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Donna ‘caduta’ da un cavalcavia a Padova: in carcere il compagno

Svolta nelle indagini per la morte di Giada Zanola dopo le ammissioni del coniuge, Andrea Favero, al Pm. La vittima lascia un bimbo di 3 anni.

Pubblicato:30-05-2024 11:58
Ultimo aggiornamento:31-05-2024 11:19
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PADOVA- Svolta nelle indagini sul caso della donna precipitata da un cavalcavia a Padova, all’alba ieri, mercoledì 29 maggio. Non si sarebbe trattato di un suicidio, ma la vittima, Giada Zanola, di 34 anni, è stata buttata dal ponte. Fermato per omicidio di volontario è il compagno, Andrea Favero, 39 anni, che è stato portato in carcere, in stato di fermo, a seguito di alcune sue ammissioni al Pm e al termine delle indagini degli agenti della Polstrada di Padova e di Venezia e dalla Squadra mobile della Questura di Padova. o volontario.

Giada, che lascia un bimbo di appena 3 anni, era originaria della Lombardia ma viveva a Vigonza, in provincia di Padova. E proprio la città veneta ha registrato in pochi mesi altri casi di femminicidi, balzati all’onore delle cronache, da quello di Giulia Cecchettin del novembre scorso, per mano dell’ex fidanzato, al caso di Sara Buratin, uccisa dal marito lo scorso febbraio.

(Giada Zanola con il marito, in una foto scattata 8 mesi fa e pubblicata sul suo profilo Ig)


Sulla morte di Giada Zanola, in prima mattinata, interviene anche il presidente della Regione Luca Zaia: “L’ennesima vittima di femminicidio in Veneto ha il volto di Giada Zanola, 34 anni, originaria del bresciano, mamma di un bimbo piccolo di 3 anni, sposata con Andrea Favero, di sei anni più grande di lei”, riporta il governatore dal suo profilo social. “Ora l’uomo è accusato di omicidio volontario ed è stato tradotto in carcere- prosegue- La coppia, che sarebbe stata in crisi da qualche tempo, viveva a Vigonza dal 2023. L’omicidio sarebbe avvenuto al culmine di una lite che i due avrebbero avuto mentre si trovavano sul ponte sopra l’autostrada, a Vigonza, poco distante dalla loro abitazione. Qui il compagno l’ha fatta precipitare. Alcune automobili sono riuscite ad evitare il corpo, poi la donna è stata travolta mortalmente da un camion”. Zaia invita infine a pregare preghiera per Giada e per il suo bambino. “E’ una tragedia immane– conclude- resa ancora più dolorosa dal pensiero di questo piccolo, che ad appena 3 anni resta solo”.

Le indagini stanno ricostruendo quanto accaduto nella giornata di mercoledì 29 maggio, intorno alle 4 di mattina, su quel maledetto cavalcavia sull’A4 da cui Giada Zanola è stata scaraventata, forse ancora viva o già morta, e da cui è precipitata per 15 metri per poi essere travolta da un camion. Dalle prime indiscrezioni, risulta che la coppia fosse già da tempo al capolinea. Un ultimo litigio, poi degenerato, si sarebbe consumato proprio la notte tra martedì e mercoledì, quando poi Giada potrebbe essere fuggita di casa in auto, venendo poco dopo raggiunta dal compagno sul ponte della A4. Resta da capire – lo stabilirà l’autopsia – se la donna, prima del volo fatale, sia stata malmenata e abbia perso i sensi o fosse già deceduta.

Ad accendere la spia, agli inquirenti, su quanto avvenuto, e a mettere quasi subito in dubbio la versione del suicidio, sono stati i lividi e le escoriazioni evidenti sui polsi del marito, indizi di una estrema disperata forma di resistenza della vittima, o forse, anche di precedenti episodi di violenza domestica, di cui però non risulta che la donna abbia mai presentato denuncia.

I MESSAGGI E LE REAZIONI DELLE ISTITUZIONI

Sono numerose le reazioni delle istituzioni che si sono susseguite nel corso della giornata. “Il solo pensiero mi immobilizza dalla rabbia e dal senso di impotenza che provo in questo momento. La notizia che ho appena letto e che sta circolando velocemente su tutti i siti web è quella, purtroppo, di un altro femminicidio. Una parola che nessuno vorrebbe più sentire dopo il caso di Giulia Cecchettin, ma che invece stenta a sparire nonostante i buoni propositi, le frasi corali dei ‘mai più’, le maggiori azioni anche di sensibilizzazione contro la violenza di genere che si stanno promuovendo, in particolare in Veneto”, afferma Roberto Toigo, segretario della Uil del Veneto. La morte per mano del compagno è “una svolta drammatica e scioccante”. Ed è “disarmante sentirsi così inutili di fronte a queste morti ingiuste che coinvolgono le donne”, dice Toigo. La Uil Veneto “continua la sua lotta silenziosa ma costante contro i femminicidi anche grazie ai suoi uffici di stalking e mobbing e non smetterà mai di promuovere la cultura della vita e del rispetto verso le donne e la parità di genere”.

