Manichini con indosso giubbotti di salvataggio ondeggiano su un gommone tra il pubblico del Glastonbury Festival, sulle note di ‘Danny Nedelko’ degli Idlos: è l’ultima performance di Banksy, street artist celebre per il suo impegno politico. Stavolta, denuncia le morti di migranti in mare, in vista del 4 luglio, quando nel Regno Unito si terranno elezioni generali. Banksy stavolta denuncia il pugno duro che l’attuale primo ministro Rishi Sunak ha usato contro gli arrivi dal canale della Manica. “Mio fratello di sangue è un immigrato” cantavano gli Idlos mentre il gonfiabile faceva “crowdsurfing” tra gli spettatori.
Odessa, Ucraina, in riva al mar Nero. Grazie ai generatori elettrici e alle incubatrici mobili, i bambini continuano a nascere nonostante il conflitto armato con la Russia. Nella clinica materna numero cinque incontriamo Anzhelika Volonits, già prigioniera di guerra nell’est del Paese, ora libera e neo-mamma: “Siamo molto contenti, è una bambina forte e ora sta bene, è sopravvissuta solo grazie ai dottori E alle incubatrici mobili: è stata per un mese in rianimazione”. Il direttore della clinica Ihor Shpak avverte: “A Odessa prima del conflitto nascevano 11mila bambini l’anno, ora non superiamo i 6.500″.
“Se i giovani del Kenya hanno convinto il governo a fare marcia indietro, possiamo riuscirci anche noi”: ne è convinta la Campagna diritti democratici e dei lavoratori della Nigeria, che ai sindacati chiede di organizzare 2 giorni di sciopero per spingere il governo Tinubu a una legge sul salario minimo e per fermare liberalizzazioni, aumento del costo dell’energia elettrica e cancellazione di sussidi. Il paese ricco di petrolio è infatti attraversato da profonde disuguaglianze. I cortei che a Nairobi hanno portato al ritiro della riforma fiscale stanno ispirando anche la società civile nigeriana.
Col 56,12% dei voti il presidente uscente della Mauritania Mohamed Ould Ghazouani si è riconfermato per un secondo mandato. Il principale sfidante, il leader del movimento anti-schiavitù Biram Dah Abeid, è rimasto fermo al 22%, e ha annunciato che non riconoscerà i risultato, denunciando brogli. Alcuni cortei di protesta si sono così tenuti a Nouakchott. La Mauritania si conferma tuttavia un paese più stabile rispetto al vicino Mali. Quanto alla schiavitù, è una pratica ancora radicata sebbene la legge la vieti: nel 2018 secondo il Global Slavery Index risultavano 90mila persone private della libertà.
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