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VIDEO | Quando De Luca disse a Meloni: “Lavora tu, stronza!”. A Caivano si è celebrato il funerale del cerimoniale

Le immagini della stretta di mano tra Meloni e De Luca verranno ricordate per avere immortalato i saluti meno istituzionali della storia d'Italia

Pubblicato:28-05-2024 19:49
Ultimo aggiornamento:31-05-2024 19:52

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ROMA – Potremmo già ribattezzarlo ‘l’incontro di Caivano’, senza timore di svilire quello di Teano del 26 ottobre 1860, tra Giuseppe Garibaldi e il re Vittorio Emanuele II. Per carità, nessun paragone: in ballo oggi non c’è l’unità del Paese – almeno non dal punto di vista geopolitico – ma la sua credibilità. Le immagini della stretta di mano tra Meloni e De Luca verranno infatti ricordate per avere immortalato i saluti meno istituzionali della storia d’Italia. Due alte cariche dello Stato, ai vertici rispettivamente del Governo nazionale e della seconda regione per numero di abitanti – quindi, per rappresentanza, della seconda più importante – , che si fronteggiano così apertamente da arrivare prima a insultare e poi ad auto-insultarsi in segno di sfida. “Lavora tu, stronza”, disse il 16 febbraio scorso il governatore della Campania, riferendosi alla Presidente del Consiglio, seduto su uno dei divanetti del ‘Transatlantico’, la leggendaria anticamera dell’Aula di Montecitorio.

Il vulcanico De Luca aveva promosso a Roma una manifestazione contro l’autonomia differenziata. Doveva chiedere lo sblocco dei Fondi di Sviluppo e Coesione, ha finito per ricoprire di epiteti offensivi il capo dell’Esecutivo: “Senza soldi non si lavora. Lavora tu, stronza!”. L’istrionica Presidente del Consiglio, a Caivano, nella terra amministrata da De Luca, ha mostrato tutto il suo carisma comunicativo. Una scena cinematografica, altro che Tele Meloni. Si è avvicinata al governatore con passo deciso e sguardo truce, nascondendo nel palmo della mano il ricordo di quel 16 febbraio: “Sono quella stronza della Meloni, come sta?”. Doveva inaugurare un centro sportivo, una struttura polivalente simbolo di riqualificazione e di rinascita di un territorio martoriato dalla malavita, dagli stupri, dalle violenze su bambine e bambini. Ha finito per restituire, a favor di telecamere, il maltorto subito. Una geniale trovata social, una potenziale miniera d’oro di interazioni che, infatti, è stata prontamente diffusa dal canale ufficiale della kermesse di Fratelli d’Italia: Atreju. Sul video è stato inserito un logo con una scritta: “Tu scrivi Giorgia”. In campagna elettorale tutto è concesso, verrebbe da pensare. Peccato che Giorgia Meloni e Vincenzo De Luca, in quel preciso momento, non fossero lì in rappresentanza delle proprie parti politiche ma delle cittadine e dei cittadini italiani e campani. Di tutte e di tutti. E allora viene da pensare che forse non si è celebrata la rinascita di Caivano ma il funerale del cerimoniale, di quel rigido protocollo da seguire quando una figura pubblica presenzia ad appuntamenti ufficiali. Chissenefrega. Magari aveva torto Giulio Andreotti: “Il potere logora chi non ce l’ha”?


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