ZAIA: POTREBBE ESSERE 4° FEMMINICIDIO IN VENETO IN POCHI MESI, NUMERI INACCETTABILI

Il presidente Zaia è tornato sul femminicidio di Padova con un ulteriore intervento. “Dobbiamo dirlo con fermezza, insegnandolo a tutti, dai bambini fino agli adulti: la violenza sulle donne è un crimine orrendo. Siamo di fronte a una catena di sangue che non dobbiamo e non vogliamo considerare interminabile”, afferma il governatore del Veneto a seguito degli sviluppi drammatici. Il Veneto “è di nuovo in lutto- prosegue- come nei giorni di Giulia, Vanessa, Sara e di altre ancora prima di loro. Potrebbe essere il quarto femminicidio solo nei pochi mesi a cavallo tra l’anno scorso e questo; una contabilità inaccettabile che fa accapponare la pelle e indignare. Di fronte a una simile spirale di violenza, tutti abbiamo il dovere di reagire con una risposta risoluta che cominci dal convincimento che la cultura del rispetto inizia con il non girarsi dall’altra parte a fronte di condizioni di maltrattamento e violenza di cui si è a conoscenza. Ognuno, segnalando situazioni di questo genere, può salvare una vita e sostenere le reti antiviolenza impegnate nella lotta a questa piaga che non possiamo accettare e dobbiamo debellare”.

SEMENZATO (NOI MODERATI): BISOGNA LAVORARE SULLA SICUREZZA PRIMARIA DELLE DONNE

“Questo surreale caso di femminicidio ci porta a riflette oggi sul rischio di una normalizzazione dei comportamenti violenti nelle relazioni di coppia. In più occasioni da Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere ho sostenuto che dobbiamo lavorare sulla sicurezza primaria delle donne, attraverso strumenti educativi più incisivi e una nuova consapevolezza più forte della donna nel recidere fin da subito rapporti difficili. L’autonomia mentale ed economica è l’unica strada da perseguire. Ma ricordiamo che è necessario intervenire anche sul fronte della prevenzione di comportamenti violenti nelle relazioni sin dall’adolescenza, per riflettere sugli stereotipi e i pregiudizi che sono alla base della violenza”. Così la Presidente della Commissione Parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere Martina Semenzato deputata di Coraggio Italia e del Gruppo parlamentare di Noi Moderati sul caso di Giada Zanola, Vigonza (Padova).

MARIA CRISTINA CARETTA (FDI): FEMMINICIDIO PIAGA DA ESTIRPARE

“Ancora un efferato omicidio, questa volta nel padovano, di una donna ‘colpevole’ di aver riposto fiducia in un criminale convinto di poter disporre della vita e della morte di un essere umano. Lei credeva di avere un compagno e lui ha creduto che fosse un oggetto da gettare da un cavalcavia dell’autostrada. Il femminicidio è una piaga intollerabile che dobbiamo impegnarci per estirpare dalla nostra società. Tutti nessuno escluso, istituzioni e cittadini, se vogliamo veramente definirci società civile”. Così Maria Cristina Caretta di Fratelli d’Italia, componente della commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere

DEM VENETE: “ESCALATION DI CRUDELTÀ, FARE FRONTE COMUNE CONTRO LE VIOLENZE

“L’assassino di Giada Zanola, per le sue modalità, pare segnare un’ulteriore escalation di crudeltà in quello che è già di per sé un fenomeno tragico come quello dei femminicidi. Purtroppo, ancora una volta il Veneto ne è teatro ed inevitabilmente il richiamo istituzionale ad agire si fa sempre più forte. Serve un fronte comune, a partire dal livello regionale, per innestare una marcia in grado di monitorare ed intercettare le situazioni di rischio”. A dirlo è la capogruppo del Pd Veneto, Vanessa Camani, assieme alla consigliera comunale dem di Vigonza, Arianna Toniolo. Nei mesi scorsi il Pd ha presentato ad esempio una proposta di legge, ancora da esaminare, per rafforzare la rete di coordinamento attraverso l’istituzione di un osservatorio regionale. “Ma è tutto un impianto di interventi di carattere sociale che va rivisto in profondità: l’auspicio è che su questo terreno vi sia il massimo impegno di tutti”. Per Camani e Toniolo, “non è più tempo del silenzio e delle formali condoglianze: la politica e le istituzioni, a partire da quelle comunali fino al Governo, sono chiamate ad agire concretamente. Una battaglia senza confini: non possiamo infatti aspettare che la tragedia avvenga sotto casa nostra per mettere come priorità dell’agenda delle nostre comunità il riconoscimento e il rispetto delle donne”.

(foto prese dai social)

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