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John Elkann: “Da piccoli io e i miei fratelli abbiamo subito violenze fisiche e psicologiche da mia madre”

Lo sfogo ad Avvenire nel pieno della battaglia legale per l’eredità di nonna Marella Agnelli: "I nonni ci hanno protetto"

Pubblicato:31-05-2024 11:50
Ultimo aggiornamento:31-05-2024 20:21

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ROMA – Il titolo dell’intervista esclusiva è conciliante, svia, nasconde la notizia. “Elkann, messaggio al Governo: «Per Stellantis un futuro forte in Italia»”. Nell’articolo dell’Avvenire però c’è lo sfogo di John Elkann e, in particolare, parole durissime contro la madre Margherita Agnelli, accusata di “violenze fisiche e psicologiche” su John e i fratelli Lapo e Ginevra. In realtà il presidente di Stellantis e ad della holding Exor ha parlato ad Avvenire, ma le sue parole sono finite contemporaneamente sui giornali di famiglia, Repubblica e Stampa, con un taglio molto più appuntito.

Il contesto dell’intervista è che tra Elkann e la madre è in corso una battaglia legale per l’eredità di nonna Marella Agnelli. Da quel contenzioso aperto da mamma Margherita è scaturito un fascicolo che vede i tre fratelli Elkann indagati per irregolarità fiscali e presunta truffa sulle tasse di successione.

Insieme ai miei fratelli Lapo e Ginevra fin da piccoli abbiamo subito violenze fisiche e psicologiche da parte di nostra madre. Questo ha creato un rapporto protettivo da parte dei nostri nonni”, dice Elkann ad Avvenire.


 “Con mio fratello e mia sorella abbiamo piena fiducia nella magistratura italiana. È una situazione che dura da vent’anni, da quando nel 2004, nel pieno della crisi, tutta la mia famiglia per senso di responsabilità si è compattata intorno alla Fiat, portando avanti le volontà di mio nonno. L’unica a chiamarsi fuori è stata mia madre. E invece di essere contenta, per la Fiat, per la sua famiglia, per la realizzazione del volere di suo padre, ha reagito nel modo peggiore”.

Riguardo alle aziende di famiglia Elkann ha rilanciato: “Guardiamo ai fatti: il nostro destino 20 anni fa era quello dell’Olivetti, una delle grandi realtà del nostro Paese. Che con il susseguirsi di diverse proprietà, cattiva gestione e ingegneria finanziaria che prendeva il posto dell’ingegneria di prodotto, oggi non esiste più. Un’altra possibilità, ugualmente infelice, era la nazionalizzazione, come nel caso dell’Alitalia o dell’Ilva. E invece non è andata così”.

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