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Alex Marangon: è omicidio. Svolta nelle indagini sul 25enne trovato morto nel Piave

L'autopsia svela l'ipotesi peggiore: il ragazzo che aveva partecipato al party con riti sciamanici è stato ucciso con colpi mortali alla testa e al torace. "Chi sa, parli"

Pubblicato:07-07-2024 10:50
Ultimo aggiornamento:07-07-2024 10:50
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BOLOGNA – L’autopsia dà una svolta alle indagini sulla morte di Alex Marangon, il 25enne ritrovato morto nel fiume Piave, dopo aver partecipato a una festa a base di allucinogeni e riti sciamanici in provincia di Treviso. Dall’ipotesi di un suicidio accidentale, l’inchiesta infatti vira all’omicidio: il barman di Marcon, paese del veneziano, sarebbe stato infatti prima aggredito, con numerosi colpi fatali alla testa e al torace, e poi gettato poi nel fiume.

LA FESTA SCIAMANICA, LA SCOMPARSA, IL RITROVAMENTO NEL FIUME

Il ragazzo aveva partecipato a un rito sciamanico in un evento organizzato all’abbazia sconsacrata di Vidor: in un primo tempo si era pensato che dopo l’assunzione di allucinogeni e sostanze psichedeliche si fosse allontanato in stato confusionario per cadere accidentalmente nel fiume. Ma secondo i medici legati la morte sarebbe sopraggiunta prima di finire nel fiume: nel suo corpo infatti, oltre a sostanze alteranti, sono state trovate anche numerose ferite, anche mortali, alla testa e al torace, causate da un oggetto contundente.
Il corpo del 25enne era stato trovato privo di vita su un isolotto a Ciano del Montello lo scorso 2 luglio, dopo aver fatto perdere le proprie tracce il 30 giugno: risultava sparito dopo aver partecipato a una due giorni di riti sciamanici bevendo ayahuasca nell’Abbazia sconsacrata di Vidor, provincia di Treviso, a qualche chilometri di distanza da dove è stato ritrovato senza vita. L’autopsia ha chiarito le dinamiche della morte. L’esame è stato eseguito dal medico legale Alberto Furlanetto, nominato dalla Procura di Treviso, e da Antonello Cirnelli, perito della famiglia della vittima.

“MORTO PER CAUSE VIOLENTE NON ACCIDENTALI”

Il procuratore capo di Treviso Marco Martano spiega quindi che la morte di Alex è avvenuta per “cause violente e non accidentali”. E ancora: “L’ipotesi più probabile- prosegue- è che Alex abbia subito un’aggressione con un corpo contendente e sia finito in acqua dopo qualche minuto, già in condizioni gravissime, e poi sia annegato nel fiume”.


AL VAGLIO L’POTESI DELL’AGGRESSIONE DI UN BRANCO

La morte sarebbe stata causa da un’emorragia interna dovuta a un trauma al torace. Il referto ha anche evidenziato numerose ferite alla testa, provocate verosimilmente da un oggetto contundente. Non solo, si fa avanti la terribile ipotesi di un’aggressione violenta da parte di più persone. L’esame su Alex “restituisce un quadro inquietante, quello di una aggressione potente, sfuggente, nel corso di una colluttazione che male si concilia con il caso”, afferma infatti a TgCom24 l’avvocato Nicodemo Gentile, che assieme al collega Stefano Tegani assiste la famiglia Marangon. “Non c’è ragione -aggiunge – e motivi per credere al suicidio o cose diverse”.

L’APPELLO DELLA FAMIGLIA: “CHI SA, PARLI”

Per la famiglia, fin dall’inizio, l’ipotesi era quella dell’omicidio. L’autopsia “ha evidenziato – dice ancora Gentile – una botta sulla parte sinistra della testa, addebitando l’accaduto a più di una persona”. Dunque Alex sarebbe stato ucciso da più persone.  Per i familiari “c’è chi sa, ha lasciato morire Alex senza intervenire e ora resta in silenzio senza riferire la verità”. Di qui l’appello al gruppo che ha partecipato al rito, circa una ventina di persone: “L’appello che vi rivolgiamo, con spirito di pietà – dicono attraverso i legali- è di parlare: più persone sanno quello che è successo”.

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