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Tridico e lo stipendio triplicato, è bufera sul presidente dell’Inps. Serracchiani: “Sconcertante”

Con un decreto firmato il 7 agosto da Catalfo e Gualtieri, lo stipendio di Tridico è passato da 62 mila euro a 150 mila. Le opposizioni chiedono che si dimetta

Pubblicato:26-09-2020 12:44
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:57
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ROMA – È bufera sul presidente dell’Inps Pasquale Tridico dopo la notizia raccontata da Repubblica sull’aumento di stipendio avvenuto in sordina durante l’estate. Secondo quanto previsto dal decreto interministeriale firmato dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e da quello dell’Economia Roberto Gualtieri il 7 agosto, infatti, lo stipendio del presidente Inps è passato (con valore retroattivo a partire dal 15 aprile 2020) da 62 mila euro a 150mila euro. Una cifra che supra di gran lunga anche quanto guadagnato dal predecessore Tito Boeri, fermo a 103mila. Coro di proteste da parte delle opposizioni con richiesta di dimissioni che arrivano da più parti, dalla Lega a Forza Italia.

Sul caso interviene anche la presidente della commissione Lavoro della Camera Debora Serracchiani, che definisce la vicenda “sconcertante” e sottolinea il “deficit di trasparenza”. Dal canto suo, l’Inps ha diffuso una nota ufficiale dove specifica che a Tridico non sono stati corrisposti arretrati: si è trattato di un adeguamento di stipendio (che ha riguardato oltre alla carica del presidente anche quella del vice e dei consiglieri di amministrazione), con decorrenza dal giorno di insediamento del Cda, ovvero il 15 aprile 2020.

SERRACCHIANI: “VICENDA SCONCERTANTE”

“La vicenda dell’aumento dello stipendio del presidente dell’Inps ha aspetti sconcertanti, se non altro per la tempistica e per un deficit di trasparenza. Confido che la legittimità dell’adeguamento non sia in discussione, anche in considerazione degli stipendi percepiti dai dirigenti statali di prima fascia, ma certo il momento avrebbe suggerito di valutare e gestire questo provvedimento con una diversa e più avvertita sensibilità”. Lo afferma la presidente della commissione Lavoro della Camera Debora Serracchiani, in merito al decreto interministeriale che aumenta lo stipendio del presidente dell’Inps, Pasquale Tridico.


INPS: NON E’ STATO CORRISPOSTO NESSUN COMPENSO ARRETRATO A TRIDICO

La Direzione Risorse Umane dell’Inps comunica che “non ha corrisposto al Presidente Tridico compensi arretrati in seguito all’emanazione del Decreto del 7 agosto 2020 e, in ogni caso, gli Uffici dell’Istituto non hanno mai previsto l’erogazione di un compenso arretrato al Presidente per il periodo che va da maggio 2019 al 15 aprile 2020. Pertanto, la notizia apparsa sul quotidiano La Repubblica di oggi, a firma di Giovanna Vitale, in merito ad un compenso arretrato al Presidente pari a 100mila euro è priva di ogni fondamento”. Così in una nota Maria Grazia Sampietro, Direttore centrale Risorse Umane. Il decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze 7 agosto 2020, a seguito della ricostituzione del Consiglio di Amministrazione dell’Istituto, ha fissato la misura dei compensi nei confronti del Presidente, del Vice Presidente e dei Consiglieri di Amministrazione, come previsto dall’art. 3, comma 11, del decreto legislativo n. 479/1994. In particolare, i compensi annui al lordo delle ritenute fiscali e dei contributi previdenziali obbligatori a carico del percipiente, a favore dell’Organo di Amministrazione sono i seguenti:  Presidente: 150.000 euro; Vicepresidente: 40.000 euro elevabili a 60.000 in caso di deleghe; Consiglieri di Amministrazione: 23.000 euro. Nel rispetto della normativa vigente in materia, “la decorrenza dei predetti compensi è fissata a partire dall’effettivo esercizio della funzione, ossia dal 15 aprile 2020, data di insediamento del Consiglio di Amministrazione”.

Detta regola, prosegue la nota, “vale anche per il Presidente dell’Istituto, Pasquale Tridico, ancorché abbia svolto la funzione di Presidente dell’Istituto già da maggio 2019. Difatti, anche per il Presidente la nuova misura dei compensi stabilita dal citato decreto interministeriale decorre dall’assunzione della carica di Presidente del ricostituito Consiglio di Amministrazione. La Vice Presidente, Maria Luisa Gnecchi, in quanto percettrice di un trattamento pensionistico obbligatorio, svolge l’incarico a titolo gratuito. Parimenti, è svolto a titolo gratuito l’incarico di Consigliere di Amministrazione Rosario De Luca, che ha rinunciato ai relativi compensi”.

