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VIDEO | Filippine, la cronista Nobel per la Pace: “Ho fede, non siamo più all’inferno”

Pubblicato:11-05-2024 13:35
Ultimo aggiornamento:11-05-2024 13:35

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ROMA – “Eravamo all’inferno, ora siamo in purgatorio“, sorride Maria Ressa, giornalista premio Nobel per la pace nel 2021 per l’impegno a tutela della libertà di espressione e della democrazia.
Parla con l’agenzia Dire, la cronista, a Palazzo della Cancelleria. A Roma e in Vaticano c’è stata la seconda edizione del World Meeting on Human Fraternity, due giorni di dibattiti e “tavoli di lavoro” con 30 Nobel per la pace. Ressa non si sofferma sul premio ricevuto ma sull’impegno della sua testata Rappler in favore di libertà e democrazia, proseguito nonostante gli arresti e le inchieste giudiziarie, due delle quali ancora in corso.

Nelle Filippine con la precedente amministrazione eravamo all’inferno, ora siamo in purgatorio“, scandisce allora la giornalista, facendo riferimento al presidente Rodrigo Duterte, al potere dal 2016 al 2022, e poi all’attuale capo di Stato, Ferdinand Marcos Junior.
Quella di Ressa e dei governi di Manila è una storia complicata. Di mezzo c’è ‘Rappler’, sito online di riferimento a livello nazionale, nato nel 2011 e da allora sempre critico con il potere. “A partire dal 2017 abbiamo dovuto far fronte a 21 inchieste e poi nel 2019 sono arrivati i mandati di arresto anche per me, con 11 cause e pure le detenzioni” ricorda la giornalista, co-fondatrice del sito. “Ora ne sono rimaste solo due, una delle quali potrebbe ancora portare alla chiusura di Rappler”.
Ressa sottolinea però di avere fiducia. “Anzi fede” sorride di nuovo: “Siamo qui a Roma con Papa Francesco, che incontreremo domani”. Secondo la reporter, decisiva per l’esito delle cause sarà l’indipendenza dei magistrati. “E’ a loro che mi rivolgo” sottolinea Ressa: “Hanno una grande responsabilità per la nostra democrazia“.
Rappler ha denunciato più volte casi di corruzione e violazioni dei diritti umani. Alcuni dei servizi giornalistici più noti risalgono alla cosiddetta “guerra alla droga” condotta dal governo di Duterte. Tra le accuse giudiziarie rivolte a Ressa, archiviata nel 2023, anche una relativa a presunte violazioni delle norme che vietano la proprietà straniera delle testate.


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