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‘Acampada’ anche a Genova, tende alla facoltà di Lettere per “l’Intifada studentesca”

Gli studenti di Cambiare Rotta chiedono un Senato accademico straordinario. "Qui finché l'Università non ci ascolterà"

Pubblicato:15-05-2024 13:01
Ultimo aggiornamento:15-05-2024 16:40

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GENOVA – Tende nel cortile di Balbi 4 a sostegno del popolo palestinese. La “acampada” arriva anche all’Università di Genova, negli spazi della Facoltà di Lettere, con quella che gli studenti di Cambiare rotta hanno ribattezzato “Intifada studentesca”, come testimoniano lo striscione all’ingresso del palazzo, lungo la via universitaria, e la bandiera palestinese. Una trentina di giovani, marcati a vista da una decina di agenti della Digos, a partire dalle nove ha iniziato a srotolare tappetini, stecche e installare tende, nel girono del 76esimo anniversario della Nakba.

“Chiediamo un Senato accademico straordinario- spiega Leonardo Ambrosio, portavoce del movimento- ci sarà un’assemblea in cui discuteremo le nostre azioni. Proporremo un programma di tante attività politiche per coinvolgere gli universitari e rilanciare la nostra mobilitazione finché l’Università non ci ascolterà. L’obiettivo è ottenere dei risultati da questa mobilitazione e che l’Ateneo si renda disponibile ad aprire un dialogo”.

Una mezza dozzina le tende che vengono montate, tra striscioni di solidarietà di “Non una di meno” e altri messaggi contro il sostegno a Israele: “Né un centesimo né un proiettile per la guerra di Israele”, si legge su uno striscione con tanto di falce e martello e firma “Scr-Verso il partito rivoluzionario”. Oppure “Con la resistenza palestinese. Fuori Israele dall’Università”, come recita il lenzuolo di Cambiare rotta.


Non è la prima azione degli studenti genovesi in solidarietà con la Striscia di Gaza. Nelle scorse settimane, gli universitari avevano provato invano a convincere il senato accademico, non senza qualche momento di tensione anche in rettorato, a disdettare ogni accordo di collaborazione con atenei israeliani, in particolare per quanto riguarda il famoso bando del ministero degli Esteri.


“In altri Atenei ci sono state tantissime vittorie. Qui a Genova il rettore Federico Delfino sta facendo muro di fronte alle nostre rivendicazioni- ricorda Ambrosio- ai giornali continua a dichiarare che è molto disponibile al dialogo, ma all’ultimo Senato accademico è scappato, spostando per due volte la seduta e alla fine rimandandola online per evitare qualunque confronto. Questo perché si rende conto che anche il senato accademico avrebbe messo in discussione alcuni accordi atroci”. Ma nel mirino degli studenti finisce anche la politica. Cambiare rotta si schiera contro “tutta una propaganda sionista che è in Università, ma anche da parte delle istituzioni. Il sostegno a Israele è stato dilagante. Anche il presidente Toti, che fin dal primo giorno ha messo sul palazzo della Regione una bandiera israeliana gigante e che ha sventolato la bandiera israeliana il 25 aprile, ora si trova ai domiciliari e ci fa capire quanto ci tenga alla democrazia e alla correttezza. Tutta la classe politica, da destra a sinistra, che legittima le azioni di Israele fa venire a galla la corruzione e il marciume che è presente in Italia”.

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