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A Tor Bella Monaca scende in campo la legalità

I residenti: "Non è un posto per bambini"

Pubblicato:04-06-2024 17:14
Ultimo aggiornamento:04-06-2024 18:23

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ROMA – Ha preso il via oggi a Roma l’iniziativa di prossimità ‘All’ombra delle torri’, dedicata a giovani e adulti, che hanno preso parte ad un vero e proprio percorso dedicato alla legalità nel quartiere capitolino di Tor Bella Monaca.
Ad accoglierli nella zona antistante il parcheggio di viale Paolo Ferdinando Quaglia sono stati gli operatori della Polizia di Stato appartenenti alla Polizia Postale, alla Polizia Scientifica, alla Polizia Ferroviaria ed alla Polizia Stradale, i poliziotti della Questura di Roma e le squadre dei cinofili ed artificieri.

don Antonio Coluccia
Il prefetto Renato Cortese
Luigi Rinella

All’evento hanno preso parte il direttore centrale della Polizia Stradale, Ferroviaria e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato, il prefetto Renato Cortese, il direttore centrale per la Polizia Scientifica e la Sicurezza Cibernetica, dirigente superiore Luigi Rinella, Don Antonio Coluccia, impegnato da tempo nel contrasto alle gravi forme di illegalità nel territorio, e le autorità locali.


Cyberbullismo, social, intelligenza artificiale, deepfake, sono solo alcuni dei temi che sono stati approfonditi durante gli incontri a bordo dell’iconico Truck, simbolo di ‘Una Vita da Social’, la campagna educativa itinerante della Polizia Postale in collaborazione con il ministero dell’Istruzione e del Merito e con il sostegno di Google, e in una scuola del quartiere, che ha ospitato la proiezione del docufilm ‘Senza Rete’, frutto della collaborazione tra Polizia di Stato e Rai Documentari, che racconta le storie di ragazzi e ragazze vittime di cyberbullismo attraverso la loro testimonianza e quella delle persone a loro più vicine.


Nicola Franco


La sicurezza stradale è stata protagonista a bordo del Pullman Azzurro, l’aula multimediale itinerante dedicata alla sensibilizzazione e alla prevenzione, all’interno della quale si sono svolte lezioni e dimostrazioni pratiche rivolte a giovani e adulti per promuovere l’adozione di comportamenti responsabili e virtuosi alla guida, con l’obiettivo di accrescere la cultura della sicurezza stradale.


A Tor Bella Monaca presente anche la Polizia Ferroviaria con un corner dedicato alla sicurezza nelle stazioni e a bordo treno ed al progetto educativo ‘Train…to be cool’, la campagna riservata ai più giovani per avvicinarli al rispetto delle regole in ambito ferroviario e per promuovere l’adozione di comportamenti consapevoli e responsabili per la propria e altrui incolumità.

Maria Francesca Bruschi


Presso il proprio stand la Questura di Roma ha fornito consigli utili all’insegna della prevenzione e dell’informazione relativi ai tipi di truffe più frequenti, in particolare quelle agli anziani, e sulle modalità per arginarle, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione della Polizia di Stato per tutelare le vittime più vulnerabili.


La Polizia Scientifica ha partecipato con l’automezzo specialistico ‘Fullback’, un veicolo utilizzato nei sopralluoghi tecnici. Gli operatori hanno illustrato l’attività operativa della Polizia scientifica, con particolare riferimento alla raccolta dei reperti sulla scena del crimine ed alla conseguente attività di analisi degli stessi all’interno dei laboratori appositamente attrezzati. Anche le unità cinofile e gli artificieri, ‘specialisti’ della Polizia di Stato capaci di esprimere rilevanti potenzialità operative, hanno illustrato le proprie particolari capacità e abilità tecniche attraverso dimostrazioni dedicate ai numerosi studenti e ai cittadini che hanno partecipato all’evento.

