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Dalla vittoria laburista in Gran Bretagna una lezione per il Pd di Elly Schlein?

La strategia vincente del laburista Keir Starmer, dato per vincente in Gran Bretagna, potrebbe aiutare anche il Pd di Elly Schlein: l'editoriale del direttore Nico Perrone

Pubblicato:04-07-2024 20:03
Ultimo aggiornamento:04-07-2024 20:03

keir starmer gran bretagna
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ROMA – Ancora poche ore e sapremo. Alle 23 in Italia, infatti, arriverà il primo exit poll e potremo già sapere con quale distacco percentuale il Labour di Keir Starmer vincerà le elezioni in Gran Bretagna mandando all’opposizione ciò che rimarrà dei Conservatori dopo 14 anni di governo  guidati al momento dal milionario Rishi Sunak. Per la verità tutti i sondaggi che circolano in queste ore parlano di una vittoria netta, con oltre 20 punti di distanza: 40% i laburisti, 20% i conservatori. In questo caso, dati alla mano, la straordinaria vittoria si tradurrebbe in 428 seggi per il partito laburista, in aumento rispetto ai 203 della precedente legislatura, con solo 127 seggi ai conservatori drammaticamente in calo rispetto ai 365 dell’ultima elezione. In pratica il partito laburista si troverebbe con ben 102 seggi in più rispetto ai 326 che servono per avere la maggioranza.

Dopo la batosta elettorale dei laburisti avvenuta solo tre anni fa, con Starmer che per un attimo pensò di mollare, il leader invece alla fine è riuscito a sanare la ferita e, soprattutto, a ricompattare il partito eliminando le tante divisioni interne. Vero che una grande mano è venuta dalla crisi dei conservatori, che in questi anni hanno cambiato una frotta di primi ministri e che, ora si può dire, altro non hanno fatto che generare caos e confusione, facendo scappare a gambe levate milioni e milioni di elettori. Per quanto riguarda il leader laburista, i critici lo attaccano perché manca di carisma… ma forse è proprio questo suo essere sobrio ad esser visto come punto di forza rispetto alle tante inversioni a ‘u’ e agli scandali che visti in casa ‘Tories’. L’idea portante di Starmer è stata quella di puntare sul Labour come partito di governo e non mero movimento di opposizione e di protesta radicale come disegnato da Corbyn, il precedente leader costretto alle dimissioni e negli ultimi mesi buttato fuori anche dal partito. Starmer, che con altissima probabilità sarà il nuovo primo ministro, ha puntato su un programma incentrato sulla stabilità economica, energia green, la sanità pubblica rimessa a posto, sulla sicurezza delle frontiere e la lotta alla criminalità.

Per quanto riguarda la sua strategia vincente, che potrebbe aiutare anche il Pd di Elly Schlein, al primo posto c’è la ri-conquista degli elettori persi negli ultimi anni, quelli che non hanno creduto più alle promesse Labour scegliendo i Conservatori. Dati alla mano, oggi il 56 per cento di questa grande fetta di elettori voterà laburista contro il 15 per cento per i tories. Altra figura di elettore ideale riconquistato è quello che vive in città e nei sobborghi di tutto il paese, elettore giovane, laborioso ma che in questi anni ha lottato per sopravvivere, che considera lontana la politica nazionale e l’accusa di non aver fatto nulla. Anche questo tipo di elettorato, di massa, che a volte vota altre no, stavolta invece ha scelto di schierarsi coi laburisti, facendo la differenza. Insomma, la lezione sembra chiara: un partito deve parlare al paese in generale e non solo ai suoi elettori più fedeli di sinistra e radicali. Significa che anche questioni scottanti come la sicurezza e l’immigrazione vanno affrontate dando risposte concrete alle legittime preoccupazioni delle persone. E poi anche per quanto riguarda la promessa crescita economica questa dovrà da subito dare segni tangibili sui posti di lavoro e la vita quotidiana. Puntare su una politica che evita le astrazioni e si concentra su poche cose, quelle che contano davvero. Ben sapendo che l’elettorato oggi è assai volatile, poco fedele, che la fiducia nel governo e nei politici resta a livelli assai bassi. Quindi bisogna guardare sì al futuro, dare speranza, ma senza staccarsi dalla vita e dalle difficoltà di tutti i giorni. Se gli elettori vedranno che il loro voto è servito per migliorare qualcosa rimarranno, altrimenti ci metteranno poco tempo ad andarsene altrove.


(La foto di Keir Starmer è tratta da Wikipedia)

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