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McEnroe: “Sinner e Alcaraz ce li hanno mandati gli dei del tennis”

Domani la semifinale del Roland Garros. McEnroe: "Sinner rischia di andare a sbattere sull'entusiasmo italiano"

Pubblicato:06-06-2024 12:59
Ultimo aggiornamento:06-06-2024 12:59
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Sinner
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ROMA – John McEnroe non si fida. Dell’Italia e degli italiani, più che di Sinner. Dice che il nuovo numero uno al mondo “andrà a sbattere contro l’entusiasmo italiano“. Perché “l’Italia è un Paese che conosco bene ci ho giocato, ho fatto concerti, il mio storico manager, Sergio Palmieri, è romano. Gli italiani sono passionali ed emotivi come me, mentre Jannik è serio e compassato. Diventare n.1 da voi è un ruolo potenzialmente dirompente, ne avete avuto un assaggio con Berrettini finalista a Wimbledon. Con quale generosità Sinner avrà voglia di donarsi a un Paese affamato? Lui ripete che è concentrato solo sui miglioramenti. Sono curioso di scoprirlo”.

Intanto domani Sinner si gioca la semifinale del Roland Garros contro Alcaraz. La leggenda del tennis, intervistato dal Corriere della Sera ribadisce che quei “sono i nuovi Federer-Nadal. Ce li hanno mandati gli dei del tennis. Jannik ha rotto il ghiaccio con lo Slam in Australia, Carlos è il mio preferito da vedere: l’elettricità che porta in campo mi dà gioia. Contrasto di caratteri e di stili: pronostico difficilissimo. Il tennis ormai si gioca a velocità siderali, con violenza inaudita. Sono ragazzi giovani ma fragili, non supereroi indistruttibili. Di certo Jannik è destinato a essere un plurivincitore Slam, Carlos lo è già. Il suo inseguimento al trono di Sinner sarà entusiasmante. Io ricordo gli anni da numero 2 come i più belli della mia carriera. Da re, poi, diventa tutto più complicato”.

Sinner si trova in “una posizione non facile da reggere. Gli occhi sempre addosso, la pressione, tutti che ti tirano per la giacchetta. Dove si riposa in Italia, di solito, Sinner? Lo sa che dovrà andare in giro scortato? È un tipo silenzioso e riservato, a cui piace viaggiare sotto i radar: . Io gli auguro di divertirsi nel ruolo di leader, di concedersi qualche spazio di manovra sennò il numero uno rischia di schiacciarlo”.


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