LE TESTIMONIANZE DEI RESIDENTI: “NON SIAMO TUTTI DELINQUENTI MA QUI I BIMBI NON HANNO FUTURO”

“Oggi sono qui per far capire all’opinione pubblica che ci dobbiamo muovere e con noi devono farlo le istituzioni, perché questa è una zona disagiata. Noi pretendiamo la presenza fissa della Polizia, come c’era una volta quando era presente un gabbiotto, operativo 24 ore su 24, altrimenti non arriviamo a nulla. Vogliamo la polizia fissa per tutelare la brava gente: qui ce n’è tanta, non siamo tutti delinquenti come ci definiscono. Qui ci sono brave persone, padri di famiglia, lavoratori e gente perbene”. A parlare all’agenzia Dire è il signor Luigi (ndr. nome di fantasia), residente a Tor Bella Monaca, teatro dell’iniziativa di prossimità ‘All’ombra delle torri’.


“I problemi con cui conviviamo tutti i giorni sono tanti- prosegue Luigi- ma quello principale è la disoccupazione, che è enorme, e la disoccupazione porta a delinquere. Lo Stato deve dare lavoro a queste persone, non tenerle libere per strada, perché poi queste delinquono. Qui a Tor Bella Monaca mancano i centri ricreativi, mancano le persone che ci lavorino, mancano psicologi, manca tutto: una volta usciti da scuola, i bambini non sanno cosa fare. Bisognerebbe creare centri per farli stare insieme, per farli socializzare e questo, per loro, vuol dire davvero tanto”.
A Tor Bella Monaca vive anche il signor Antonio, che si sfoga e denuncia una situazione di assoluto degrado. “Sono due anni che è andata a fuoco la torre. Sono venuti il Comune e il presidente del municipio, ma non hanno aggiustato nulla. Hanno cambiato i contatori- informa- ma i fili sono rimasti appesi, al di fuori della propria sede, le cantine sono prive di luce, i citofoni e l’antenna non funzionano, le luci delle scale non ci sono e abbiamo dovuto comprarle noi”.
Non solo: gli appartamenti sono umidi e spesso ci piove dentro. “Oltre a tutto questo- evidenzia il signor Antonio- lo scorso luglio è caduto un albero: sono venuti i Vigili del Fuoco ma hanno lasciato tutto in stato di abbandono e chi si è visto si è visto. Avevano promesso che avrebbero mandato il servizio giardini per far tagliare l’albero ma ad oggi, nonostante le denunce fatte, non si è ancora visto nessuno”.
Anna (ndr, nome di fantasia), originaria di Napoli, è residente a Tor Bella Monaca da quattro anni dopo aver acquistato una casa vicino a quella del proprio compagno. “Abito in una zona privata, con divieto d’accesso- racconta- eppure i ladri sono entrati in casa e hanno rubato. In questo quartiere alcune persone sono brave ma ce ne sono altre che non mi piacciono, sono sincera“.
A infastidire la signora Anna, però, è soprattutto la presenza della spazzatura. “Ce n’è davvero tanta: anche se è ovunque, qui buttano davvero di tutto”. “E poi- dice guardando i numerosi bambini presenti- non c’è nulla nemmeno per questi piccoli: loro hanno bisogno di libertà, di un bel giardino. Pensi che qui vicino ne hanno realizzato uno che sembra il carcere di Regina Coeli”.
Secondo la signora Anna “è importante che i bambini respirino legalità fin da piccoli, ma è altrettanto importante la presenza della Polizia: ci vuole proprio. Anzi, ce ne vorrebbe di più!“.
Una presenza, quella delle Forze dell’Ordine, che fa felice anche un altro residente di Tor Bella Monaca. “Per noi- dice il signor Riccardo (ndr. nome di fantasia)- quella di oggi è davvero una novità, una manifestazione simile non era mai stata fatta. È importante per noi e per i bambini, che almeno vedono come è sviluppato il quartiere e cosa c’è dentro: qui, infatti, ci sono tante brave persone ma ce ne sono tante altre che brave non sono“.
