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VIDEO | Maltempo, Zaia: “Né morti né feriti in Veneto”. E domani Papa Francesco “porta il sole” a Verona

Il governatore su danni e disagi: "10 rotture arginali, allagamenti diffusi, stop a linee ferroviarie, frane, collina trevigiana martoriata"

Pubblicato:17-05-2024 10:14
Ultimo aggiornamento:17-05-2024 18:02

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VENEZIA – Non ci sono stati sfollati. “Non ci sono né feriti, né perdite di vite umane, è la parte più importante di questa vicenda”, dice Luca Zaia, presidente del Veneto flagellato dal maltempo; da un tipo di maltempo che è “qualcosa che non abbiamo mai visto”. Il presidente della Regione in conferenza stampa insieme all’assessore alla Protezione civile Giampaolo Bottacin, aggiorna su danni e disagi dopo quelle che ha definito “48 ore devastanti” in quasi tutte le province venete per le piogge record cadute. E annuncia anche la visita di Papa Francesco, domani, sabato 18 maggio, a Verona, una delle zone più colpite.

Il maltempo di questi giorni così “ha comportato 10 rotture arginali, lo stop linee ad alcune linee ferroviarie, una galleria della Pedemontanta veneta allagata (tra Altivole e Riese X, con superamento dei problemi in via di rapida soluzione), “movimenti franosi da paura, la collina trevigiana è stata martoriata” e “allagamenti diffusi in Veneto”.

L’acqua ha invaso il seminterrato dell’ospedale di Camposanpiero dove c’è il centro di sterilizzazione, ma a metà mattina Zaia annuncia che è tutto recuperato; ugualmente superati problemi simili a Cittadella.
Se non avessimo avuto i bacini di laminazione oggi staremmo a parlare di bilancio devastante e di Vicenza sott’acqua“.


ACQUA IN CENTINAIA DI CASE E 10.000 TACCHINI MORTI IN UN ALLEVAMENTO ALLAGATO, MA “È ANCORA TROPPO PRESTO PER QUANTIFICARE DANNI”

Sono centinaia le abitazioni allagate e Zaia sollecita i sopralluoghi di Protezione civile per verifiche le situazioni e i cittadini a documentare tutto per avere i ristori. Quanti danni ad ora? Troppo presto per dirlo, risponde. Ma la conta di quanto si è perso è appena iniziata. Tra questi figurano anche i 10.000 tacchini d’allevamento morti a causa del maltempo. E’ successo a Montagnana, nel basso padovano: l’allevamento dei tacchini è stato invaso dall’acqua e non hanno avuto scampo. “E’ uno degli esempi dei danni” dell’ondata di maltempo, pioggia e frane, citato oggi nella conferenza stampa del presidente della Regione, Luca Zaia, e dell’assessore alla Protezione civile Giampaolo Bottacin.

BOMBE D’ACQUA AD ASOLO E CASTELFRANCO VENETO: 40 MILLIMETRI IN 30 MINUTI

Quel che è certo è che c’è stata una “piovosità unica”: 40 millimetri d’acqua sono caduti in 30 minuti ad Asolo, oltre 80 in meno di 90 minuti a Castelfranco veneto. Ad Asolo ci sono state 15 persone isolate, ma erano tutte raggiungibili e stavano bene (ad ogni buon conto è stato allertato il Soccorso alpino nel caso le condizioni sanitarie di qualcuno richiedesse un intervento). A Camposampiero alcune famiglie hanno chiesto di poter lasciare le loro case invase dall’acqua, ma anche qui le situazioni dovrebbero presto tornare alla normalità.

PROMOSSA LA MACCHINA DEI SOCCORSI, “MA DOVREMO PENSARE AD ALTRA PREVENZIONE

In tutto questo Zaia, sottolinea l’efficienza della macchina dei soccorsi e di pronto intervento: per la rottura a Camposampiero i mezzi sono arrivati in 40 minuti. “Tamponiamo le falle a emergenza in corso”. Ma i fenomeni in atto dicono che “dovremo pensare anche ad altre forme di prevenzione”.
Inoltre, Zaia e Bottacin difendono le procedure di attivazione dei bacini di laminazione: “Sono stati correttamente aperti. Vanno aperti immediatamente prima che fiumi esondino. Farlo molto prima”, invece, significa che quando poi il livello del fiume è massimo “poi non c’è più spazio per parcheggiare l’acqua”. Ma la gestione dei bacini “è stata corretta”

ALLEVAMENTO ALLAGATO, MORTI 10.000 TACCHINI NEL PADOVANO

Ma la conta dei danni è appena iniziata. Diecimila tacchini d’allevamento sono morti a causa del maltempo in Veneto. E’ successo a Montagnana, nel basso padovano: l’allevamento dei tacchini è stato invaso dall’acqua e non hanno avuto scampo. “E’ uno degli esempi dei danni” dell’ondata di maltempo, pioggia e frane, citato oggi nella conferenza stampa del presidente della Regione, Luca Zaia, e dell’assessore alla Protezione civile Giampaolo Bottacin.

DOMANI IL PAPA IN VISITA A VERONA E SARÀ ‘BELLO’

Domani Papa Francesco sarà a Verona, una delle zone del Veneto duramente colpite dal maltempo.
Ma il meteo è in miglioramento. “Il Papa porta il sole, è dogmatico”, sorride il presidente del Veneto, Luca Zaia.
Dal punto di vista meteo, “il peggio è passato“, aggiunge l’assessore regionale all’Ambiente Giampaolo Bottacin. La pioggia potrebbe rivedersi martedì, ma “con un evento decisamente inferiore a quello delle
ore scorse”.

IL BILANCIO IN PRIMA MATTINATA: “SONO STATE 48 ORE DEVASTANTI”

Nella prima mattinata di oggi, 17 maggio, il presidente Zaia aveva riassunto la situazione così: sono state 48 ore “devastanti e importanti“, dal pomeriggio di ieri sera alle due e mezza di notte in Veneto “abbiamo avuto di tutto”. A Radio 24 Luca Zaia, presidente del Veneto, parla della ‘botta’ del maltempo sulla regione su cui ora si attende una schiarita, anche se la guardia resta altissima. Lo scenario “è da stato di emergenza e spero che il Governo lo dichiari velocemente“.

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Il maltempo ha messo in difficoltà “centinaia di famiglie, ieri 200, oggi molte di più: non ci sono sfollati, ma famiglie con l’acqua in casa”, racconta Zaia. Un paio di ospedali in difficoltà, come quello di Camposampiero (qui acqua nei sotterranei), “ma non gravemente”; idem, un paio di case di riposo (per una è stata disposta una evacuazione). La rottura arginale a Camposampiero si è riverberata su padovano e veneziano, “ma alle 4 di questa mattina c’erano già gli escavatori per cercare di tamponare la falla”. Poi sono esondati i canali nell’asolano (Asolo è sott’acqua nella sua parte bassa).

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Zaia però ribadisce che senza i bacini di laminazione Vicenza sarebbe finita allagata e senza bacini “non ho idea della dimensione del disastro che ci sarebbe” ora. Vero è anche che i bacini sono dimensionati per “eventi straordinari, ma non a questi livelli”. In altre parole, il cambiamento climatico “ci impone di rivedere il modello perchè abbiamo capito che le bombe d’acqua sono il vero problema”: ora si deve fare i conti con “acquazzoni equatoriali a cui non siamo abituati”.

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