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Brasile, setta della Matriarca: spunta una petizione. L’avvocato che ha denunciato tutto: non è un attacco al Paese, ma mi difendo da criminali

La donna al centro della storia le sta tentando tutte per trasformare il caso che la vede denunciata in un affare internazionale tra nazioni

Pubblicato:21-05-2024 13:42
Ultimo aggiornamento:21-05-2024 13:43
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setta brasile matriarca
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ROMA – Una petizione agli organi dello Stato e al Ministro degli Esteri del Brasile affinché venga a conoscenza delle accuse dall’Italia allo Stato brasiliano. E’ l’ultimo bizzarro atto della storia della setta della Matriarca, attiva nello Stato di Santa Catarina, denunciata dall’avvocato Nunzio Bevilacqua che conta altri italiani tra le vittime. La donna al centro della storia, a quanto risulta da questa petizione e da altri documenti, le starebbe tentando tutte per trasformare il caso che la vede denunciata in un affare internazionale tra nazioni.
La setta della Matriarca agisce utilizzando donne e bambini: relazioni preordinate come trappole, gravidanze utilizzate per estorcere denaro – questa l’accusa – con un giro di affari che coinvolgerebbe avvocati, medici, ostetriche e centri dove si raccoglie il materiale genetico per test dna (Genomic Engenharia Molecular nel caso di Bevilacqua) oggi sotto perizie e dulcis in fundo riti di magia nera.

La ragazza denunciata da Bevilacqua, Barbara, per tramite dei suoi avvocati avrebbe portato il caso all’attenzione delle istituzioni brasiliane con una petizione. “E’ l’ultimo tentativo da parte loro, direi abbastanza palese, di provare a manipolare la realtà sperando, in modo subdolo, di riuscire a prendere in giro il Brasile, spostando il focus da un giudizio tra privati ad una inesistente ‘lite tra Paesi’ e continuare cosi’ i loro tentativi di estorsione ai miei danni ma, possibilmente, in modo parassitario a carico di ‘contribuente brasiliano’ che li sostenga anche economicamente”, ha dichiarato alla Dire Bevilacqua. “Qui non c’è ovviamente nessun attacco ad un Paese che ho sempre amato. Ho invocato, nell’ottica proprio della cooperazione tra Paesi, un intervento di ‘verifica dei fatti’ – al Presidente Lula sin dall’inizio – affinché si facesse luce e una giustizia su questo caso- ha chiarito ancora- stessa cosa ho dato la mia assoluta disponibilità al Ministro degli Esteri Mauro Vieira, che ho sempre stimato personalmente, a fornirgli tutte le informazioni in nostro possesso e un’ulteriore documentazione per sua più ampia comprensione del problema”.
“La mia denuncia- ha spiegato ancora- è nei riguardi di un’organizzazione criminale, che sembrerebbe essere abbastanza conosciuta nel sud del Brasile, che lucra su dei bambini e ricatta molti uomini che magari sposati, caduti in una trappola preordinata, non denunciano come dovrebbero”.
Le indagini condotte sul campo, in vari Stati del Brasile, dall’avvocato criminalista Edson Ribeiro, hanno portato a contestare il test del dna, che risulterebbe, da molteplici perizie, nullo e assolutamente inidoneo a provare alcunché e che la donna rifiuterebbe di ripetere e ancora la ‘Casa’ dove queste donne vivrebbero recluse durante la gravidanza senza contatti con il mondo esterno, ‘protette’ fino al buon fine della truffa dato dall’inizio dei pagamenti del supposto padre. Sono esattamente queste indagini che avrebbero portato la donna a denunciare alla polizia, tra l’altro con dichiarazioni che risulterebbero false, di essere perseguitata da Bevilacqua e dal suo avvocato.

“Nessuno stalking ma doverose indagini, tra l’altro debitamente comunicate all’ordine degli avvocati del Brasile, dall’altra parte solo denunzie calunniose nella vana speranza di ostacolarle- ha puntualizzato la vittima della truffa- di fronte all’aut aut recapitato al tempo da Barbara: ‘o paghi subito con un accordo che redige il mio avvocato e tu vieni a firmare senza il tuo’ – senza nemmeno esser certo che la figlia sia propria in quanto non e’ stato mai mandato alcun documento medico ne’ della gravidanza ne’ tantomeno del parto – ‘o ti denunciamo perché non hai aiutato la bambina, che è tua figlia’ perche’ lo diciamo noi”, ha ricordato nel ripercorrere la vicenda. Lo shock denunciato da Bevilacqua fu proprio quello di ritrovarsi dall’annuncio di diventare padre, all’intimidazione, al diniego di contattare la ragazza e la sua famiglia con cui aveva un rapporto, al rifiuto di mostrargli la documentazione medica fino a ricevere un contratto impacchettato per dare soldi alla nascitura con annesse minacce qualora non avesse accettato. “Una truffa ben organizzata e premeditata che è’ sfociata in reiterati tentativi di estorsione e in qualche attribuzione calunniosa” cose che Bevilacqua, non sposato, ha potuto denunciare.
Intanto c’è una data di udienza fissata a Roma:il 24 ottobre 2024 dinanzi al gip Elvira Tamburelli. “E’ necessario adesso, fare luce su molteplici altri aspetti di questa vicenda”, ha detto infine. La truffa sembra non essere la cosa più grave si questa oscura vicenda.


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