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Impagnatiello: “Andai a pranzo da mia madre con il cadavere di Giulia in macchina”

Il 27 maggio 2023 la 29enne veniva uccisa con 37 coltellate. Davanti alla Corte d'assise di Milano Impagnatiello rivela i dettagli dell'omicidio

Pubblicato:27-05-2024 17:18
Ultimo aggiornamento:28-05-2024 09:28

impagnatiello chiara tramontano
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ROMA – I dettagli che emergono dalla deposizione al processo di Alessandro Impagnatiello sul brutale assassinio di Giulia Tramontano e del suo bimbo, a cui ha tolto la vita con 37 coltellate il 27 maggio 2023, sono agghiaccianti. La donna era al settimo mese di gravidanza. In aula, presenti i genitori della vittima e la sorella, Chiara Tramontano, che ha scelto di uscire al momento delle dichiarazioni dell’imputato.

“NON SO PERCHÈ HO UCCISO GIULIA”

Aveva già confessato di aver ucciso Giulia Tramontano, lo ha ribadito questa mattina davanti ai giudici della Corte d’Assise di Milano.  “Sì, l’ho uccisa e ho occultato il cadavere – ha detto . L’ho uccisa la sera del 27 maggio”. Perchè ha ucciso Giulia?Una domanda che mi sono fatto miliardi di volte. Una domanda che non avrà mai risposta. Non c’è e non ci sarà mai un motivo per tutta questa violenza, questa aggressività, questa distruzione“, dice Impagnatiello che spiega che il rapporto con l’amante era ormai al capolinea: “Io e A.C. non siamo mai stati insieme, è stata solo una relazione carnale, fisica. Se ne stava andando e avrebbe fatto ordine con questa sua decisione. E io e Giulia non ci saremmo mai lasciati, stavamo programmando di andare a Napoli a settembre. Non ci saremmo lasciati”.

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COME NASCOSE IL CORPO DI GIULIA E IL PRANZO DALLA MADRE

“Ho gettato benzina e liquido infiammabile sul corpo di Giulia senza mirare a una ferita in particolare. Non ero in me. Quei prodotti li ho gettati casualmente, poteva essere una gamba, come il tronco o una spalla”, dice l’imputato che confessa come ha nascosto il corpo della donna nel box di casa. “Alla mia famiglia scrissi loro di non rivelarne la presenza. All’interno disponevo di un piccolo armadio dove coltivavo marijuana per uso personale, una o due piantine. Così dissi alla mia famiglia: non dite del box, con la motivazione delle piantine. In realtà era per la presenza del corpo di Giulia”. Quindi “comprai il carrello per spostare il corpo, ma era impossibile mettercelo su e lo abbandonai. Cercai di trasportare in più occasioni in corpo di Giulia di nuovo dalla cantina al box. Non ci riuscii perché qualcosa mi impediva lo spostamento. Tentati di spostare il corpo dalla cantina alla macchina. Non ci riuscii, lo portai in cantina. Da lì poi al box. Posizionando poi la macchina dentro il box”. E, infine, il particolare forse più terrificante di tutti: “Andai a pranzo da mia mamma, avevo il corpo di Giulia a bordo”.

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