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VIDEO | Uap: “Farmacie rispettino requisiti, altrimenti noi vendiamo farmaci”

Anche le farmacie devono rispettare i requisiti richiesti all'ospedalità privata per l'effettuazione di esami e prestazioni: l'Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata non ci sta e convoca una manifestazione a Roma per il 27 settembre

Pubblicato:27-06-2024 18:57
Ultimo aggiornamento:27-06-2024 22:47

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ROMA – “La nostra non è una lotta alle farmacie, ma è una lotta per la tutela della legalità”. Così la presidente dell’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata (U.A.P.), la dottoressa Mariastella Giorlandino, nel corso della conferenza stampa organizzata oggi alla Camera dalla UAP (che rappresenta 95mila strutture sanitarie private accreditate presenti su tutto il territorio nazionale) per dire ‘no’ alle recenti proposte di modifica normativa che vorrebbe estendere alle farmacie la possibilità di esercitare attività sanitarie, senza il rispetto dei 420 requisiti richiesti invece alle strutture sanitarie private autorizzate e private convenzionate.

“Se le strutture sanitarie private autorizzate e private convenzionate devono rispettare i requisiti- ha proseguito Giorlandino- non vedo perché le farmacie non debbano aprire un poliambulatorio accreditato regionale e adeguarsi ai requisiti. Le farmacie possono fare tutto quello che vogliono, ma devono attivare una autorizzazione regionale, adeguandosi ai 420 requisiti, altrimenti noi iniziamo a vendere i farmaci o le creme”.

I requisiti richiesti alle strutture sanitarie private autorizzate e private convenzionate, ha quindi ricordato la presidente della UAP, gravano “sulle nostre spalle almeno il 20-30%, perché ogni sei mesi abbiamo dei controlli serratissimi“. All’interno delle farmacie, intanto, non ci sono medici specialisti “capaci di eseguire gli esami e rilasciare i relativi referti. Il farmacista non ha le competenze tecniche per eseguire o poi leggere un elettrocardiogramma- ha sottolineato ancora Giorlandino- né tantomeno qualsiasi ulteriore attività diagnostica. Ci si chiede a cosa serva consentire alle farmacie, non a norme e non autorizzate, di effettuare esami a costi maggiori di quelli che rimborsa il Servizio sanitario nazionale, che per di più poi devono essere interpretate dai medici di base o dalle strutture sanitarie convenzionate”.


A chi giova allora, si è chiesta la presidente UAP, questo “farraginoso e inutile giro, dove peraltro nessuno si assume la responsabilità civile e penale di un eventuale errore diagnostico? Da dove arrivano poi i fondi elargiti alle farmacie? Le farmacie non rientrano nel Cup nazionale, né tantomeno sono abilitate alla registrazione dei dati sui portali nazionali, mentre le strutture autorizzate private e convenzionate private, che esercitano una vera medicina del territorio, si dovevano tagliare dell’80% i rimborsi per mancanza del fabbisogno. Tutto ciò rischia di essere una mera speculazione economica a danno dei costi e della salute degli italiani“. L’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata, ha fatto sapere infine Giorlandino, ha indetto per il prossimo 27 settembre a Roma, presso il Teatro Brancaccio, un evento-manifestazione “per denunciare le grandi incongruità che stanno accadendo”.

GASPARRI (FI): “FARMACIE NON POSSONO SOSTITUIRE LABORATORI ANALISI”

“Bisogna essere attenti in questi campi a definire dei percorsi molto chiari, nel senso che un laboratorio di analisi è un laboratorio di analisi e una farmacia è una farmacia. Potrebbero esserci anche dei luoghi o dei complessi che svolgano una attività molteplice, ma ciascuno ha una regolamentazione. Noi dobbiamo evitare confusione all’utente, perché stiamo parlando di salute“. Così il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, intervistato dalla Dire oggi a Roma in occasione della conferenza stampa indetta alla Camera dall’Unione Nazionale Ambulatori, Poliambulatori, Enti e Ospedalità Privata (U.A.P.) per dire ‘no’ alle recenti proposte di modifica normativa che vorrebbe estendere alle farmacie la possibilità di esercitare attività sanitarie, senza il rispetto dei 420 requisiti richiesti invece alle strutture sanitarie private autorizzate e private convenzionate.
“Le analisi, che tutti noi facciamo periodicamente- ha proseguito- devono essere fatte secondo delle regole. La farmacia è un presidio sanitario che a volte ci può indirizzare e dare anche un consiglio, ma non sostituisce il medico. I laboratori lanciano un grido di allarme e c’è il rischio che si possano un po’ troppo intrecciare le diverse attività. Oltre alla attività di regolamentazione che spetta alla politica, penso che il dialogo tra medici, biologici e farmacisti ci possa aiutare ad evitare confusione di ruoli e ad erogare un servizio il migliore possibile, visto che si tratta della nostra salute”. Dunque ‘no’ agli esami in farmacia? “La farmacia fa la farmacia e il laboratorio di analisi fa il laboratorio di analisi- ha risposto Gasparri alla Dire- Tutte le prestazioni vanno erogate in contesti fisicamente adeguati e gestiti da persone che abbiano una specifica professionalità”.
Intanto, però, il decreto legge sulle liste d’attesa presentato dal ministro Schillaci apre la possibilità alle farmacie di erogare servizi sanitari… “Infatti dobbiamo discuterne anche nell’aspetto della legge- ha risposto infine il senatore di Forza Italia- tenendo conto delle competenze e delle segnalazioni che ci fanno le categorie apposite”.

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