“Qui- aggiunge- mancano tante cose perché la gente è ignorante: i secchi della spazzatura ci sono, eppure le persone buttano tutto per terra, lanciano l’immondizia dalle macchine, non gli interessa nulla. Io, ad esempio, se trovo il secchione pieno, butto la spazzatura da un’altra parte o la riporto a casa e la getto il giorno dopo”.
Qui- afferma poi con una punta di amarezza- un bambino non può crescere, deve andare via dalla borgata. Un genitore deve tenerlo chiuso dentro casa, perché quando cresce ed esce di casa, qui si rovina. Ma la colpa è anche dello Stato, che non fa niente per queste persone. Chi ruba, ad esempio, invece di essere condannato, la mattina dopo è già fuori dal carcere”.
Come Riccardo, anche la signora Carmela (ndr. nome di fantasia) ha sempre vissuto a Tor Bella Monaca. “Ho un figlio di 35 anni, sposato e padre di due bambini. È una persona realizzata: è un ragazzo bello e sano, e questa è la cosa più bella del mondo. ‘Sano’ vuol dire che ha capito quale sia la strada giusta. E io voglio ribadire che oggi i ragazzi vanno aiutati, non vanno abbandonati”.
Tra le tante iniziative c’è quella della Questura di Roma, che ha fornito consigli utili per prevenire le truffe più frequenti, in particolare quelle agli anziani. “Anche se ho 85 anni- dichiara un altro residente, il signor Bruno (ndr, nome di fantasia)- sono ancora sveglio ma ci sono persone che, come diciamo noi a Roma, sono meno ‘scafate’ e di fronte a finte telefonate ci cascano come pere cotte. Se ci fossero tutte persone come me, qui a Tor Bella Monaca si vivrebbe bene. Qui si inneggia ai boss morti e questo non va bene. Per migliorare questo quartiere bisognerebbe mischiare le persone cattive con quelle perbene. Oggi è un bene che sia venuta la Polizia: forse la sua presenza non mette paura ma se non altro serve a tenere a freno le persone”.
A Tor Bella Monaca presenti numerose scuole del quartiere ma anche alcuni istituti di altre zone di Roma. Tommaso Testaverde, docente di Lettere dell’Istituto comprensivo Donatello nella zona di Torre Gaia, spiega di aver deciso di portare una rappresentanza delle classi “perché nel nostro istituto promuoviamo il valore della legalità attraverso percorsi didattici articolati anche in unità di apprendimento. Facciamo uscire i ragazzi sul territorio: ad esempio, come classe terza quest’anno abbiamo fatto un laboratorio all’interno del quale i ragazzi coloravano magliette bianche con parole che per loro rappresentavano la legalità. A nostro avviso è importante lavorare su questo, proprio perché sul territorio arrivano ragazzi da contesti difficili con un disagio sociale che cerchiamo di contenere e limitare anche attraverso l’insegnamento dei valori della legalità“.
“Da noi- le parole di Tina Crobeddu, insegnante di inglese all’Istituto comprensivo Villaggio Prenestino– le difficoltà sono legate soprattutto alla mancanza di situazioni esterne che siano di supporto alla scuola, come spazi educativi per i ragazzi. Ecco perché cerchiamo di concentrare anche all’interno della scuola una gran parte delle attività, anche pomeridiane, per dare ai giovani supporto e opportunità didattiche educative”.
Parlare con i ragazzi di legalità è importantissimo– conclude la docente- visto che nella nostra zona, a poche centinaia di metri dalla nostra scuola, si è verificato un episodio tragico: una sparatoria che ha coinvolto una donna di 81 anni, che si è trovata lì per caso ed è morta. Ai nostri ragazzi diciamo di studiare, di farsi una vita seguendo quelli che, nel possibile, sono le nostre indicazioni, cercando di invogliarli nel trovare una via all’insegna della legalità”.

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