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Caos scrutini a Roma, il Comune si difende: “Giudizi infimi di due ministeri, il Tribunale ci ha fatto i complimenti per i plichi”

Si è riunita oggi la Commissione capitolina per fare il punto sui disservizi relativi ai sistemi informatici in occasione delle elezioni europee

Pubblicato:18-06-2024 14:52
Ultimo aggiornamento:18-06-2024 14:52
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ROMA – Si è riunita oggi la Commissione capitolina Statuto e Innovazione Tecnologica per fare il punto sui disservizi relativi ai sistemi informatici in uso per la digitazione dei dati in occasione delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno.

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Nel corso della riunione sono intervenuti: Gaetano Altamura, Direttore dipartimento Decentramento e Servizi al Territorio; Paolo Aielli Direttore Generale di Roma Capitale; Enrico Colaiacovo, Direttore del Dipartimento Trasformazione Digitale; Carla Fermariello, presidente Commissione permanente Scuola; Andrea Catarci, assessore alle Politiche del personale di Roma Capitale. Nella ricostruzione esposta da Riccardo Corbucci è stato evidenziato che “nel corso delle operazioni di scrutinio di domenica notte e lunedì, a Roma il sistema informatico con cui vengono registrati e trasmessi i risultati è andato in tilt, determinando il rallentamento e dunque l’impossibilità di stabilire i dati definitivi delle elezioni europee. A livello legale le operazioni si sono svolte regolarmente, il problema c’è stato e ha creato disagi ai dipendenti comunali”.


LA RICOSTRUZIONE DELL’ACCADUTO

Catarci ha aggiunto che “alle 23 di domenica si sono chiuse con regolarità le elezioni. I presidenti di seggio hanno aperto le urne come da programma e hanno cominciato a fare lo scrutinio e poi lo hanno chiuso, passando i dati ai rappresentanti del sindaco che li hanno comunicati ai digitatori (510) diffusi sul territorio. Dovevano inserire i dati dei voti di lista. Il sistema dei digitatori è andato in blocco totale dopo i primi dati immessi. Il sistema è stato riavviato, ma inutilmente – ha aggiunto – . Ci siamo presi la responsabilità di far affluire tutto il materiale alla Fiera di Roma e i 60 digitatori hanno lavorato alle 7 di mattina per inserire i dati. Alle 15.45 i dati di lista sono stati inseriti e poi i dati di preferenza. Le schede incongruenti, in tutto 78, illegibili o con errori, dovevano essere ricontrollate dai presidenti di seggio che non erano alla Fiera. Abbiamo fronteggiato un’emergenza creando un imbuto alla Fiera con una grande capacità umana. È stato tutto regolare, con un malfunzionamento tecnologico”.

SI VALUTA DANNO DI IMMAGINE ED ECONOMICO

Il problema è un ritardo dell’informazione, ma non della tempistica degli scrutini e non del processo elettorale – ha aggiunto Catarci – . Il tribunale martedì ha fatto i complimenti per come erano stati organizzati e confezionati i plichi. Due ministeri sono stati infimi nel loro giudizio accusatorio su Roma Capitale. Il tutto si valuterà poi nel lavoro della Commissione voluta da Gualtieri”. Per Colaiacovo “c’è stato un uso scorretto di metodi di programmazione, un errore del fornitore del sistema che ha ammesso il fatto”. La Commissione si riunirà a breve per decidere eventuali provvedimenti per il procurato danno di immagine ed economico per Roma Capitale.

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