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Condannato l’investitore di Alessia Sbal travolta da Tir sul Gra. La sorella: “Uccisa una seconda volta”

L'uomo che ha investito e ucciso Alessia Sbal è stato condannato a otto anni, ma non gli è stata riconosciuta l'aggravante della guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. La sorella dopo la sentenza è sotto choc

Pubblicato:27-06-2024 21:39
Ultimo aggiornamento:27-06-2024 23:27
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ROMA – È stato condannato a 8 anni di carcere Flavio Focassati, l’uomo che il 4 dicembre 2022 con il tir che guidava travolse la giovane Alessia Sbal sul Grande Raccordo Anulare di Roma. L’uomo è stato giudicato con rito abbreviato e condannato per omicidio stradale, omissione di soccorso e fuga. Ilaria Sbal, sorella di Alessia, è sotto shock quando parla con la redazione della Dire. Un vero e proprio crollo emotivo, così lo descrive, quello dei momenti successivi alla sentenza per lei che, da sorella, si è trovata a studiare insieme agli avvocati e ai periti tutto il fascicolo notte e giorno.

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“È COME SE FOSSE STATA UCCISA UNA SECONDA VOLTA”

“Ad oggi io e mia madre siamo nel totale trauma. Mia sorella è come se fosse stata uccisa una seconda volta. Purtroppo noi vittime dobbiamo stare attente a parlare, oggi- ha aggiunto Ilaria sempre più scossa mentre parla al telefono- nessun giornalista ha fatto una foto a questa persona, al Focassati. Si nascondeva, codardo, dietro l’avvocato. Nell’arringa il suo avvocato ha detto di credere fermamente alla sua versione. Ma quale? Ne ha date tante”, ha ricordato Ilaria. “Non mi sono fermato; poi ‘mi sono fermato a fare pipì’, poi ‘la donna (ndr, mia sorella Alessia) si sarebbe buttata sotto al tir’, ha detto che ‘l’hanno rincorso le macchine’, mentre le macchine si erano fermate a fare un cordone per difendere il corpo di mia sorella”.
Ilaria Sbal, che ha promosso una serie di iniziative per le vittime della strada e ha dato vita a un gruppo social in memoria di sua sorella, segnala quelle che secondo lei sono anomalie e lacune riscontrate nelle indagini, come ad esempio: “Non aver sequestrato il telefono dell’uomo, né i tabulati”.


All’autista non è stato riconosciuta l’aggravante delle sostanze stupefacenti, questo certamente un nodo: “Al pronto soccorso di Tor Vergata era vigile, lucido, calmo dopo che… aveva investito una ragazza”, ha ricordato Ilaria.

LA GUERRA DI PERIZIE IN AULA

Nell’udienza di martedì 25 giugno a piazzale Clodio si è consumata una vera e propria guerra di perizie sulla presenza di cocaina e cannabis nelle analisi dell’uomo per appurare le aggravanti e il tempo di assunzione, e quindi il rapporto di causalità rispetto ai fatti. Un’aggravante che alla fine non sarebbe stata riconosciuta. Un dato, questo, che ha lasciato la mamma e la sorella di Alessia nello sconforto, visto anche il mestiere dell’uomo: “Era un trasportatore e nella deposizione spontanea ha dichiarato di vergognarsi per essersi drogato“.

Impresse nelle cronache di questa tragedia sono rimaste le telefonate della giovane Alessia Sbal che dettava il numero della targa del Tir al numero delle emergenze, appena pochi istanti prima di essere investita. “Come segnalato dal pm quella sera non c’era una telecamera attiva– ha continuato Ilaria Sbal- e senza le chiamate di mia sorella forse sarebbe finita anche peggio”.
All’alba di oggi sul suo profilo fb Ilaria Sbal in un post aveva scritto: “Non voglio parlare del processo e del dolore, perché senza di lei soffriamo tutti. Tengo duro per te, sorè come tu lo hai fatto per tutti noi. Tu ora balla e ridi, perché non dormo finché non sento il suono della tua risata“.

(Immagini da Facebook)

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