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Da Disney ai big di Hollywood, i grandi finanziatori stanno mollando Biden. Ed è un problema

Nascono fondi per sostenere le candidature alternative al Presidente. Senza l'appoggio dei "Super PAC", Biden crollerebbe

Pubblicato:05-07-2024 13:37
Ultimo aggiornamento:05-07-2024 17:13

Joe Biden contestato per gaza
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ROMA – Al netto delle dichiarazioni – “non mollo”, “avanti fino alla fine” e retorica annessa – Joe Biden ha un problema, serio: i grandi finanziatori lo stanno abbandonando. E potrebbe essere la leva finanziaria la prima breccia nel muro che il Presidente degli Stati Uniti sta tenendo su a fatica dopo il primo disastroso dibattito tv contro Trump. E’ la vecchia regola, che nelle campagne per la Casa Bianca vale doppio: follow the money. Se i soldi vanno altrove non c’è verso di non seguirli, “fino alla fine” per dirla con Biden.

Il New York Times ha raccontato che un gruppo di miliardari e facoltosi imprenditori ha costituito un fondo per raccogliere donazioni per foraggiare la campagna di un eventuale sostituto di Biden. Si chiama Next Generation PAC, e in teoria dovrebbe raccogliere circa 100 milioni di dollari. Li sbloccheranno solo se Biden lascerà la sua candidatura. Se non dovesse farlo, i soldi verrebbero usati per finanziare le campagne dei Democratici alle elezioni locali.

Tra quelli che nel frattempo hanno già pubblicamente “mollato” Biden, ci sono anche nomi con un certo seguito: Reed Hastings, ex amministratore delegato di Netflix, Ari Emanuel, potentissimo agente di Hollywood (fratello di Rahm, attualmente ambasciatore di Biden in Giappone ed ex capo di gabinetto di Obama), ma anche l’imprenditore Gideon Stein e la filantropa Karla Jurvetson. Per non parlare di Abigail Disney, nipote di Walt Disney ed erede di buona parte del suo enorme patrimonio. “Biden è un brav’uomo che ha servito bene il proprio paese, ma la posta in gioco è troppo alta per lasciare che la pavidità determini il corso delle nostre azioni”, ha detto. Ma anche il noto produttore Damon Lindelof, che ha addirittura lanciato una campagna dal nome emblematico, “DEMbargo”: stop ai finanziamenti ai Democratici finché Biden non si sarà ritirato.


Secondo l’ultima rendicontazione periodica – a giugno – Trump e il Partito Repubblicano avevano raccolto per la campagna 235 milioni di dollari, Biden e il Partito Democratico i 212 milioni. Rischiano di diventare i “Super PAC”, ora, i grandi oppositori di Biden nella sua dolorosa corsa alla Casa Bianca.

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