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Bugo e Morgan in Tribunale per i fatti di Sanremo 2020: oggi l’udienza del processo penale per diffamazione

Intanto, Morgan, qualche giorno fa, ha detto di stimare Bugo e di volergli chiedere scusa: "Sarebbe bello che tornassimo sul palco insieme"

Pubblicato:20-02-2024 13:01
Ultimo aggiornamento:20-02-2024 13:03
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ROMA – La lite sul palco di Sanremo 2020 tra Bugo e Morgan è ormai negli annali della kermesse. Ora i due artisti tornano a scontrarsi, ma lo fanno in Tribunale (ad Imperia). Come svela una nota ufficiale, si tiene oggi “il processo penale che vede coinvolti Cristian Bugatti, in arte Bugo, e Marco Castoldi, in arte Morgan, quest’ultimo citato in giudizio per diffamazione in relazione ai fatti avvenuti nel corso del Festival di Sanremo 2020″.

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“L’udienza di oggi- si legge ancora- segna un momento importante nel percorso legale che Bugo ha intrapreso 4 anni fa, costretto a citare in giudizio Morgan per aver gravemente compromesso la sua reputazione e il suo lavoro. Bugo, cantautore con ben 24 anni di carriera, si è sempre distinto per la sua dedizione alla musica, impegnandosi per offrire al pubblico il meglio di sé”.


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Un’alternativa non c’era: “Dopo i fatti avvenuti in occasione del Festival di Sanremo 2020, Bugo non ha mai cercato conflitti o controversie pubbliche, ma è stato costretto a intraprendere questa azione legale per difendere la sua dignità e il suo benessere emotivo e professionale. Più volte Morgan è apparso in contesti pubblici denigrando l’immagine del collega. Bugo si affida ora alla giustizia, affinché venga fatta luce su questa situazione e vengano ristabiliti i fatti secondo verità ed equità”.

MORGAN QUALCHE GIORNO FA: “BUGO LO STIMO, VOGLIO CHIEDERGLI SCUSA”

Morgan, dal canto suo, al Corriere della Sera, qualche giorno fa, ha detto: “La verità è che io Bugo lo stimo, e lo stimavo anche all’epoca. In passato, quando mi sono trovato senza una casa e ho avuto bisogno di aiuto, lui mi ha dato una mano. E voglio chiedergli scusa se si è sentito offeso dai miei toni in alcune interviste, che erano frutto della frattura di quel momento. Io uso spesso un linguaggio iperbolico e sferzante. Sarebbe bello che tornassimo sul palco insieme“.

Le scuse, poi, sono arrivate anche al manager di allora Valerio Soave: “A proposito di certe espressioni e affermazioni che ho usato subito dopo l’accaduto, come ad esempio nella conferenza stampa al Palafiori il pomeriggio seguente e poi anche in alcune trasmissioni televisive di quel febbraio 2020, vorrei dire che Valerio Soave, cioè il titolare della Mescal, è stato in passato anche il mio manager e sono stato io a propormi a lui per via della sua rinomata competenza ed eccellenza in campo musicale. A prescindere dalle ragioni che sto sostenendo in sede civile (riguardano aspetti legati esclusivamente all’ambito dei diritti d’autore sull’episodio della mia ultima partecipazione serale a Sanremo20, per i quali rimango assolutamente fermo nella mia posizione), la mia stima e gratitudine per il lavoro svolto insieme in passato per oltre una decade di successi sono immutate. Dunque, per quanto riguarda espressioni ed epiteti utilizzati all’epoca in quelle interviste nei confronti di Valerio Soave e che lui aveva percepito come offensive, chiedo sinceramente scusa“.

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