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Solo i famigerati contratti di De Laurentiis separano Conte e il Napoli

Ormai è fatta, ma mancano le firme. L'allenatore e il presidente sono campioni della clausola e del cavillo. Quando arriverà il sì ufficiale?

Pubblicato:28-05-2024 13:30
Ultimo aggiornamento:28-05-2024 15:53

antonio_conte
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NAPOLI – De Laurentiis s’è tenuto abbondante: il suo Conte alla rovescia durerà ancora dieci giorni. Mentre la stampa tutta tira la volata all’operazione-rilancio del Napoli, dà per chiusa la trattativa in un tripudio di “ha detto sì”. Conte ha detto sì, il presidente ha detto sì, la famigerata piazza dice sì dallo scorso autunno, primo periodo no. Il Napoli è pronto a piegarsi al “tremendismo”, dopo troppi mesi di devastante rinculo sportivo. Cosa manca? Perché non ufficializzano? A Napoli lo sanno tutti: manca il contratto. Che è una specie di tormentone. Gli accordi di De Laurentiis sono ormai pornografia contrattualistica: lunghi, complicati, zeppi di clausole e cavilli. Tante, tantissime trattative date per fatte sono infine sfumate – la tradizione orale è questa – per colpa dei contratti.

In attesa delle benedette firme Manna e il tecnico – pare – lavorano alle frattaglie dell’accordo lo legherà a De Laurentiis per tre anni, tanto che alcuni membri del suo staff hanno già contattato i calciatori del Napoli per garantirsi una base di lavoro. Ma tutti sanno che al momento dell’intervento presidenziale la contrattazione prenderà un ritmo bradisismico. Si tratta pur sempre di un’inedita operazione da 60 milioni e rotti solo per cambiare guida tecnica.

I tifosi sui social hanno già predisposto il business plan al presidente e la rivoluzione tattica di Conte (con tanto di cambi già effettuati partita per partita, e speech motivazionali abbozzati), ma resta di fondo uno scaramantico cinismo.

La suggestione, visto il contesto, è già andata oltre: tra i disoccupati è il numero uno, Conte. Ed è a sua volta un campione del mondo del comma e dell’allegato. Ogni sua mossa prevede una adeguata coperta finanziaria, calcola ogni possibile scenario. Basterebbe ricordare che nel passaggio dall’Inter alla Premier riuscì ad incassare una buonuscita al posto dell’esonero, pagato per trovarsi un nuovo ricco contratto al Tottenham. Raddoppiò le entrate mentre arrotondava con una collaborazione con Sky. Conte sarebbe un ottimo ministro “tecnico” dell’Economia, la sua.

Per i feticisti del negoziato sono giorni febbrili. Manca solo la firma sul lieto fine. Quello – considerato i caratteri in gioco – sarà solo l’inizio.


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