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Il nuovo presidente del Festival della Scienza: “Esportiamo scienziati nel mondo, il problema è riprenderseli”

Massimo Nicolò guiderà per i prossimi 4 anni la grande manifestazione che ormai è diventata un punto di riferimento a livello internazionale

Pubblicato:05-07-2024 19:17
Ultimo aggiornamento:05-07-2024 19:17

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ROMA. “Sono molto orgoglioso e contento di essere stato nominato dai soci del Festival della Scienza come nuovo presidente. È un mandato che dura quattro anni, ho iniziato l’altro ieri e ho già in mente una serie di idee. Certamente non stravolgerò quello che è stato fatto dai miei predecessori, perché hanno fatto un lavoro più che decoroso, con dei risultati davvero molto importanti. Ma chiaramente bisogna sempre migliorarsi e portarsi avanti, quindi per il futuro, per l’edizione del 2025, proverò e cercherò di dare un po’ più di attenzione al mondo della evidenze scientifiche”.

Così Massimo Nicolò, da poco eletto nuovo presidente del Festival della Scienza, nel corso di una intervista rilasciata alla Dire a Roma a margine di un evento in Senato dedicato al benessere visivo. Il professor Nicolò, docente universitario e responsabile del Centro Retina e Maculopatie della Clinica Oculistica dell’Università di Genova, guiderà per i prossimi quattro anni la grande manifestazione (in programma dal 24 ottobre al 3 novembre 2024) che ormai da 21 anni è diventata un punto di riferimento a livello internazionale per la diffusione della cultura scientifica. L’oftalmologo sostituisce il precedente presidente del Festival, Marco Pallavicini.

“La scienza è fatta di evidenze- ha proseguito Nicolò- di dimostrazioni e di sperimentazioni che vanno in qualsiasi ambito; io faccio il medico e quindi probabilmente ho un’impronta più sulle sperimentazioni cliniche, su come avvengono e su come funzionano, dalla ricerca di base alla traslazione nella pratica clinica di tutti i giorni”.


Ma come è posizionata l’Italia, a livello europeo ma anche mondiale, nel campo della scienza?

“Esportiamo scienziati italiani in tutto il mondo- ha risposto Nicolò alla Dire- il problema non è farli andare via per diffondere il loro pensiero scientifico, ma poi riprenderseli. Questa credo che sia la cosa più difficile”. A suo tempo, ha ricordato il professor Nicolò, c’è stata l’iniziativa governativa sul rientro dei cervelli in Italia, che “ha dato risultati importanti, ma dobbiamo continuare. La cosa che tengo a sottolineare, però, è che all’estero non è tutto rose e fiori come si vuole dipingere: il mondo della scienza e della ricerca anche all’estero è fatto di fatica, di sudore, e tutti lottano per avere finanziamenti. Pochi dei ricercatori e degli scienziati che vivono all’estero, italiani e non, non hanno il posto fisso ma vivono quotidianamente di approvazione di progetti di ricerca. Anche questo è un dato che tengo a sottolineare”, ha concluso.

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