resistenza” dell’Ucraina può portare a un ritiro delle truppe russe e a una pace “giusta”: questo il messaggio di un sit-in tenuto in serata a Castro Pretorio, a Roma, presso l’ambasciata di Mosca in Italia. A partecipare, accogliendo l’invito di associazioni e realtà di impegno civico, sia attivisti che esponenti della politica. Con loro, condividendo testimonianze sulle sofferenze causate dalla guerra sulle popolazioni, voci e rappresentanti delle comunità di origine ucraina, russa e bielorussa.
Il sit-in è stato promosso da associazioni e iniziative civiche, come il Movimento europeo di azione nonviolenta (Mean), Base Italia, Liberi Oltre, il Comitato giovani per l’Ucraina, la Rete dei piccoli comuni Welcome, Sale della terra, Ris e Casa del giovane.
A partecipare, a Castro Pretorio, di fronte all’ingresso della Biblioteca nazionale, anche il segretario del Pd Enrico Letta, il segretario di Azione, Carlo Calenda, i dirigenti di Più Europa Emma Bonino e Benedetto Della Vedova e l’ex presidente del Senato Pier Ferdinando Casini.
LEGGI ANCHE: La Cina dopo il voto dell’Onu: “Favorire dialogo e de-escalation”
È “orrendo” convocare manifestazioni per la pace ma poi non votare per il sostegno militare nei confronti dell’Ucraina: così all’agenzia Dire Carlo Calenda, segretario del partito Azione, a Castro Pretorio per un sit-in di supporto a Kiev organizzato nei pressi dell’ambasciata russa. La sua prima battuta è in risposta a una domanda se sia possibile e giusto concedere qualcosa a Mosca per favorire una tregua. “Non sta a noi dirlo, deve essere accompagnata l’Ucraina a deciderlo” sottolinea Calenda.
Il leader del Terzo polo aggiunge, in riferimento alla pace: “Non può nascere dal fatto che non si aiuta più l’Ucraina sperando che cada; questo è orrendo, è l’idea di coloro che convocano le manifestazioni per la pace ma poi non votano per il sostegno all’Ucraina”.
Solo il ritiro delle truppe russe dall’Ucraina può essere la base per una trattativa diplomatica: così all’agenzia Dire la deputata Lia Quartapelle, responsabile Esteri del Partito democratico (Pd), intervistata in occasione di un sit-in presso l’ambasciata di Mosca in Italia. “Questo è il posto giusto per fare pressione sulla Russia perché ritiri le truppe” sottolinea la parlamentare dem.
“Ogni giorno in più nel quale la Russia resta sul territorio ucraino è un giorno in più nel quale ucraini sono stuprati, uccisi, torturati e deportati“. Quartapelle continua: “È per questo che siamo qui a chiedere la fine dell’aggressione di Putin e il ritiro immediato delle sue truppe“.
Cessate il fuoco e conferenza internazionale, alla quale però l’Ucraina potrà sedere “non umiliata né cancellata dalla carta geografica” solo se la sua “resistenza” sarà ancora sostenuta: queste le tappe necessarie per la pace, secondo Luigi Manconi, sociologo e presidente dell’associazione ‘A buon diritto’. Le sue dichiarazioni sono rilasciate all’agenzia Dire in occasione di un sit-in a Castro Pretorio, nei pressi dell’ambasciata di Mosca in Italia.
Secondo Manconi, nel conflitto in Ucraina va detto che “la responsabilità è in primo luogo della Russia” e che “il Cremlino è oggi il principale ostacolo a una trattativa“. Il presidente di ‘A buon diritto’ continua sottolineando che ci sono anche altre responsabilità, “degli Stati Uniti, della Nato e dell’Europa”, ma rivolge nel complesso un appello “a guardare alla sostanza” delle cose. “E la sostanza ci dice”, sottolinea Manconi, “che l’aggressore è la Russia, che porta avanti una politica imperialista che costituisce un pericolo per tutti noi“.
Infine, sul percorso di pace. “La base per le trattative è un cessate il fuoco e poi una conferenza internazionale“, riferisce Manconi, “ma voglio ricordare che il sostegno alla resistenza Ucraina è ciò che potrà consentire all’Ucraina di sedersi al tavolo della trattativa non umiliata e non cancellata dalla carta geografica”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it