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Violenza sulle donne, il Codacons contro rap e trap: “Boicottiamo brani aggressivi”

L'associazione di Carlo Rienzi cita artisti come Fedez ed Emis Killa. Contro il genere, nei giorni scorsi, si è espressa anche Cristiana Capotondi

Pubblicato:21-11-2023 10:57
Ultimo aggiornamento:21-11-2023 13:39
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ROMA – In questi giorni di rivolta nazionale dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, il rap finisce nuovamente sotto la lente di ingrandimento. Il nesso con il recente fatto di cronaca? Istigherebbe i giovani alla violenza e ai gesti estremi. A sottolinearlo è il Codacons che, ancora una volta, si scaglia contro rapper come Fedez ed Emis Killa.

I testi poco ortodossi del genere sarebbero, secondo l’associazione, da mettere al bando. Da censurare. È così che il presidente Carlo Rienzi ha lanciato “un appello a tutte le radio italiane, a YouTube e alla Siae affinché boicottino i brani di rapper e trapper che contengono frasi violente e aggressive verso le donne”.

“Ogni giorno le emittenti radiofoniche nazionali trasmettono brani di artisti molto in voga tra i giovani- scrive Rienzi- infarciti di frasi con riferimenti espliciti contro le donne, in grado di alimentare odio e violenza e incentivare aggressioni e gesti estremi. Canzoni che vengono regolarmente registrate alla Siae e pubblicate anche su piattaforme internazionali come Youtube”.


Le richieste del Codacons sono precise: “Oltre a chiedere alle radio italiane e alla società YouTube di bloccare la diffusione di tali canzoni, ci rivolgiamo anche alla Siae affinché rifiuti la registrazione di brani contenenti frasi violente contro le donne, in modo da impedire a rapper e trapper di guadagnare grazie ai diritti d’autore”.

Tra i brani ‘accusati’ “Nei guai” di Emis Killa, “Blasfemia” e “B-Rex status domini” di Fedez, passando per “Xxx, part 2 Hardcore” di Guè Pequeno.

ANCHE CRISTIANA CAPOTONDI CONTRO RAP E TRAP

Nei giorni scorsi, anche Cristiana Capotondi si è espressa contro il rap in un dibattito a “In altre parole”, il programma domenicale di Massimo Gramellini su La7. L’attrice ha dichiarato: “Ma l’avete ascoltata la musica trap? Perché la trap l’ascoltano gli adolescenti. E come viene trattata la donna nella trap? Di cosa ci sorprendiamo dunque se un giovane di 23 anni considera una donna di 22 anni un oggetto tale per cui poi gli toglie la vita?”.

Il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone di Fratelli d’Italia, è d’accordo: “Bene ha fatto il governo Meloni, con i ministri Valditara e Roccella e il sottosegretario Frassinetti, ad annunciare un immediato impegno per l’educazione all’affettività nelle scuole. Condivido l’appello di Capotondi: per combattere la mitopoiesi della violenza maschilista, bisogna combattere la deriva misogina e sessista dei testi della musica trap e rap, come Sfera Ebbasta o la Dark Polo Gang e tanti altri”.

Su Instagram è arrivato, invece, il parere di Luchè. Il rapper napoletano ha scritto: “Quanto qualunquismo in classico stile italiano. Come se la donna non fosse mai stata trattata come un oggetto nelle fantasie degli italiani, sin dall’inizio delle televisioni private dagli anni Ottanta a oggi”.

LA NOTA DI SIAE

Salvatore Nastasi, Presidente di Siae, in una nota ha scritto: “Siae accoglie con favore l’invito del Sottosegretario Gianmarco Mazzi per avviare un dialogo costruttivo tra tutti i soggetti dell’industria musicale italiana sul tema dei testi violenti, razzisti e omofobi, convinta che sia urgente trovare un giusto compromesso tra l’intangibile libertà di espressione, come sancito dall’art.21 della Costituzione Italiana, e la necessità di veicolare, soprattutto ai più giovani, messaggi positivi attraverso l’arte e la cultura. Questi due principi, da sempre, sono la stella polare dell’operato di Siae”.

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