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G7. Padre Benanti, il “consigliere” di Papa Francesco: “Ecco perché il Santo Padre parlerà di IA ai leader del mondo”

Il teologo francescano, intervistato dall'Agenzia Dire a pochi giorni dello speech di Papa Bergoglio a Borgo Egnazia, spiega come mai il tema sia salito alla ribalta dell'agenda politica mondiale e quali sono le sfide dei "grandi"

Pubblicato:12-06-2024 12:03
Ultimo aggiornamento:12-06-2024 17:31

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ROMA – “L’intelligenza artificiale è un moltiplicatore e quindi può moltiplicare anche le disuguaglianze” scandisce padre Paolo Benanti, teologo francescano, consigliere di Papa Francesco, unico italiano tra i 39 esperti dell’advisory board sull’Ia delle Nazioni Unite. L’intervista con l’agenzia Dire precede il vertice dei capi di Stato e di governo del G7 al via domani a Borgo Egnazia, in Puglia. Al centro dei lavori, in una sessione prevista venerdì, ci sarà anche l’intelligenza artificiale. E il “keynote speaker”, per l’occasione, sarà il Papa.

“L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE NON È PIÙ UN TEMA SOLO PER ADDETTI AI LAVORI”

“Una serie di concomitanze avevano già indicato che il tema non era più solo per addetti ai lavori e che era anzi diventato politicamente sensibile” sottolinea padre Benanti. “Sono stati chiamati a intervenire l’Onu, l’Unesco, il Consiglio d’Europa e poi l’Ue: al G7, nella sessione di ‘outreach’, sarà ora ascoltata la voce del Santo padre e quella di altre organizzazioni”.
La scelta di discutere di Ia al vertice è stata voluta dalla presidenza italiana del forum. “Già nel settembre scorso la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva definito l’intelligenza artificiale come una delle sfide centrali” ricorda padre Benanti. “Poi c’è la stata la formazione di un comitato di esperti da parte del segretario generale dell‘Onu, Antonio Guterres; un lavoro, questo, che ha portato anche al G7″.


IA NON MOLTIPLICHI LE DISUGUAGLIANZE TRA PAESI”

Di Ia si parlerà durante la sessione di “outreach”, vale a dire di allargamento del raggio di azione del forum al di là dei confini dei suoi sette Paesi membri. Padre Benanti lo evidenzia rispondendo a una domanda sui rischi che le nuove tecnologie aggravino divari tra Paesi in termini di sviluppo sociale e opportunità. “Questo dibattito è centrale al board dell’Onu” evidenzia l’esperto. “La governance dell’Ia è connessa alla ‘building capacity’ del Sud globale: si tratta di definire le norme necessarie per la diffusione delle nuove tecnologie“. Insieme con le opportunità ecco allora i rischi, secondo padre Benanti: “L’intelligenza artificiale è un moltiplicatore e quindi può moltiplicare anche le disuguaglianze“.

LE RIPERCUSSIONI SUL MONDO DEL LAVORO

Tra i nodi sul tavolo del G7 ci saranno quelli del lavoro. “Poniamoci a livello di Paese” l’appello di padre Benanti, che in Italia ha anche l’incarico di presidente della Commissione Ia per l’informazione. “Da noi ci sono già 40 province dove il numero dei pensionati è superiore a quello dei lavoratori: se vogliamo mantenere la competitività abbiamo quindi bisogno di aumentare la produttività e per farlo l’unico sistema è quello di utilizzare l’Ia”. Gli esiti non sono scontati. “Nessuno garantisce che i lavori che restano siano i meglio pagati” sottolinea padre Benanti. “C’è una questione di gestione politica e adesso vediamo proprio che la politica si accorge della spinta trasformativa delle nuove tecnologie”. La riflessione si allarga ai compiti dei decisori. “Di fronte a questa sfida la politica riconosce quale è la sua vocazione” sottolinea padre Benanti: “Rispondere alla spinta trasformativa perché resti compatibile con le sfide sociali”.

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