OPPOSIZIONI IN RIVOLTA: “DIMISSIONI”

SALVINI: TRIDICO PAGHI CIG, POI SI DIMETTA

“Inps, non ho parole. Invece di aumentarsi lo stipendio, il presidente dell’Istituto prima paghi la cassa integrazione alle centinaia di migliaia di lavoratori che la aspettano da mesi, poi chieda scusa e si dimetta”. Lo dichiara il leader della Lega Matteo Salvini.

CALDEROLI: UNA VERGOGNA L’AUMENTO A TRIDICO

L’Inps non ha ancora erogato la cassa integrazione e i sussidi promessi dal Governo a decine di migliaia di lavoratori italiani e intanto il suo presidente, nonostante gli errori commessi in questi mesi, al posto che una lettera di licenziamento si vede raddoppiare lo stipendio e pure con effetto retroattivo? Se non ci fosse da piangere mi verrebbe da ridere. Che vergogna”. Lo dichiara il senatore Roberto Calderoli, vice presidente del Senato.

ROMEO (LEGA): TRIDICO INOPPORTUNO, MOSTRI SERIETÀ E SI DIMETTA

“È inaccettabile che, mentre migliaia di italiani attendono ancora la cassa integrazione, il presidente Tridico si aumenta lo stipendio, pretendendo anche gli arretrati, col benestare dei Cinque Stelle e del ministro Catalfo. Ma con quale coraggio, basta trattare le istituzioni del Paese come cose di proprietà, mortificando il buonsenso. Tridico mostri serietà, chieda scusa per la sua mossa inopportuna e rassegni le dimissioni”. Così il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo.

LOLLOBRIGIDA (FDI): AUMENTO STIPENDIO PER TRIDICO? VERGOGNA

“Abbiamo capito bene? Stipendio aumentato con effetto retroattivo per il presidente Inps Pasquale Tridico? Lo stesso Tridico, uomo dei Cinquestelle, passato alla storia per il caos della gestione della cassa integrazione e del bonus delle partite Iva, assegno che attendono ancora milioni di cittadini; tra i responsabili dei mancati controlli sui requisiti per l’erogazione del Reddito di cittadinanza, finito infatti anche nelle tasche di criminali e presunti assassini; colui che ad agosto venne in commissione Lavoro alla Camera e invece di riferire puntualmente sullo scandalo del bonus accreditato ai parlamentari furbetti finì col fare un mero comizio elettorale… Sostanzialmente un incompetente che ha fatto solo danni, che ha mal gestito l’istituto di previdenza con imperdonabili ricadute su milioni di italiani ma che, secondo il Governo Conte, merita addirittura un premio. Mentre gli italiani fanno ancora i conti con la crisi economica, Tridico passa infatti da 62mila a 150mila euro di retribuzione: circa il 50% in più di quanto guadagnato dal suo predecessore Boeri. Senza dimenticare la quota di arretrati che a spanne sarebbe di circa 100mila euro. Adesso basta, la misura è davvero colma. Chiediamo le dimissioni di Tridico e le scuse immediate di tutto l’esecutivo per questa ennesima vergogna firmata Movimento 5 stelle”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.

CARFAGNA: TRIDICO? VOLEVA ABOLIRLA MA M5S ALIMENTA SUA CASTA

“Dall’aboliamo la casta ad alimentiamo la casta, basta che sia la nostra. Il credo del Movimento 5stelle è cambiato con la stessa velocità che è servita a firmare l’aumento stratosferico per lo stipendio del direttore dell’Inps Pasquale Tridico. Tutto questo è scandaloso e lo è ancora di più nel momento di crisi che stiamo vivendo con la cassa integrazione non versata o erogata in perenne ritardo, con le persone che perdono il lavoro, le aziende e gli esercizi commerciali che chiudono. Non si possono chiedere sacrifici su sacrifici agli italiani e poi permettere questi scempi”. Lo dichiara Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia.

RONZULLI (FI): LAVORATORI ASPETTANO CIG E TRIDICO SI ALZA STIPENDIO

“I lavoratori ancora aspettano la cassa integrazione e il presidente dell’Inps ha invece ben pensato di aumentarsi lo stipendio, oltretutto con effetto retroattivo. Cosa ne pensano i suoi sponsor al governo? Dopo la gestione catastrofica dell’ente, a partire dai mancati controlli delle domande per il reddito di cittadinanza – finito addirittura nelle tasche di numerosi malavitosi – per arrivare ai disastri fatti durante l’emergenza Covid, questo nuovo scandalo impone un cambio immediato al vertice dell’Inps. Non è accettabile che chi, per risparmiare il costo di un caffè al giorno, ha voluto il taglio dei parlamentari consenta ai propri amici in posti apicali di raddoppiarsi lo stipendio”. Così, in una nota, la vicepresidente di Forza Italia, Licia Ronzulli.

