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Tg Mondo Hi-Tech, edizione del 31 maggio 2024

Si parla di rete wi-fi subacquea, 'scotch' spaziale, IA e medicina

Pubblicato:31-05-2024 15:45
Ultimo aggiornamento:31-05-2024 15:45
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TERNA SPERIMENTA RETE WI-FI SUBACQUEA

Una rete wi-fi subacquea per la trasmissione dati del monitoraggio dell’ecosistema marino relativi a diversi parametri: rumore, correntometria, clorofilla, temperatura e torbidità dell’acqua. Un sistema in grado di rilevare quegli aspetti utili per realizzare e gestire con sempre maggiore efficienza i grandi collegamenti elettrici sottomarini. Terna ha avviato la sperimentazione della tecnologia dell’Internet of Underwater Things o IoUT -> SI PRONUNCIA AI-O-IU-TI) in collaborazione con Wsense, società deep-tech leader appunto nel monitoraggio e nei sistemi di comunicazione per l’ambiente subacqueo, in modo da garantire la sicurezza degli asset e il monitoraggio delle condizioni ambientali nelle vicinanze delle opere. I risultati della sperimentazione nelle acque del Mar Tirreno, nel canale di Piombino, hanno evidenziato il potenziale molto promettente di questa soluzione tecnologica.

DA SUPERCOMPUTER ENEA SOLUZIONI PER RINNOVABILI E FUSIONE

Ottimizzare le prestazioni di fonti energetiche come il fotovoltaico, l’idroelettrico, l’eolico e in futuro anche il nucleare da fusione, utilizzando supercomputer di nuova generazione in grado di risolvere un trilione di operazioni al secondo, livello ‘esascala’. È l’obiettivo del progetto triennale EoCoE-III, che punta a rendere l’Unione europea leader mondiale nel supercalcolo. Al progetto partecipano esperti informatici e di fonti rinnovabili provenienti da 18 organizzazioni europee pubbliche e private, tra cui per l’Italia Enea, Cnr e le università di Trento e di Roma Tor Vergata. “Attraverso il supercalcolo è possibile effettuare simulazioni in settori quali l’energia da fusione, i materiali, l’idroelettrico e l’eolico”, ha spiegato il responsabile del progetto per Enea, Massimo Celino. Per quanto riguarda la produzione di energia idroelettrica, i modelli ricavati consentono di fare previsioni sull’andamento dei bacini idrici. Rispetto all’eolico, le simulazioni potranno chiarire la dinamica dei flussi di aria in un parco eolico. Nell’ambito della fusione si propongono di supportare gli esperimenti sul tokamak Iter in costruzione a Cadarache, in Francia.

DA ‘SCOTCH’ SPAZIALE A BATTERIE ‘LEGO’, A BOLOGNA STARTUP DAY

C’è chi ha inventato una specie di ‘scotch’ elettrostatico che può essere usato per raccogliere sia la frutta sia i detriti spaziali in orbita. E c’è chi invece può convertire i fanghi di scarto in bioplastica biodegradabile. C’è poi chi usa microrganismi per trattare i rifiuti, come alternativa ai bagni chimici. E chi usa le potature dei vigneti come combustibile al posto del gpl. Ma c’è anche chi ha inventato delle batterie avanzate ad alte prestazioni, che si montano come i famosi mattoncini della Lego. E chi ha costruito robot elettrici e a guida autonoma per il lavoro nei campi. Infine c’è chi ha sviluppato un kit per rendere ogni motore a gasolio adatto anche al biodiesel puro e chi ha messo a punto una speciale bioresina, fatta con le bucce dei pomodori, per ricoprire gli imballaggi metallici per alimenti. Sono alcune delle invenzioni in mostra allo ‘Startup Day’, l’iniziativa organizzata dall’Alma Mater di Bologna per valorizzare le idee innovative dei propri studenti e ricercatori. In tutto più di 40 realtà tra start up, spin off, investitori, incubatori e acceleratori d’impresa.


ITALIANI E IA IN MEDICINA, PROMOSSA DA 6 SU 10

Poco più di 6 italiani su 10 sono favorevoli all’uso dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario, di questi l’88% la userebbe per semplificare il linguaggio dei referti, l’86% come supporto al medico per effettuare una diagnosi e l’80% come aiuto per stabilire una terapia farmacologica adeguata, mentre quasi 6 italiani su 10 la utilizzerebbero però come strumento per un’autoanalisi. Un altro rischio, oltre al ‘fai-da-te’, è che per 7 italiani su 10 l’Ia potrà causare una perdita della relazione e del contatto diretto con il medico. Sono questi i primi dati che emergono dall’indagine di EngageMinds Hub, il Centro di ricerca in psicologia dei consumi e della salute dell’Università Cattolica, campus di Cremona. Poco meno di 8 italiani su 10 riferiscono che le tecnologie digitali miglioreranno l’accessibilità e l’utilizzo dei servizi sanitari e porteranno a una riduzione dello spreco di carta oltre a un maggior coinvolgimento del paziente grazie ad una più facile fruizione del proprio fascicolo sanitario. Poco più di 7 italiani su 10 pensano anche che le tecnologie digitali potranno ridurre i costi a lungo termine e poco più di 6 su 10 si aspettano anche che l’Ia possa migliorare le diagnosi.

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