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VIDEO | Scuola, incursione “Sì Dad” durante protesta a Napoli. Genitore: “Sono stato aggredito”

Un diverbio tra sostenitori e detrattori della didattica a distanza si è innescato prima dell'avvio della manifestazione, a causa di una mascherina abbassata

Pubblicato:07-01-2021 18:33
Ultimo aggiornamento:07-01-2021 18:35

protesta dad napoli
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NAPOLI – Incursione di un piccolo gruppo di genitori pro Dad del movimento ‘Tuteliamo i nostri figli – Scuole chiuse in Campania’ alla manifestazione indetta a Napoli dalla rete contraria alla didattica a distanza convocata nel primo pomeriggio di oggi fuori a palazzo Santa Lucia. “Siamo venuti qui per esprimere semplicemente la nostra idea e le nostre opinioni. C’é una minoranza di persone, sono negazionisti, no dad, no vax e no mask. Sono una minoranza ma sono molto agguerriti: io mentre ero qui sono stato aggredito da una persona senza mascherina soltanto perché volevo esprimere il mio parere“, ha raccontato Ferdinando Piciccio del gruppo Tuteliamo i nostri figli.

Prima dell’avvio della manifestazione, si è infatti acceso un diverbio tra i pro e i contro Dad a causa di una mascherina abbassata. Il litigio è proseguito per alcuni secondi e Piciccio ha detto di essere stato aggredito a colpi di ombrello. “La dad – ha spiegato Piciccio – dà ai nostri figli la possibilità di continuare a studiare. Teatri, cinema e palestre sono chiusi, perché dovremmo mandare i nostri figli rinchiusi in un’aula con altri 30 studenti? È impossibile non contagiarsi. La dad è il giusto compromesso per tutelare la didattica, preservando la salute”.

Piciccio, genitore di uno studente, ha detto di non sapere ancora se, alla ripresa della didattica in presenza, manderà suo figlio a scuola. “Se oggi riaprissero le scuole – ha sottolineato – io e moltissimi altri genitori non manderemo i nostri figli a scuola. Parlano tanto di dispersione scolastica, ma con la ripresa della didattica in presenza avremo una fortissima dispersione, mentre oggi con la dad le cose funzionano e molti ragazzi hanno imparato davvero ad usare il computer. Prima lo accendevano solo per i videogiochi. Sono convinto che il 50% della popolazione scolastica non parteciperà alle lezioni in presenza”.


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