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Stupri a Caivano e Palermo, la psicologa Bozzaotra: “Mancano azioni in difesa delle vittime”

Intervista ad Antonella Bozzaotra, dirigente psicologa dell'Asl Napoli 1 Centro, responsabile del servizio Oltre la violenza

Pubblicato:30-08-2023 18:32
Ultimo aggiornamento:30-08-2023 18:34

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NAPOLI – “In questi giorni sui mass media sono circolati tantissimi commenti e narrazioni, prima su Palermo che sembrava essere il top dell’orrore e poi su Caivano, dove lo scenario, man mano che si va precisando, diventa sempre più orrendo. Caivano, quindi, maglia nera del degrado, hanno detto tutti. Pochi gli interventi che hanno messo l’accento sul carattere strutturale della violenza e sulla sua trasversalità. Poi, dopo l’orrore si è messo mano a tanti suggerimenti, proposte e rimedi. Quello che mi ha molto colpito è che da più parti le proposte rinviano alla necessità di proporre azioni di educazione sentimentale rivolte a giovani uomini, visto che quelli che hanno commesso i reati di cui stiamo parlando sono quasi tutti minorenni”. Lo ha spiegato alla Dire Antonella Bozzaotra, dirigente psicologa dell’Asl Napoli 1 Centro, responsabile del servizio ‘Oltre la violenza’, che si occupa di uomini che hanno commesso reati di violenza domestica e contro le donne. Uno sportello al quale, dal 2014 ad oggi, si sono rivolte alcune centinaia di uomini in maniera spontanea o inviate dall’autorità giudiziaria.

“PROPOSTE ARRIVANO DA CHI NON HA UNA CONOSCENZA APPROFONDITA DEL FENOMENO”

“Lavorando in questo contesto – ha sottolineato Bozzaotra – mi rendo conto che le proposte che vengono fatte arrivano molto spesso da parte di chi non ha una conoscenza approfondita del fenomeno e lo ricodifica utilizzando concetti stereotipati che non aiutano nella comprensione del fenomeno stesso, suggerendo spesso azioni inefficacemente repressive. Da più parti vengono suggerite azioni di tipo educativo che non sono sostenute dalla riflessione sui contenuti necessari al riconoscimento dell’asimmetria di potere tra uomo e donna, che è l’aspetto fondante la violenza sulle donne così come definita dalla convenzione di Istanbul. E così si continua a evitare di lavorare al rivelamento dei comportamenti che veicolano una cultura misogina e di oggettivazione delle donne“.

“REATI AVVENGONO NEL CONTESTO DI UNA CULTURA CHE NEGA L’ASIMMETRIA DI POTERE UOMO-DONNA”

Per Bozzaotra “mancano da parte delle istituzioni azioni tese alla difesa della vittima, volte a evitare l’esposizione delle stesse a processi di vittimizzazione secondaria” e, allo stesso tempo, “le misure previste nei confronti degli autori del reato sono spesso prive di una riflessione sulla necessità di una esplicita denuncia che tali reati avvengono nel contesto di una cultura che nega l’asimmetria di potere uomo-donna. Questo è il nodo. La legislazione – osserva – riconosce il diritto delle donne alle proprie scelte e al loro rispetto, ma per una società sostanzialmente patriarcale questo è uno spauracchio lesivo del diritto degli uomini a mantenere le donne come proprio possesso. Bisogna andare verso lo svelamento della violenza che le donne subiscono ogni giorno attraverso il perpetrarsi di modalità di rapporti interpersonali che ne veicolano la svalorizzazione e non ne permettono una vita senza paura”.


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