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Suicidi in uniforme: “Solitudine e comandanti egocentrici”, ecco il libro che indaga il fenomeno

Un'opera "coraggiosa" su un tema scomodo: a scriverla è il colonnello della Gdf, Massimiliano Salce, per la casa editrice Magi. Il 26 giugno la presentazione in diretta Facebook sulla pagina dell'Agenzia stampa DIre.

Pubblicato:19-06-2024 10:48
Ultimo aggiornamento:19-06-2024 14:06
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ROMA – Nel 2023, come riportano diversi sindacati militari e l’Osservatorio sui suicidi, sono stati 39 i suicidi tra le Forze armate e dell’ordine, mentre nel 2024 si è arrivati a 26. L’ultimo, un graduato, si è tolto la vita in caserma, a Torino, lasciando scioccati i suoi colleghi. Il 17 giugno si toglie la vita il generale Claudio Graziano, presidente di Fincantieri: un evento che lascia senza parole il mondo istituzionale e della Difesa in particolare, a ricordare che il fenomeno suicidiario può riguardare tutti, quale che sia il grado e il ruolo.

La casa editrice Magi esce con un libro coraggioso dedicato al ‘Suicidio in uniforme’, a firma del colonnello Massimiliano Salce che, dopo una vita nella Guardia di Finanza come comandante,
ha deciso di trattare un tema ‘scomodo’, spesso sommerso cercando di analizzare gli elementi di rischio e di dare ai comandanti quasi una sorta di vademecum di strategie e soprattutto di sensibilità. Il libro sarà presentato in diretta Facebook sulla pagina dell’agenzia di stampa Dire il 26 giugno alle 17.

“Il suicidio ha più fattori scatenanti. Fa riflettere che uomini e donne abituati ad esporsi al pericolo a muso duro- ha spiegato alla Dire l’autore- vivano una strana solitudine in ambienti che si vantano rispetto ad altri di favorire unione, cameratismo e solidarietà. Nel libro ci sono le narrazioni di tante famiglie dei suicidati che ho ascoltato e che raccontano di ambienti di lavoro in cui dominavano superiori con idee del comando egocentriche, scarsamente empatici, carenti di intelligenza emotiva, che presentavano a parole grande trasporto verso il personale, ma che nei fatti erano sconfessati da forte ipocrisia. Ho sperimentato che in questi ambienti dopo il suicidio ci si dà da fare in modo parossistico ma solo dopo, quando già prima c’erano elementi per intervenire: allarmi dei sindacati, lettere di avvocati, elementi che davano l’idea di ambienti deteriorati dal punto di vista relazionale”.


“La scelta di pubblicare un libro dal contenuto così forte- ha spiegato Angelica Bianco, direttrice editoriale della casa editrice Magi- è un gesto di coraggio e di amore al tempo stesso. Nessuno è indenne a fragilità. Bisogna parlare e mai dimenticare questo tema che troppo spesso è stato sommerso. Il dialogo è crescita, è confronto e potrebbe essere salvifico. Vogliamo promuovere consapevolezza. Parlarne aiuterà a prevenire”.

E proprio questo è il senso del meticoloso lavoro, ricco di testimonianze toccanti e di spunti di riflessione, dell’autore: “il libro è rivolto alle gerarchie, ai medici competenti che possono decidere di mettere a riposo una persona, agli psicologi entrati da poco nelle organizzazioni e visti come parte del sistema per accendere attenzione sull’attività di prevenzione del suicidio. Ma non da ultimo a tutti gli appartenenti delle Forze Armate per capire cosa sta accadendo in quell’ambiente: non disperarsi, ma agire con delle contromisure”. Un pensiero costante va “alle famiglie di coloro hanno deciso di metter fine alla loro vita”.
Il libro va a scavare dietro le uniformi: ciò che rappresentano e ciò che possono nascondere, ma “ci sono spunti per qualsiasi ambiente di lavoro, anche non militare”, conclude.

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