NOVELLI (FI): AUMENTO TRIDICO INDEGNO, CATALFO RIFERISCA A CAMERE

“Il ministro del Lavoro venga al piu’ presto a riferire alle Camere sull’indegno aumento dello stipendio del presidente dell’Inps. Mentre nel Paese imperversava la pandemia e milioni di lavoratori non avevano certezze sul loro futuro i vertici dell’Inps hanno proditoriamente deciso di raddoppiare i compensi del presidente. Una decisione sconsiderata avallata dal governo mentre centinaia di migliaia di lavoratori aspettavano, e ancora aspettano, la cassa integrazione. Il ministro Catalfo abbia la dignita’ di presentarsi davanti ai parlamentari per rendere conto della sua firma sotto quell’atto, magari non prima di aver preteso le dimissioni del signor Tridico”. Lo scrive in una nota il deputato di Forza Italia Roberto Novelli.

MULÈ (FI): TRIDICO RINUNCI AD AUMENTO, CHIEDA SCUSA E SI DIMETTA

“Ci sono migliaia e migliaia di italiani che aspettano da mesi la cassa integrazione e il presidente Tridico pensa bene di ‘integrarsi’ lo stipendio per giunta con gli arretrati: un aumento, come riferisce Repubblica, di quasi il triplo rispetto a quello attuale. Proprio lui, Tridico, tra i più grandi sostenitori del reddito di cittadinanza dà uno schiaffo in faccia alla povertà e prova a fare il furbetto del bonus. L’unica cosa che gli resta da fare è rinunciare all’aumento di stipendio, chiedere scusa e dimettersi immediatamente. Non lo farà né gli chiederanno di farlo i suoi mentori, gli ipocriti del Movimento 5 Stelle lesti a mettere le mani nelle tasche degli italiani ma prontissimi a riempire quelle degli amici”. Così Giorgio Mule’, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato.

BERNINI (FI): A TRIDICO REDDITO DI ARROGANZA

“Mezzo milione di italiani aspetta ancora la cassa integrazione e il presidente dell’Inps, cin l’avallo del governo, si triplica lo stipendio con effetto retroattivo. Questa è la morale dei predicatori anticasta, che premiano così una gestione fallimentare, come del resto quella di Parisi all’Anpal. È la nuova frontiera del grillismo al potere: il reddito di arroganza”. Lo afferma in una nota la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini.

FARAONE: VOLEVANO DIMEZZARE STIPENDIO ALTRUI, FINITI A RADDOPPIARE PROPRIO

Davide Faraone, capogruppo al senato di Italia viva, commenta con ironia quella che chiama “la metamorfosi dei populisti”. In relazione all’aumento dello stipendio del presidente Inps Pasquale Tridico, Faraone richiama “la spericolata inversione a U di quelli che prima trascorrevano le giornate a contare le auto blu degli altri e adesso, giunti al potere, viaggiano in sterminati cortei di fuoriserie coi lampeggianti da far invidia al presidente degli Usa; quelli che inorridivano per gli staff dei “politici” e oggi hanno uffici di gabinetto degni della corte di Versailles; quelli che volevano dimezzare gli stipendi degli avversari e sono finiti a raddoppiare gli stipendi degli “amici”; quelli che volevano aprire il Parlamento come una scatola di tonno, ma quando hanno assaggiato il tonno ne sono diventati ghiotti. La sbornia populista della retorica anti-casta che per anni ha monopolizzato il dibattito politico è finita così, in farsa. Restano solo il mal di testa, le vertigini e un retrogusto amaro al sapore di ipocrisia”.

CESA (UDC): DA M5S UNO SCHIAFFO A TUTTI GLI ITALIANI IN DIFFICOLTÀ

“Dopo i dati diffusi ieri, con 500 mila casse integrazioni non pagate dall’inizio dell’emergenza, Tridico ha ottenuto un aumento di stipendio. Tutto ciò con il benestare dei 5 Stelle che, da una parte, hanno sostenuto l’importanza del taglio dei parlamentari per ridurre la spesa pubblica, mentre, dall’altra, consentono al presidente dell’Inps di arrivare a percepire 150 mila euro annui. Oltretutto con effetto retroattivo, quindi dal momento dell’insediamento. È uno schiaffo per tutti gli italiani in difficoltà che senza la cig hanno problemi per far fronte alle spese di tutti i giorni”. Lo dichiara in una nota Lorenzo Cesa, Segretario Nazionale Udc.

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