di Marcella Piretti, Marco Tribuzi e Emiliano Pretto
ROMA – Una donna è stata uccisa a Roma dal suo ex compagno che le ha esploso contro un colpo di fucile a canne mozze in via degli Orseolo, nel quartiere di Corviale, poco prima delle 14. Si chiamava Manuela Petrangeli e aveva 51 anni: era una fisioterapista e lavorava a Villa Sandra: è proprio davanti alla struttura che il suo ex compagno, Gianluca Molinaro (operatore sanitario di 53 anni), le ha sparato. Ha fatto fuoco stando dentro la sua Smart, si è poi costituito in una caserma dei Carabinieri. La donna è stata colpita al petto ed è morta sul colpo.
I due si erano lasciati da 3 anni e hanno un figlio di 9 anni che abitava con la vittima nel quartiere Torresina. La donna, a quanto ricostruito, era appena uscita dal lavoro e sarebbe andata a andare a prendere il bambino. Poco prima gli aveva detto “Adesso mamma ti viene a prendere amore mio“. Le colleghe della donna sono sotto choc e hanno riferito di non avere notizie di litigi o discussioni.
L’ex compagna di Molinaro, Debora Notari, intervistata da Leggo, ha detto di essere stata lei a convincere l’uomo a costituirsi. Lui era invece intenzionato ad uccidersi. Con questa precedente compagna Molinaro ha un’altra figlia. Dell’uomo dice: “Anche noi avevamo pessimi rapporti, lo denunciai per maltrattamenti quando nostra figlia andava alle elementari, mi picchiava e lo feci arrestare”. Poi, però, ha spiegato, Molinaro aveva fatto dei percorsi di recupero e la situazione si era normalizzata. Ora la donna, sconvolta per l’uccisione di Manuela Petrangeli, non sa che pensare: “Ora non so che fare, mia figlia non sa niente, con lui aveva rapporti non buoni, ma un conto è un padre stronzo che non paga gli alimenti, un altro un padre assassino”. E continua a ripetere: “Potevo esserci io al posto di Manuela“.
“Sgomento e rabbia per il brutale femminicidio avvenuto oggi a Roma in zona Portuense. La vittima, Manuela Petrangeli, è stata uccisa a colpi d’arma da fuoco dal suo ex compagno. Una pura follia, un nuovo caso di una strage che non conosce limiti. Non bastano più indignazione e condanna, è necessario rafforzare la rete di protezione e di supporto a tante donne vittime di violenze e soprusi. La libertà e la dignità delle donne non possono essere pagate con la vita e nessuna relazione deve e può trasformarsi in paura e sopraffazione”. Così in una nota la presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it