FAENZA – Contro ‘Bella Ciao‘ si è sollevata una polemica “assurda e priva di qualsiasi fondamento”, nonché “un sottointeso attacco alla scuola e al ruolo degli insegnanti”. Dalla Giunta comunale di Faenza, nel ravennate, parte la difesa della professoressa di musica attaccata da consiglieri comunali, regionali e anche deputati di centrodestra per aver assegnato ai suoi studenti di seconda media lo studio del canto partigiano per antonomasia.
È scoppiato proprio dalla Romagna, a Faenza, il casus belli che ha messo al centro l’inno italiano della Liberazione. A lanciare il sasso per primo contro, il consigliere faentino del Gruppo Misto, Gabriele Padovani, che ha annunciato interrogazione e ordine del giorno per l’iniziativa dell’insegnante in una scuola di Faenza, giudicando la celebre canzone “eccessivamente politicizzata”.
A nulla sono valsi lo stupore della stessa insegnante, e probabilmente anche degli studenti: per ancuni tra i più giovani ‘Bella Ciao’ è una canzone ascoltata nella serie tv del momento. A farla tornare in auge di recente è stata infatti ‘La Casa di Carta‘, fiction di produzione spagnola trasmessa su Netflix. Invece, alle critiche di Padovani, a ruota è seguito il monito di Andrea Liverani, consigliere regionale della Lega: “La politica resti fuori dalla scuola italiana“. E ancora il parlamentare leghista Gianni Tonelli si è subito attivato per informare il ministero e anticipare una interrogazione parlamentare sulla vicenda.
A prendere le parti dell’insegnante e a favore di ‘Bella Ciao’ è oggi la Giunta comunale di Faenza: “Confondere come ‘di parte’ un canto universale come ‘Bella Ciao’ che simboleggia la lotta al nazifascismo e il desiderio di libertà – manda a dire l’amministrazione – significa avere una visione distorta della realtà, della storia e dei valori fondativi della Costituzione”.
A preoccupare la Giunta è poi “il sottointeso attacco alla scuola e al ruolo degli insegnanti” contenuto in queste polemiche. Al contrario si rileva l’importanza del compito educativo in capo a dirigenti scolastici ed insegnanti che svolgono in continuo dialogo con istituzioni e con la comunità: “Si pensi ad esempio ai progetti di educazione civica e di consulta dei ragazzi – prosegue la Giunta – in un patto reciproco per ribadire assieme l’importanza dei valori della democrazia, della libertà e della solidarietà“. Di qui l’espressione di “solidarietà e vicinanza all’insegnante e all’istituto comprensivo Bendandi – conclude la Giunta – coinvolti da una polemica che svilisce non solo loro, ma il sistema educativo nel suo insieme”.
Sulle polemiche contro ‘Bella ciao’ nelle scuole interviene infine anche anche la Cgil Flc di Ravenna: “È svilente – mandano a dire i sindacalisti – pensare e credere che in un momento storico-culturale così particolare come questo, un testo intriso di valori universali di libertà e opposizione alle dittature e alla guerra, che non presenta al suo interno alcun riferimento politico o religioso, un testo divenuto l’emblema dell’antifascismo e della resistenza possa diventare, invece simbolo di faziosità politica”.
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