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Maria Falcone: “È come fosse ieri. Non è stata solo la mafia? Non posso pensare che lo Stato abbia tramato per uccidere Giovanni”

"Non era solo la mafia a volere morto Giovanni, c'erano interessi convergenti. Ma non posso pensare che dietro la strage di Capaci ci siano poteri dello Stato", dice la sorella del magistrato antimafia ucciso il 23 maggio 1992 a Capaci

Pubblicato:23-05-2024 12:30
Ultimo aggiornamento:23-05-2024 15:04

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ROMA – “Sono trascorsi 32 anni da quel giorno, ma è come se fosse ieri. Oggi, però, abbiamo un motivo in più per essere soddisfatti perché questo Museo rappresenta la coronazione di tutta l’attività svolta dalla Fondazione in questi trent’anni. Resterà qui, perenne, come una lezione di legalità”. Queste le parole pronunciate da Maria Falcone, presidente della Fondazione Falcone e sorella del magistrato ucciso dalla mafia nella strage di Capaci insieme con la moglie Francesca Morvillo e agli agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, arrivando a Palazzo Jung dove oggi sono previste le celebrazioni del 32esimo anniversario dell’eccidio.

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“Ai ragazzi voglio dire che la mafia è ancora un grosso problema, anche se non uccide continua a fare affari“, ha aggiunto. E sulle verità nascoste dietro al tritolo di Capaci, Maria Falcone ha aggiunto: “Sappiamo sicuramente che la mafia lo voleva morto, perché il Maxi processo era stato per i boss una grande sconfitta. Poi, accanto alla mafia ci sono gli interessi convergenti che purtroppo ancora non conosciamo. Io vorrei dire che non c’è niente, che non ci sono poteri dello Stato sotto a quella strage perché io amo lo Stato italiano e non posso pensare che alcuni nelle istituzioni abbiano tramato contro Giovanni”.


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