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FOTO | VIDEO | A Latina in 5mila contro il caporalato, anche Schlein e Fratoianni con i braccianti

La segretaria del Partito democratico: "Siamo qui per dire che servono più risorse per attuare la legge contro il caporalato e lo sfruttamento"

Pubblicato:22-06-2024 19:55
Ultimo aggiornamento:23-06-2024 10:51

manifestazione braccianti latina
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LATINA – Sono diverse migliaia, almeno 5mila secondo gli organizzatori, tra braccianti, esponenti della comunità indiana, cittadini, rappresentanti e militanti della Cgil e decine di associazioni, insieme a politici e amministratori, i presenti alla manifestazione di Latina contro il caporalato organizzata dal sindacato rosso dopo la morte di Satnam Singh. In piazza anche la segretaria del Pd, Elly Schlein e il segretario di Si, Nicola Fratoianni. C’è poi il segretario regionale del Pd Lazio, Daniele Leodori, la consigliera dem alla Pisana, Emanuela Droghei, l’eurodeputato di Avs, Ignazio Marino, e anche diversi esponenti locali del Movimento Cinque Stelle. Anche la sindaca di Latina, Matilde Celentano, esponente di Fratelli d’Italia, ha partecipato alla manifestazione intervenendo dal palco, bersagliata però dai fischi della piazza.
Tra i sindacalisti ci sono Francesca Re David, della segreteria nazionale della Cgil, il segretario generale della Cgil Roma e Lazio, Natale Di Cola, il segretario generale della Flai Cgil, Giovanni Mininni e quello regionale Stefano Morea, il segretario nazionale della Fillea Cgil, Alessandro Genovesi e il suo omologo per Roma e Lazio, Benedetto Truppa.

SCHLEIN IN PIAZZA: PRONTA LEGGE PER ABOLIRE BOSSI-FINI, PD FARÀ SUA PARTE

“Quella di Satnam non è stata una morte o un incidente sul lavoro, è stato ucciso dallo sfruttamento, dal caporalato, dall’indifferenza, dalla disumanità di chi l’ha mollato senza un braccio mangiato da un macchinario, senza portarlo a curarsi perché si poteva salvare”. Lo ha detto la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, in piazza per la manifestazione organizzata a Latina dalla Flai Cgil in seguito alla morte del bracciante indiano Satnam Singh. “Non ci sono lavoratori e lavoratrici di serie A o di serie B: questo vuol dire che chiunque ha a cuore la democrazia in questo Paese, la nostra Costituzione – e qui c’erano istituzioni, sindacati, associazioni, forze politiche – deve fare la sua parte”, ha aggiunto Schlein. “E noi come Partito democratico siamo qui per farla, siamo qui per dire che servono più risorse per attuare la legge contro il caporalato e lo sfruttamento, perché tutta la parte di prevenzione ancora non è stata attuata, perché bisogna responsabilizzare le aziende, perché non è possibile che solo poche si pongano il problema di collaborare a questi strumenti”.

Per la segretaria dem “il caporalato è un problema per lo sfruttamento sulla pelle dei lavoratori più fragili, ma è un problema anche di concorrenza sleale verso le imprese sane che non decidono di fare la cresta sulla pelle dei lavoratori. Dall’altra parte c’è una legge che va abolita, la Bossi-Fini, e noi presenteremo a breve la nostra proposta per abolirla e per riscriverla integralmente, perché quella legge ha creato per 20 anni irregolarità e la irregolarità causa ricattabilità e Satnam Singh. Un nome che non possiamo dimenticare, che è stato vittima anche di quella ricattabilità che colpisce chi non può avere in mano un permesso di soggiorno. Sono leggi che vanno riscritte, e il Partito democratico farà la sua parte”.


FRATOIANNI: UN DOVERE ESSERE QUI, PRIMO PASSO CANCELLARE BOSSI-FINI

“Oggi è un dovere essere qui dopo quello che è accaduto. È l’ennesimo omicidio sul lavoro, è il frutto di un sistema che alimenta lo sfruttamento: non occorrono più parole di circostanza, occorrono risposte sul tema della sicurezza, dell’agenda del lavoro, sul rispetto delle attrezzature. E occorrono risposte che cancellino gli strumenti normativi che alimentano precarietà, debolezza, fragilità e ricattabilità, a cominciare dalla Bossi-Fini, che da anni chiediamo venga cancellata”. Lo ha detto all’agenzia Dire il segretario di Sinistra Italiana e deputato di Avs, Nicola Fratoianni, presente alla manifestazione organizzata in piazza della Libertà a Latina dalla Flai Cgil in seguito alla morte del bracciante indiano Satnam Singh. “La Bossi-Fini è una fabbrica di irregolarità ed è il primo strumento per costruire condizioni di debolezza e di fragilità nel mondo del lavoro. La verità è che questa destra non solo non dà risposte, ma va nella direzione opposta”, ha aggiunto Fratoianni.

RE DAVID (CGIL): VIA BOSSI-FINI E DECRETO FLUSSI, IL 6/7 TORNEREMO CON LANDINI

“C’è voluto l’orrore per far parlare di voi. Satnam e Sony non volevano essere un simbolo, erano qui per vivere una vita dignitosa e per vedersi riconosciuto il diritto al lavoro e di essere umani. Invece sono finiti tra gli oltre 3 milioni di invisibili, tra i 230mila lavoratori agricoli nel sommerso, nel lavoro nero, nello sfruttamento. Un guadagno da 160 miliardi per chi fa sfruttamento, ma che significa uccidere persone e diritti, evadere lo Stato e il fisco sottraendo risorse a diritti, istruzione, casa e lavoro a tutte e tutti”.
Lo ha detto Francesca Re David, della segreteria nazionale della Cgil, intervenendo dal palco in chiusura della manifestazione organizzata in piazza della Libertà a Latina dal suo sindacato in seguito alla morte del bracciante indiano Satnam Singh.

“Satnam e la moglie erano qui da tre anni e sono arrivati come tanti attraverso il decreto flussi, un nulla osta che nessuno trasforma in contratto lavoro o permesso soggiorno. Dove finisce chi arriva così? Ci sono aziende finte che li fanno arrivare, e questo vale per l’agricoltura, per l’edilizia, per tutti i migranti e per tutti i lavori”, ha proseguito Re David. Per la sindacalista “un’impresa deve essere vera, non basta andare alla Camera di commercio e poi fai quello che ti pare. E questo sistema non si rompe se non si cancellano la Bossi-Fini e il decreto flussi, che consentono e sono matrice di tutto questo”.
La manifestazione di oggi, ha concluso Re David, “è solo l’inizio: da domani ci saranno qui le ‘brigate del lavoro’ con la Flai e tutta la Cgil: non vogliamo tavoli per permettere al Governo di fare una conferenza stampa, ma vogliamo dare il senso della vertenza. Per questo ci rivedremo a Latina il 6 luglio con il segretario Landini per chiedere conto di quello che è stato fatto. Lotteremo, e non ci fermeremo fino alla vittoria di lavoratrici e lavoratori”.

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