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Elezioni europee, a Roma Fdi è il primo partito, ‘coalizione Gualtieri’ tiene al 38,5%

Le elezioni europee, pur non essendo un voto sull'operato del primo cittadino, possono dare senz'altro alcune indicazioni sull'umore della città

Pubblicato:10-06-2024 15:50
Ultimo aggiornamento:10-06-2024 15:50

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ROMA – A Roma Fdi è il primo partito, con il 29% dei consensi. Il Pd segue con il 27,5%. E sul terzo gradino del podio ecco l’Alleanza Verdi-Sinistra con circa l’11%. Quando mancano ancora circa un centinaio di sezioni da scrutinare, che potrebbero cambiare di qualche decimale al massimo le percentuali attuali, è questa la fotografia della situazione politica romana il giorno dopo le elezioni europee, a due anni e mezzo dal voto amministrativo che ha consegnato la Capitale all’attuale sindaco Roberto Gualtieri.

ELEZIONI EUROPEE, CI DICONO MOLTO SULL’UMORE DI ROMA

Le elezioni europee, pur non essendo un voto sull’operato del primo cittadino, possono dare senz’altro alcune indicazioni sull’umore della città. Cinque anni fa, ad esempio, certificarono il crollo netto del gradimento di Virginia Raggi, allora sindaca in carica, rispetto alle comunali di due anni prima, con il M5s precipitato sotto il 20%. Questa volta non è andata così per i partiti che sostengono l’amministrazione di centrosinistra: sommando infatti i voti del Pd all’Alleanza Verdi-Sinistra la coalizione che adesso sorregge il sindaco Gualtieri si ferma intorno al 38,5%, mezzo punto sopra alla somma dei partiti oggi all’opposizione. Al 29% di Fdi, infatti, si devono sommare il 4,5% totalizzato sia dalla Lega che da Forza Italia. Numeri che portano la coalizione di centrodestra, appunto, al 38% circa.

ELEZIONI EUROPEE, IL MOVIMENTO 5 STELLE SI È FERMATO AL 10,4%

In attesa di conoscere le preferenze delle singole liste, il cui scrutinio va a rilento per alcuni problemi al sistema informatico della Capitale, ci sono poi gli altri partiti. Il M5s si è fermato al 10,4%; Pace, Terra e dignità, il movimento fondato da Michele Santoro, a poco meno del 3%; Azione al 4,5% e Stati Uniti d’Europa, la formazione che riunisce Radicali e Italia Viva, al 4,2%. Gualtieri potrebbe sorridere ancora pensando che molti degli elettori di alcune di queste forze politiche si definiscono liberal di area progressista. La corsa per le elezioni comunali dell’autunno 2026 è però ufficialmente partita.


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