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Gaza, l’allarme: “Da ottobre 21mila bambini sono scomparsi”. Nel nord altri 2 muoiono di fame

4mila sotto le macerie o nelle fosse comuni, altri 17mila sono smarriti o arrestati: la denuncia di Save the Children citando dati dell'Onu

Pubblicato:24-06-2024 18:45
Ultimo aggiornamento:24-06-2024 19:04

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ROMA – “Intrappolati sotto le macerie”, “detenuti dalle forze israeliane”, “sepolti in tombe comuni senza nome” o “smarriti dalle famiglie”: questo il destino di almeno 21mila bambini nella Striscia di Gaza secondo una denuncia diffusa dall’organizzazione Save the Children, sulla base di dati raccolti dalle agenzie delle Nazioni Unite. L’organizzazione umanitaria chiarisce che dal lancio dell’offensiva di Israele su Gaza, in risposta all’aggressione subita da miliziani legati ad Hamas lo scorso 7 ottobre, “È quasi impossibile raccogliere e verificare informazioni”, ma si ritiene che “almeno 17mila bambini siano soli e separati e circa 4mila siano probabilmente dispersi sotto le macerie“. “Incerto” anche il numero di quelli finiti “nelle fosse comuni“. Inoltre, “altri sono vittima di sparizione forzata“, e ciò include “un numero imprecisato” di minori arrestati e trasferiti “con la forza” fuori da Gaza, mentre si moltiplicano le “denunce di maltrattamenti e torture”.

“FAMIGLIE TORTURATE DALL’INCERTEZZA, SERVE UN CESSATE IL FUOCO PER RITROVARLI”

Alla luce di questi dati Jeremy Stoner, direttore regionale Medio Oriente dell’ong, ha invocato “un’indagine indipendente“. “Le famiglie sono torturate dall’incertezza su dove si trovino i loro bambini”, ha detto. “Nessun genitore dovrebbe essere costretto a scavare tra le macerie o nelle fosse comuni per cercare il corpo del proprio figlio. Nessun bambino dovrebbe essere solo, senza protezione in una zona di guerra. Nessun bambino dovrebbe essere detenuto o tenuto in ostaggio“. Il responsabile ha aggiunto: “Come molti hanno sottolineato, Gaza è diventata un cimitero di bambini“, quindi oltre a “un’inchiesta indipendente”, secondo Stoner “abbiamo disperatamente bisogno di un cessate il fuoco per trovare i bambini scomparsi che sono sopravvissuti, e per evitare che altre famiglie vengano distrutte”.

L’appello dell’organismo umanitario che da oltre cento anni si occupa di tutela e sostegno all’infanzia arriva mentre la stampa internazionale conferma la morte di altri due bambini per mancanza di cibo e acqua, portando il bilancio a 31. È accaduto a Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza, e a confermare il decesso sono state le autorità sanitarie dell’ospedale Kamal Adwan.


Intanto nel fine settimana i raid israeliani hanno ucciso oltre 100 persone, 42 delle quali a Gaza City. Ucciso anche il direttore del Servizio ambulanze di Gaza, Hani al-Jaafaraw. Con lui, secondo il ministero della Salute di Gaza, sale a 500 il bilancio del personale medico ucciso da ottobre. Tra le vittime inoltre figurano dei minori.

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“La fornitura di assistenza umanitaria consistenze all’interno di Gaza è diventata quasi impossibile” ha denunciato ieri in un post su X l’alto rappresentante della politica estera europea, Josep Borrell. “I civili stanno morendo di fame” ha aggiunto, concludendo: “Chiediamo a tutte le parti di assumersi le proprie responsabilità legali e di garantire un accesso umanitario senza ostacoli”.

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