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Sclerosi multipla, Valerio Chiurchiù vince il Premio Rita Levi Montalcini 2024

Studio dei lipidi bioattivi e immunologia le sue passioni

Pubblicato:29-05-2024 15:26
Ultimo aggiornamento:03-06-2024 15:40

Laboratori sanità ricerca malattie rare
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ROMA – Il dottor Valerio Chiurchiù, 40 anni, di Roma, ha vinto oggi il Premio Rita Levi Montalcini istituito 25 anni fa da Fism per valorizzare i giovani ricercatori sulla sclerosi multipla.

Chirchiù ha saputo coniugare le due grandi passioni scientifiche che ha incontrato nel suo percorso: lo studio dei lipidi bioattivi e l’immunologia, ed applicarle nella sclerosi multipla.

Come spiega la motivazione ufficiale del Premio, partendo dalla ricerca di base svolta in laboratorio, sta giungendo a proposte innovative che possono cambiare il paradigma della terapia nella SM, soprattutto quella in fase avanzata.


Biologo, con dottorato di ricerca in immunologia e biotecnologie applicate, ed esperienze lavorative svolte all’estero presso importanti università, tra cui l’Università di Harvard, è un ricercatore dell’Istituto di Farmacologia Traslazionale del CNR e da cinque anni dirige il Laboratorio di Risoluzione della Neuroinfiammazione presso l’Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma.

È autore di 70 articoli peer-reviewed dal 2005 ad oggi, di cui 30 come primo autore. Molte le sue collaborazioni a livello nazionale e internazionale, una su tutte quella con il professor Charles Serhan, Harvard Medical School (Boston, Usa).

Insegna da diversi anni alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e all’Icomm- International College of Ostheopathic Manual Medicine di Roma.

“La Fism- dichiara il vincitore del Premio Rita Levi Montalcini 2024- ha sempre creduto nel nostro approccio scientifico, che punta a risolvere l’infiammazione invece di bloccarla. Questo nuovo metodo, basato su una classe di lipidi bioattivi chiamati pro-resolvine, derivati dagli acidi omega 3 e omega 6 presenti nella dieta, può risolvere l’infiammazione nella sclerosi multipla e migliorare il decorso della malattia, soprattutto nelle fasi avanzate”.

“Stiamo ora avviando il primo trial clinico sui pazienti, che è in fase di approvazione, per testare questo approccio. Le prospettive per miglioramenti terapeutici sono molto alte- conclude- grazie anche al sostegno della Fism ai nostri studi. Abbiamo una sfida da affrontare e un futuro promettente davanti a noi”.

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