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“La teoria gender non esiste”, Antinoo Arcigay risponde a chi parla di propaganda Lgbtqia+: “Sono solo strumentalizzazioni”

Antonello Sannino sulla discussione della risoluzione che prospetta l'adozione di linee guida nelle scuole quando si trattano temi sensibili come educazione alla sessualità e all'affettività

Pubblicato:25-06-2024 19:09
Ultimo aggiornamento:25-06-2024 23:38

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ROMA – “Ogni tanto, ascoltiamo di presunte teorie gender, in realtà sono strumentalizzazioni e non hanno nulla a che vedere con la realtà”. Così Antonello Sannino dell’Associazione Antinoo Arcigay Napoli sulla discussione che della risoluzione 7-0023 sull’argomento “adozione di linee guida volte a favorire il rispetto delle differenze nel sistema scolastico” presentata alla Camera dall’onorevole Sannino. Un documento che affronta come nelle scuole si possano trattare temi delicati, come l’educazione all’affettività e quella sessuale senza che si faccia ‘propaganda’ di quella che viene chiamata, tra le righe, ‘ideologia’ o ‘teoria gender’ o ‘superamento del concetto di binarismo sessuale’, ovvero quello che direbbe ‘si nasce maschi o femmine’.

Sannino chiede “l’impegno al governo a promuovere un adeguato confronto tra tutti i soggetti interessati sulle tematiche dell’educazione affettiva e sessuale, anche al fine di adottare linee guida valevoli per tutto il sistema nazionale di istruzione che ribadiscano la necessità che lo spazio scolastico sia caratterizzato da un’adeguata neutralità in qualsiasi forma di insegnamento scolastico”.

L’associzione Antinoo opera dal 1984 e oggi sottolinea la necessità di strumenti ulteriori per il contrasto alle discriminazioni, uno tutti un dialogo maggiore: “Con i servizi che noi offriamo sul territorio che sono quelli di contrasto culturale alle discriminazioni- spiega Sannino- arrivano ogni anno decine, centinaia di ragazzi che hanno difficoltà a poter vivere serenamente il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere, nei contesti in cui vivono (scuola, famiglia, lavoro). È un bisogno che sentiamo noi e le giovanissime generazioni perché nelle scuole probabilmente mancano gli strumenti per poter dare elementi fondamentali al contrasto alle discriminazioni”.


“RAGAZZI, DOCENTI E FAMIGLIE CHIEDONO SUPPORTO CONTRO LE DISCRIMINAZIONI”

“I ragazzi, i docenti, i dirigenti scolastici, gli stessi genitori- continua- sono, nel 90% dei casi, loro a chiamare le nostre associazioni per avere un confronto, elementi ulteriori, per poter far si che le persone possano vivere in maniera serena il ciclo di studi senza incorrere in momenti di discriminazioni o vero e proprio bullismo omo-transfobico. Non c’è un bagno della scuola in cui non ci sia un insulto, ‘Luca è gay’ o ‘Maria è lesbica’. Se noi vogliamo realmente contrastare le discriminazioni nel nostro Paese, così come ci chiede la comunità europea, abbiamo una strada segnata che è quella che ci chiedono soprattutto i ragazzi e le ragazze, quella di un confronto civile e la costruzione di un Paese migliore che passa attraverso la cultura, l’informazione, la scuola”.

“UNA STRUMENTALIZZAZIONE CREA UN DANNO ALLE FUTURE GENERAZIONI”

E sulla risoluzione aggiunge: “Leggendo questa proposta, questo disegno di legge, avendo degli elementi che non conosciamo bene, siamo molto preoccupati perché crediamo che una strumentalizzazione ideologica sul tema del contrasto alle discriminazioni di genere possa creare un danno enorme alle future generazioni che per fortuna sono più libere di noi su alcuni temi, tra cui quello dell’ecologia e quello della rivendicazione della propria identità di genere. Sono molto più felici delle nostre generazioni probabilmente. Disegni di legge in qualche modo repressivi rischiano di reprimere la felicità dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze. Un grande pensatore napoletano, Gaetano Filangieri, ha introdotto il diritto alla felicità nella dichiarazione dei diritti degli Stati Uniti d’America. Continuo a dire che quello dovrebbe essere l’obiettivo di noi tutti e tutte, dovrebbe essere l’obiettivo soprattutto di chi ha delle responsabilità di governo: quello di garantire il diritto alla felicità, soprattutto in un periodo delicatissimo che è quello scolastico. Il diritto alla felicità- spiega- è ascoltare i ragazzi e se i ragazzi sono a chiamare noi, la scuola ha evidentemente bisogno di un supporto ulteriore. Penso che tutte le leggi di carattere repressivo siano fuori dalla storia e anche fuori dai principi della nostra carta costituzionale”.

“I FEMMINICIDI AUMENTANO. SERVE UN’EDUCAZIONE ALL’AFFETTIVITÀ ADEGUATA”

Quindi, nessuna ‘teoria gender’: “Noi non parliamo esclusivamente di educazione alla sessualità, parliamo soprattutto di educazione all’affettività. Se il nostro Paese risulta quello con il più basso numero di omicidi, ma gli unici che non diminuiscono – e tendenzialmente aumentano – sono i femminicidi, al di là dell’omo-transfobia, è perché nelle nostre scuole non c’è un’adeguata educazione all’affettività. Non ho mai parlato di scuole inadeguate, ma probabilmente se ci chiamano molte scuole non ci sono tutti gli strumenti. Tutte le nostre iniziative sono autorizzate dal consiglio di istituto, dai genitori, dai presidi e dirigenti. Non entriamo mai di nascosto nelle scuole. Molti ragazzi ci contattano per avere servizi, molti genitori ci contattano per avere servizi. Manca un po’ di elementi di analisi dei bisogni”.

LO STUDIO NELLE SCUOLE DI NAPOLI: UN TERZO DEI RAGAZZI RITIENE INACCETTABILE AVERE INSEGNANTE O COMPAGNI TRANSGENDER

E conclude con uno studio fatto recentemente: “Chiudo citando una ricerca che abbiamo fatto con il Dipartimento di Sociologia della Federico II nelle scuole della provincia di Napoli, nello specifico di Torre Annunziata, dove su un’intervista a 400 ragazzi, un terzo riterrebbe inaccettabile poter avere un insegnante transgender o un compagno di classe transgender, un quarto di questi ragazzi ritiene inaccettabile avere un amico omosessuale o un’amica lesbica o un docente omosessuale o una docente lesbica. Il bicchiere è mezzo pieno perché ci sono i tre quarti e ci sono i due terzi, ma è inquietante che un ragazzo su tre o un ragazzo su due ritenga inaccettabile avere un docente o un compagno trasngender o omossessuale”.

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