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Quei doppi standard sulla pelle delle vittime dei conflitti. Monito ai leader del G7

Parla l'esperto Miro Modrusan, rappresentante a Ginevra dell'organizzazione umanitaria Intersos

Pubblicato:27-05-2024 15:54
Ultimo aggiornamento:27-05-2024 15:55

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ROMA – Stare dalla parte dell’umanità. Rispettando le persone e i loro diritti, anche nelle situazioni di conflitto armato. E offrendo più aiuto, in modo concreto, nelle tante e sempre troppe aree di crisi del mondo: richieste sul tavolo del G7 evidenziate dall’esperto Miro Modrusan, rappresentante a Ginevra dell’organizzazione umanitaria Intersos.

INTERSOS CON L’ALLEANZA CIVIL 7

L’occasione è un’intervista con l’agenzia Dire a margine del vertice del Civil 7, alleanza delle società civili che si è riunita nella sede della Fao a Roma alcuni giorni fa. Lo sguardo è rivolto al summit dei capi di Stato e di governo del G7 previsto a Borgo Egnazia, in Puglia, dal 13 al 15 giugno. Si comincia dai tanti fronti di conflitto nel mondo, in Medio Oriente, Africa, Asia ed Europa. “La nostra prospettiva è che tutte le vite valgono uguale e che non ci devono essere doppi standard” la premessa di Modrusan. “Purtroppo, nel XXI secolo, a ormai 75 anni dalla Convenzione di Ginevra che tutti gli Stati hanno sottoscritto, è necessario ricordarlo ancora: bisogna porre fine a tutte le atrocità, che avvengano nella regione etiope del Tigray o in Sudan, nella Striscia di Gaza o in Ucraina“.

Le preoccupazioni di Intersos, così come di tante altre organizzazioni impegnate nell’assistenza delle comunità colpite dalla violenza, sono allo stesso tempo locali e globali. “Ci sono conflitti protratti nel tempo e conflitti nuovi, sempre più numerosi” evidenzia Modrusan. “Oggi denunciamo che il diritto umanitario internazionale è disprezzato; questo ha conseguenze sulla nostra capacità di intervenire, nel rispetto di principi che per noi sono ‘regole sacre’: la neutralità, la non-politicizzazione e l’indipendenza“. Sono punti in evidenza anche nel documento diffuso dal Civil 7 in vista del vertice di Borgo Egnazia. Al G7 si chiede di “pubblicare una dichiarazione comune e di attuare politiche che mettano con decisione l’umanità e il diritto alla vita e alla dignità al centro dell’agenda umanitaria multilaterale“. Menzionato poi il nodo delle risorse da destinare alle comunità più vulnerabili. Si sollecitano i capi di governo a “rivedere insieme con le società civili le politiche di finanziamento di tutti gli Stati del G7 e di sciogliere con i nodi con i donatori che impediscono la fornitura di un’assistenza equa e imparziale a chi ne ha più bisogno”.


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