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FOTO | VIDEO | ‘Patrick Zaky libero’: a Bologna scendono in piazza in migliaia

Il sindaco Merola: "Questa è la voce di Bologna", il rettore Ubertini: "Questo e' il nostro grande abbraccio a Patrick"

Pubblicato:17-02-2020 18:15
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 17:00

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BOLOGNA – Hanno partecipato in migliaia al corteo organizzato a Bologna dell’Alma Mater per chiedere la liberazione di Patrick Zaky. Al grido di ‘Patrick libero’ la manifestazione è aperta dal Consiglio degli studenti dell’Ateneo. Dietro lo striscione di testa ci sono il rettore Francesco Ubertini e il sindaco Virginio Merola, insieme ad altri esponenti dell’Università e delle istituzioni cittadine.

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“QUESTA È LA VOCE DI BOLOGNA”

“Questa è la voce di Bologna”: così il sindaco Virginio Merola sottolinea la grande partecipazione al corteo. 

“Questo è il nostro grande abbraccio a Patrick– dice il rettore Ubertini- per stringerci a lui e chiedere con forza di riaverlo nelle nostre aule a Bologna. È una bellissima risposta”. Questa “è la voce di Bologna- aggiunge il sindaco- qui l’Università è nata prima del Comune e gli studenti da sempre sono cittadini, non ospiti. Siamo una città forte, con relazioni col mondo. Non resteremo passivi. Il popolo egiziano è orgoglioso, ma anche noi lo siamo”. Merola prosegue: “La prima condizione della libertà è farsi sentire contro soprusi e oppressione. Bologna è allenata in questo”. Il sindaco rilancia poi l’appello al Governo italiano e alla Ue di muoversi per la liberazione di Patrick. “È importante fare pressione insieme- afferma Merola- perché il nazionalismo non riesca a dividere. È il momento per l’Europa di farsi sentire, come stanno facendo le città e gli Atenei”. In coda al corteo, dietro ai gonfaloni di Comune e Università, si sono uniti alla manifestazione anche i collettivi, che nel pomeriggio si erano radunati in piazza Verdi e che chiedono all’Alma Mater di interrompere i rapporti con l’Egitto. “Noi non abbiamo rapporti con il Governo egiziano- precisa in risposta il rettore- abbiamo progetti di sviluppo e di ricerca con gli atenei egiziani. Sono ponti che non crediamo di dover interrompere, in un momento in cui servono semmai più ponti”, sostiene Ubertini.

(Le foto sono di Davide Landi)


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