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Il monito di Papa Francesco: “Tutti siamo chiamati ad accogliere i migranti”

"La chiusura non e' una soluzione- dice il Pontefice-, anzi finisce col favorire i traffici criminali"

Pubblicato:26-10-2016 09:52
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:13

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papa_migrantiROMA  – “Le migrazioni appartengono alla storia dell’umanita’”. Lo ha detto il Papa nella catechesi dell’udienza di oggi dedicata all’opera di misericordia corporale che corrisponde alla parola di Gesu’: “Ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito”.

“Nei nostri tempi e’ quanto mai attuale l’opera che riguarda i forestieri”, ha detto Francesco, perche’ “la crisi economica, i conflitti armati e i cambiamenti climatici spingono tante persone a emigrare”. Tuttavia, “e’ mancanza di memoria storica pensare che esse siano proprie solo dei nostri anni”. “Anche la Santa Famiglia fu costretta ad emigrare per sfuggire alla minaccia di Erode”, ha ricordato Francesco, e “la storia dell’umanità è storia di migrazioni: ad ogni latitudine, non c’e’ popolo che non abbia conosciuto il fenomeno migratorio”.

La chiusura non e’ una soluzione, anzi finisce col favorire i traffici criminali. L’unica via di soluzione e’ quella della solidarieta’, solidarieta’ col migrante, col forestiero”. Con queste parole, durante l’udienza di oggi, il Papa ha affrontato il tema delle migrazioni. “Nel corso dei secoli – la sua analisi – abbiamo assistito a grandi espressioni di solidarieta’, anche se non sono mancate tensioni sociali”.


“Oggi – ha aggiunto – il contesto di crisi economica favorisce purtroppo l’emergere di atteggiamenti di chiusura e di non accoglienza. In alcune parti del mondo sorgono muri e barriere. Sembra a volte che l’opera silenziosa di molti uomini e donne che, in diversi modi, si prodigano per aiutare e assistere i profughi e i migranti sia oscurata dal rumore di altri che danno voce a un istintivo egoismo”.

L’accoglienza e la solidarieta’ verso profughi e migranti “e’ un impegno che coinvolge tutti, nessuno escluso”.

“Le diocesi, le parrocchie, gli istituti di vita consacrata, le associazioni e i movimenti, come i singoli cristiani, tutti siamo chiamati ad accogliere i fratelli e le sorelle che fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla violenza e da condizioni di vita disumane. Tutti insieme siamo una grande forza di sostegno per quanti hanno perso patria, famiglia, lavoro e dignita’”.

(www.agensir.it)

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