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È polemica a Bologna per la bandiera della Palestina in Comune, Lepore: “Non sto coi terroristi”

Polemiche su polemiche a Bologna per la decisione del sindaco Matteo Lepore di esporre, due giorni fa, la bandiera della Palestina sulla facciata del Palazzo comunale

Pubblicato:31-05-2024 18:06
Ultimo aggiornamento:31-05-2024 18:19

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BOLOGNA – È polemica a Bologna per la bandiera della Palestina che due giorni fa il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha deciso di appendere all’esterno della facciata di Palazzo D’Accursio, sede del Comune. Lepore lo ha fatto con questa motivazione: “Come Sindaco di un Comune storicamente schierato per la Pace, la non violenza e la salvaguardia dei diritti umani è per me doveroso prendere posizione così come agire per garantire la maggiore coesione sociale possibile nella nostra città. Prendiamo parte in favore delle vittime e dei diritti umani, ancora una volta quindi. Non possiamo e non vogliamo restare in silenzio- continua il sindaco- perché restare in silenzio di fronte a questa violenza vuol dire accettarla“. E ha aggiunto: “L’attuale Governo israeliano deve fermarsi e riaprire il fronte del dialogo”.

LE POLEMICHE

L’azione del sindaco, però, ha incassato polemiche di ogni tipo. In primis quella di parteggiare per Hamas ed essere dalla parte dei terroristi. C’è chi ha parlato di “errore politico”. Chi lo ha accusato di mancare di rispetto alla Comunità ebraica. Quella di Bologna ha duramente condannato il gesto di Lepore, parlando di “implicita adesione alla volontà genocidiaria di Hamas” e di “incitamento all’antisemitismo”. Ma c’è anche chi, come i Giovani palestinesi di Bologna, ha attaccato il primo cittadino bollando l’esposizione della bandiera come “propaganda elettorale”. Secondo loro è stata “un’azione tardiva, che sa di mossa elettorale, e decisamente insufficiente rispetto a quanto sta accadendo”. Tra le espressioni di sostegno al sindaco, invece, c’è quella dell’Unione delle Comunità islamiche in Italia, che lo ha definito “uomo di pace e promotore instancabile del dialogo”. E oggi Lepore ha risposto alle accuse, premettendo: “È molto importante che la nostra città in modo più forte e deciso lavori per il dialogo e relazioni di pace. Quindi credo sia giusto riesporre anche la bandiera della pace accanto a quella della Palestina”.

LEPORE: “IO CON TERRORISTI E ANTISEMITA? ACCUSA FALSA E VIOLENTA”

“Voglio respingere e smentire l’interpretazione secondo cui esporre la bandiera del popolo palestinese rappresenti oggi un sostegno ai terroristi e un gesto antisemita. È una cosa falsa che va rigettata e respinta. Devo dire che con tanti messaggi di solidarietà e sostegno da parte di cittadini bolognesi e italiani e di tante realtà, non mi sento minimamente toccato da questa interpretazione strumentale e anche molto violenta nei nostri confronti”, dichiara il sindaco rispondendo in aula alle interrogazioni di Nicola Stanzani (Fi), Matteo Di Benedetto, Giulio Venturi (Lega), Stefano Cavedagna (Fdi) e Detjon Begaj (Coalizione civica).


“Come amministrazione e come Consiglio abbiamo condannato con forza l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre, abbiamo chiesto la liberazione degli ostaggi israeliani. Lo abbiamo fatto presentandoci subito dopo, insieme alla Comunità ebraica, al memoriale della Shoah che abbiamo contribuito a realizzare”, afferma Lepore. “Lo abbiamo fatto in tutte le occasioni ufficiali e non ufficiali”, aggiunge il sindaco, ricordando in particolare le marce per la pace organizzate con la Comunità islamica, quella ebraica e la Chiesa cattolica. “Fin dal primo momento abbiamo dichiarato la nostra vicinanza alla Comunità ebraica e ai rapiti– continua il sindaco- perchè riteniamo siano una violazione dei diritti umani il rapimento e l’uccisione di persone civili”. Però oggi “è fondamentale, oltre ad esprimere solidarietà, fare qualcosa- sottolinea Lepore- perchè se vogliamo davvero sostenere l’esistenza di due popoli e vogliamo ci sia il riconoscimento di due Stati, quello che sta succedendo ci ha fatto fare enormi passi indietro: quello che è successo in questi mesi, il 7 ottobre e negli anni precedenti”.

È importante che “il Governo israeliano si fermi e riapra il fronte dei dialogo. L’ho già detto e lo ripeto: io sogno- dichiara Lepore- di poter esporre la bandiera israeliana accanto a quella palestinese, sogno di farlo presto, quando sarà ripristinato appieno il diritto internazionale e quando si fermeranno le bombe sui campi profughi e sui civili inermi”.
Lepore, del resto, ha iniziato l’intervento sottolineando che “la giustizia, la legalità internazionale, i diritti umani e il diritto internazionale sono le questioni, i valori e i principi che mi hanno spinto a esporre la bandiera della Palestina”. Gli stessi motivi, prosegue Lepore, per cui la facciata del Comune ha ospitato lo striscione per il ‘cessate il fuoco’, la bandiera della pace o quella dell’Ucraina e per cui l’amministrazione ha manifestato con gli studenti iraniani. Ma è in particolare sull’Ucraina che insiste il sindaco: “Anche in quel caso abbiamo preso parte e nessuno si è indignato dai banchi dell’opposizione e neanche i rappresentanti dell’attuale Governo. Anzi, quando ho chiesto che in una Casa di quartiere non venisse proiettato un film della propagana russa ho ricevuto applausi ed encomi da ambasciatori, rappresentanti di Governo e tanti partiti. In quel caso prendevo parte, non esponevo due bandiere”. E ora, tornando al Medio oriente, “penso che l’equidistanza che ci viene richiesta da più parti, da mesi e ormai anni, non farebbe che essere sinonimo di accettazione dello stato di fatto e cioè distruzione, guerra, bombe, uccisione di civili inermi sulla striscia di Gaza, a Rafah e in generale sul territorio dove vivono i palestinesi”. In un certa fase storica “due popoli, due Stati e due bandiere aveva un signiFicato”, aggiunge Lepore, ma oggi “significherebbe voltarsi dall’altra parte”.

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